"L'Abruzzo e' una delle regioni italiane piu' penalizzate dalla proposta di riordino che Poste Italiane ha comunicato ai sindacati, che prevede la soppressione di ben 19 uffici postali e la razionalizzazione per altre 35 sedi". Lo afferma Luciano Lapenna, presidente Anci Abruzzo. "Per razionalizzazione - spiega - si intende la garanzia di apertura delle sedi per un massimo di 3 giorni a settimana. Inutile sottolineare che la decisione delle poste e' stata presa unilateralmente, ma tengo molto ad annunciare che essa verra' contrastata dall'Anci Abruzzo - annuncia Lapenna - che unitamente a Anci Nazionale ha chiesto ed ottenuto, per mercoledi' prossimo, un incontro a Roma con la societa' guidata da Francesco Caio. L'incontro e' finalizzato ad esaminare la situazione che si verrebbe a determinare con il piano previsto. Non e' possibile dimenticare o sottovalutare la funzione fondamentale di presidio per i territori che viene esercitato dagli uffici postali per la possibilita' che offrono di accesso ai servizi essenziali. La Direzione Nazionale di Poste Italiane ha in animo di chiudere le sedi dei piccoli comuni, sopratutto montani, privandoli di servizi essenziali, in alcuni casi unico servizio rimasto ancora in essere. L'Anci, oltre a tutto questo - prosegue Lapenna - contesta la violazione di un protocollo bilaterale sottoscritto tra le parti, con l'impegno delle poste, ad un rapporto di collaborazione e concertazione con i comuni sopratutto nei centri di minore densita' demografica. Il protocollo infatti prevedeva di sviluppare sinergie sempre piu' efficaci con il sistema dei comuni istaurando un dialogo volto o individuare soluzioni compatibili con i bisogni della popolazione. Dopo l'incontro di mercoledi' a Roma chiederemo alla Direzione delle Poste abruzzesi un incontro. Sentiremo anche i sindacati di categoria e la Regione Abruzzo - annuncia infine il presidente dell'Anci regionale - affinche' si garantiscano a tutti i cittadini abruzzesi quei servizi necessari, a tutela soprattutto degli anziani, che gia' vivono condizioni di oggettiva difficolta' per la residenza nei piccoli centri, che vedrebbero aggravata la loro condizione di isolamento".
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