Da una parte il comune unico Chieti-Pescara, dall'altra la difesa del capoluogo teatino. E' tutto interno al Pdl il dibattito sul taglio previsto dalla spending review. Da una parte il consigliere regionale Emilio Nasuti che ha rilanciato la proposta di formare una unica municipalità metropolitana, dall'altra parte l'assessore regionale Mauro Febbo che difende a spada tratta il territorio della provincia di Chieti e i 104 comuni che ne fanno parte.
Da registrare anche la posizione del vice sindaco di Lanciano, Pino Valente che boccia Chieti capoluogo e quello delle associazioni teatine che invece si dicono contrarie all'accorpamento tra Chieti e Pescara
Nasuti rilancia il comune unico Chieti-Pescara
"Se facciamo riferimento solo al campanile e all'attaccamento alla propria citta', riesco a condividere i contenuti del documento approvato ieri dal Consiglio comunale di Chieti. Il punto e' che questi atteggiamenti rischiano di pregiudicare i processi di riforma e modernizzazione dell'organizzazione degli enti locali in Abruzzo". Lo afferma il Consigliere regionale Emilio Nasuti, commentando l'atto approvato dall'assise civica teatina a difesa dello status di capoluogo di Provincia. "Oggi - rimarca Nasuti - va dato un segnale forte di discontinuita', per assicurare un futuro alle nuove generazioni, con strumenti di governo del territorio efficaci e in grado di rispondere alle esigenze della societa' moderna. Giocare solo in difesa vuol dire procrastinare quelle riforme indispensabili per ottimizzare le risorse, ridurre la spesa e garantire i servizi. Non possiamo lasciare tutto cosi' com'e' solo per difendere status la cui origine risale a secoli fa, quando la societa' era ovviamente diversa, cosi' come erano diversi i territori e le loro caratteristiche". Nasuti torna a rilanciare la proposta del Comune unico Chieti-Pescara (comprendente gli attuali Comuni di Chieti, Pescara, Francavilla al Mare, Montesilvano, Spoltore e San Giovanni Teatino) capoluogo della nuova Provincia, ribadendo anche alcuni numeri: una citta' da 285.079 abitanti, ovvero la seconda realta' urbana della sponda Adriatica, dopo Bari (320.475 abitanti) e prima di Venezia (270.884), in grado di attrarre nuove risorse e di mantenere e potenziare i servizi esistenti, come aeroporto, linee ferroviarie e universita'.
Il Consigliere Emilio Nasuti sottoporra' questa proposta sia all'attenzione del Cal (la prossima riunione e' convocata per il 7 settembre), sia direttamente in Consiglio regionale, cui spetta l'ultima parola in tema di riordino delle Province.
Le critiche dell'assessore regionale Mauro Febbo
L’Assessore regionale alle Politiche agricole, Mauro Febbo è intervenuto in merito alle dichiarazioni del Consigliere regionale Emilio Nasuti sul riordino delle Province.
“L’ordine del giorno approvato all’unanimità dal Consiglio Comunale di Chieti nella seduta di ieri evidentemente non è stato compreso dal collega Consigliere Regionale Emilio Nasuti, che ha travisato l’indirizzo reale del documento che tende alla tutela dell’intero territorio provinciale. Quindi non si tratta di campanilismo, ma si è rimarcato il rispetto della Legge condiviso da tutte le forze politiche elette nell’assise teatina. E’ improponibile la proposta poi di una maxi fusione in virtù del fatto che le aree metropolitane sono stabilite secondo legislazione nazionale. Al collega sfuggono che per Legge, le città metropolitane sono 15 e ben individuate in un elenco preciso e che non si possono prevederne altre. Se volessimo attuare comunque tale indirizzo, in un ipotetico maxi conglomerato urbano a risentirne sarebbe tutto il territorio provinciale e naturalmente il comprensorio lancianese e quello vastese. E’ da rimarcare che il Decreto, de facto, non sopprime la Provincia di Chieti e tantomeno il suo capoluogo, ma comunque in qualunque ipotesi di riordino, l’azione politico-amministrativa deve essere volta alla difesa dei 104 comuni che da un’eventuale fusione vedrebbero, specialmente i centri urbani più grandi, un ridimensionamento degli uffici. Se si leggesse con attenzione questo Ordine del giorno, è chiaro che potrebbe essere approvato analogamente da qualunque dei 104 Comuni della Provincia di Chieti e per questo sia il Sindaco Di Primio sia il Presidente della Provincia, Enrico Di Giuseppantonio vogliono coinvolgere e condividere tali istanze proprio con le amministrazioni comunali ma anche con tutti i portatori di interesse. Anche sensibilizzando i rappresentanti del territorio che siedono all’interno del Comitato per le Autonomie Locali”.
