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HOME » POLITICA » MONTICELLI: NO ALLA CHIUSURA DEL PUNTO NASCITE DELL'OSPEDALE DI ATRI
Pubblicato il 04/08/2014 14:02

Monticelli: no alla chiusura del punto nascite dell'ospedale di Atri

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«Atri ha già dato tanto e pagato abbastanza: invito il presidente D’Alfonso e l’assessore Paolucci a riflettere e a trovare altre soluzioni». Così il Consigliere regionale Luciano Monticelli interviene in merito alla notizia secondo la quale il punto nascita dell’ospedale San Liberatore di Atri sarebbe a rischio chiusura. Sarebbe, infatti, questa la conseguenza di quanto stabilito dal Centro Percorso Nascita Regionale, che avrebbe recepito le linee guida del piano Fazio secondo il quale, per uscire dal commissariamento, l’Abruzzo dovrà razionalizzare i punti nascita negli ospedali che non superano i 500 nati l’anno. Questa dunque la sorte del nosocomio atriano che, per circa 10 nascite, rimarrebbe al di sotto di questo limite, subendo la stessa sorte degli ospedali di Penne, Ortona e Sulmona. «Capisco la posizione del subcommissario, che sembra non possa fare altrimenti  – commenta in merito Monticelli – ma non si può dimenticare quanto fatto finora per difendere un ospedale di importanza strategica per il comprensorio». Il riferimento è alle numerose battaglie portate avanti dallo stesso consigliere regionale, allora sindaco della città di Pineto, che si è battuto contro la chiusura di reparti come l’Utic e il ridimensionamento di altre divisioni del San Liberatore, portando anche il tutto all’attenzione della magistratura.  «Continuerò a battermi per la difesa dell’ospedale e, pertanto, prima di qualsiasi taglio, mi appello ad assessore e presidente, perché ci facciano sapere cosa intendono fare in merito e perché siano oculati nelle loro decisioni».  Già al via, inoltre, l’attività di verifica e ricerca di fondi europei a disposizione per costituire un programma completo. Dobbiamo impegnarci – osserva Monticelli – per essere strategici e propulsivi, regolando e definendo momenti salienti della vita regionale in un’ottica di rilancio politico e istituzionale»

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