Stop all'effetto 'arlecchino' degli edifici lungo le strade pescaresi. Il Consiglio comunale ha approvato il Piano del Colore e dell'Arredo urbano. Per l'applicazione del Regolamento - che disciplina le metodologie, gli strumenti e anche le tonalita' autorizzabili negli interventi di ristrutturazione ordinaria e straordinaria degli edifici cittadini - il territorio e' stato diviso in tre zone: quella di interesse storico ambientale, ovvero il centro storico; la zona urbana consolidata, che comprende gli edifici tra l'attuale tracciato ferroviario e il mare, con gli assi viari principali; infine le restanti zone del territorio, zone pianeggianti e collinari della citta', poste a ovest del tracciato ferroviario. Per ora il Regolamento si limita a disciplinare il centro storico, fissando regole ferree per le ristrutturazioni. Tutti gli interventi inerenti colorazione o esecuzione di intonaci colorati di facciate esterne sono soggetti ad autorizzazione comunale con la domanda presentata prima dell'intervento. Per gli edifici vincolati occorre anche l'autorizzazione della Soprintendenza e, per la ristrutturazione, si fara' obbligatoriamente riferimento alle tracce di pittura storica rilevate o alla documentazione in archivio. Negli edifici non vincolati le colorazioni verranno stabilite dal Comune; potranno essere proposti colori diversi solo se gli stessi verranno rintracciati nella storia degli edifici attraverso un'analisi stratigrafica dell'immobile. In caso di sostituzione di serramenti esterne, ringhiere o cancelli, vanno riutilizzati materiali identici a quelli originari; negli edifici in muratura gli infissi vanno previsti in legno; i canali di gronda e i pluviali dovranno essere in rame o in lamiera verniciata, esclusa la plastica. E soprattutto il Comune potra' obbligare i proprietari a provvedere al rinnovo delle facciate, quando il degrado e l'incuria deturpino l'aspetto esteriore e l'ambiente circostante.
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