Sul dibattito è poi intervenuto anche il vice sindaco di Lanciano Pino Valente
"Chieti non dovra' essere il capoluogo di nessuna Provincia futura perche' non e' ipotizzabile premiare ancora una parte del territorio abruzzese che negli anni, grazie a certi politici noti a tutti, ha pensato solo ed esclusivamente a soddisfare gli interessi di pochi a scapito della collettivita'". E' quanto dichiara in una nota il vice sindaco di Lanciano, Giuseppe Valente (Polo Civico Frentano), a proposito del dibattito che si e' sviluppato intorno al tema del riordino delle province. "E' ormai sotto gli occhi di tutti che la questione del riordino delle Province si sia trasformata in una "guerra tra potentati" politici per il mantenimento dei privilegi: nessuno pensa ad uno sviluppo equilibrato ed omogeneo di tutto il territorio abruzzese. Avevamo ragione quando, anni fa, abbiamo iniziato la nostra battaglia per una maggiore autonomia del territorio frentano - aggiunge Valente, animatore negli anni passati dell'associazione Frentania Provincia - era sotto gli occhi di tutti la concentrazione di potere e risorse economiche nell'area metropolitana a scapito dell'Abruzzo meridionale. Ancora oggi tutti infatti vogliono mantenere lo status di citta' capoluogo perche' sono tanti, sicuramente troppi, i vantaggi che ne derivano". "Per troppo tempo - continua Valente - con amministrazioni e politicanti diversi, l'area teatina ha mortificato la gran parte dell'Abruzzo meridionale, dei suoi cittadini e con essi il motore pulsante dell'economia. Il problema del riequilibrio delle competenze e delle risorse e' un problema serissimo che tutti stanno sottovalutando: non e' piu' tollerabile avere cittadini di serie A, quelli che risiedono nei capoluoghi di provincia, e cittadini di serie B, tutti gli altri".
Le associazioni contrarie all'accorpamento tra Chieti e Pescara
I rappresentanti delle associazioni di categoria, degli ordini professionali e delle organizzazioni sindacali della Provincia di Chieti hanno sottoscritto un documento sul riordino delle province in vista della riunione del CAL dell'Abruzzo chiamato a formulare la proposta da sottoporre alla valutazione del Consiglio Regionale. L'incontro con i rappresentanti del mondo del lavoro della provincia di Chieti e' stato promosso dal presidente Enrico Di Giuseppantonio e dal sindaco di Chieti Umberto Di Primio, che hanno illustrato le ragioni per cui ritengono che la Provincia di Chieti non debba essere interessata dal riordino previsto dalla legge sulla revisione della spesa pubblica.
"La Provincia di Chieti non e' da accorpare, oltre che per l'incontestabile rispetto dei requisiti indicati dal Governo come superficie territoriale e popolazione, anche per gli elementi di carattere economico, infrastrutturale, sociale e storico". Nel documento si sottolinea poi "come l'essere "autonomi" non debba precludere il confronto con le altre entita' territoriali a cominciare dalla confinante Provincia di Pescara". Inoltre, "auspicando una definizione del nuovo assetto delle province abruzzesi che veda Chieti conservare l'attuale status, i rappresentanti hanno evidenziato "l'importanza di un nuovo progetto strategico della Regione per un effettivo riequilibrio dei territori ed un effettivo rilancio della economia e dello sviluppo". In conclusione, il documento da' mandato ai rappresentanti della Provincia di Chieti all'interno del CAL della Regione di proporre che "la stessa continui ad essere provincia con Chieti capoluogo"
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