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Pubblicato il 01/02/2013 11:11

Legge salva - olio. Febbo: rivoluzione per l'Abruzzo

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"Sta per prendere il via una vera e propria rivoluzione che coinvolge anche l'agricoltura abruzzese e la sua eccezionale produzione di olio d'oliva". E' quanto dichiara, con grande soddisfazione, l'Assessore regionale alle Politiche agricole Mauro Febbo commentando l'entrata in vigore della Legge salva-olio che è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale di ieri. "Un provvedimento - spiega Febbo - a tutela delle produzioni Made in Italy che stabilisce le ‘Norme sulla qualità e la trasparenza della filiera degli oli di oliva vergini'. Un testo che avevo presentato, in qualità di coordinatore degli Assessori all'Agricoltura del centro sud, insieme al Presidente di Unaprol (Consorzio Olivicolo italiano), Massimo Gargano in occasione del SOL 2012".

Tra le novità stabilite dalla nuova Legge ci sono l'introduzione in etichetta del termine minimo di conservazione a 18 mesi dalla data di imbottigliamento, il riconoscimento di nuovi parametri e metodi di controllo qualitativo che consentano di smascherare le frodi sull'extravergine, la fissazione di sanzioni in caso di scorretta presentazione degli oli di oliva nei pubblici esercizi, l'estensione del reato di contraffazione di indicazioni geografiche a chi fornisce in etichetta informazioni non veritiere sull'origine, l'introduzione di sanzioni aggiuntive come l'interdizione da attività pubblicitarie per spot ingannevoli e il rafforzamento dei metodi investigativi.

"L'Assessorato regionale alle Politiche agricole - sottolinea Febbo - è da sempre sensibile a questi aspetti e ha sempre combattuto il proliferare di frodi e inganni, utilizzando tutti gli strumenti a disposizione come Testi di Legge specifici e le Misure del Programma di Sviluppo Rurale. L'obiettivo principale è tutelare sia le produzioni locali sia i consumatori con particolare attenzione alla tracciabilità dei prodotti che consumiamo. E' importante sottolineare che grazie alla Legge appena varata sarà possibile smascherare le numerose anomalie di un mercato dove alcuni oli sono venduti a prezzi che non coprono neanche i costi di raccolta delle olive in Italia ma con etichette che riportano la bandiera tricolore. Si configura in questo modo un danno gravissimo per un Paese, e per una regione come la nostra, in cui l'olio di oliva è praticamente presente sulle tavole di tutti".

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