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Pubblicato il 01/11/2012 17:05

Riordino delle Province, le reazioni

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Tutti i commenti degli esponenti politici abruzzesi.

 

Il presidente della Provincia di Pescara, Guerino Testa: attendiamo il passaggio in Parlamento

"Prima che sia detta l'ultima parola sulle Province e' opportuno attendere l'esito dei ricorsi, cominciando da quelli in discussione il 6 novembre prossimo, a seguito dei quali saranno definite una serie di questioni di non poco conto, come le elezioni di secondo livello previste dal Governo per le nuove Province italiane". Lo afferma il presidente della Provincia di Pescara, Guerino Testa, commentando le decisioni di ieri del Consiglio dei ministri sulla riduzione delle Province in Italia.

"Come era intuibile - aggiunge - in Abruzzo e' stata seguita l'indicazione del Consiglio delle autonomie locali ed e' prevista la nascita di due Province, con il giusto riconoscimento per Pescara che sara' capoluogo di Provincia, senza voler con questo penalizzare la citta' di Chieti. Credo pero' che prima di vedere assolutamente definito il quadro sia indispensabile attendere non solo il pronunciamento della giustizia ma anche il passaggio in Parlamento per la conversione in legge. Le Camere - dice sempre Testa - avranno una grande responsabilita' perche' dovranno rimuovere tutte le storture del testo licenziato dal Consiglio dei ministri, tra cui le elezioni di secondo livello e l'abolizione delle giunte con le amministrazioni ancora in carica". Tra gli interrogativi che si pone Testa ci sono quelli sul futuro dei dipendenti delle Province, del patrimonio di questi enti, ma soprattutto degli enti territoriali dello Stato. "E i bilanci? - si chiede il presidente. Non dimentichiamo che Chieti ha un bilancio in dissesto, contrariamente a Pescara. Come si puo' pensare di fondere in pochi mesi due enti il cui bilancio complessivo e' di 200 milioni di euro? La fase e' delicatissima, specie per i cittadini che pagano per avere servizi efficienti. E ad oggi, nonostante si predichi il risparmio, non si e' ancora messo mano a tutti gli enti, le agenzie e le societa' inutili che gravano moltissimo sulle casse pubbliche", conclude.

 

Il parere di Nazario Pagano, presidente del Consiglio Regionale

"Con l'approvazione del decreto sul riordino delle province, ora ci attende una sfida ancora piu' importante: ridisegnare un Abruzzo moderno e competitivo". Cosi' il Presidente del Consiglio regionale, Nazario Pagano, commentando il decreto legge con il quale il Governo ha attuato il riordino delle province e previsto in Abruzzo due circoscrizioni: Chieti-Pescara e L'Aquila-Teramo. "Dopo questa riforma - sottolinea Pagano - compito delle istituzioni locali sara' quello di condividere un progetto istituzionale finalizzato a ridistribuire sul territorio servizi e opportunita' di sviluppo; processo che deve essere attuato immediatamente, evitando soprattutto localismi. E' questa la sfida che dobbiamo vincere per rendere l'Abruzzo moderno. Colgo l'occasione per ringraziare i quattro presidenti delle province abruzzesi che hanno dimostrato un forte e autentico attaccamento verso i loro territori, e, non per ultimo, i componenti del Consiglio delle Autonomie Locali, istituzione, che - conclude Pagano - oggi rappresenta un patrimonio di notevole valore"

 

L'intervento del segretario del partito Democratico, Silvio Paolucci

 "Con le due nuove Province il governo ha fatto la scelta piu' naturale, la stessa che con coraggio la segreteria regionale del PD aveva proposto da tempo. Nessun territorio esca sconfitto da questa vicenda: l'unico perdente e' il Pdl, che con i suoi sindaci ed i presidenti delle attuali Province, ha messo in scena un teatrino stucchevole che ha davvero rappresentato un punto basso del dibattito politico abruzzese". Lo afferma il segretario regionale del Pd Silvio Paolucci. "Il Pdl - aggiunge - ha dimostrato semplicemente di essere incapace di dare qualunque risposta unitaria persino ora che ha fra le mani il governo delle tre citta' maggiormente coinvolte, delle quattro Province e della Regione. Un Pdl preso ad alimentare un campanilismo non piu' alimentabile dalla spesa pubblica come nel passato, ed intrappolato dalla logica della preferenza unica come se la difesa del campanile e il qualunquismo fossero elementi determinanti del consenso individuale. Gli abruzzesi sono ormai molto piu' avanti di questa destra. Ora e' necessario un accordo forte fra le citta' capoluogo - sottolinea il segretario Pd - affinche' la ridefinizione dei poteri diventi un'opportunita' per disegnare un nuovo assetto funzionale al nostro territorio a partire dai servizi alle persone".

 

L'opinione di Fabrizio Di Stefano, vice coordinatore regionale Pdl

 "Ritengo fin troppo frettolosa la volonta' del Governo di provvedere ad approvare il Decreto sul Riordino delle province, oltretutto anche prima della discussione dei ricorsi presentati da numerose regioni e province che si dovrebbero discutere sin dalla settimana prossima" E' il commento del senatore PdL Fabrizio Di Stefano all'approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del decreto legge di riforma, e che ha completato cosi' il percorso di riordino avviato nel mese di luglio. "Cosi' facendo- prosegue il Senatore- si e' disavvenuto anche ad un invito formale ad attendere la discussione dei ricorsi che, unitamente ad altri Senatori , avevamo indirizzato al Ministro. Lo ritengo sbagliato, quindi, sia per il modo che per la forma. Nel passaggio di conversione a questo punto cerchero', raccordandomi non solo con i colleghi abruzzesi , ma anche di altre regioni , di fare fronte comune, affinche' possa essere modificato, salvaguardando quelle province che hanno i requisiti per restare tali. Sto ad ogni modo valutando anche altre iniziative nel merito. E, preciso fin d'ora che, qualora il Governo intendesse porre l'ennesima fiducia sul provvedimento, lo stesso non trovera' il mio assenso, ma credo nemmeno quello di tanti altri parlamentari".

Enrico Di Giuseppantonio, presidente della Provincia di Chieti

"Come purtroppo temevo Chieti esce fortemente penalizzata dal riordino delle Province appena varato dal Governo: subisce la piu' grande ingiustizia nell'ambito di questo provvedimento perche' e' l'unica Provincia che aveva i requisiti fissati dal governo per confermarsi tale, requisiti che di fatto sono stati cancellati quando si e' trattato di decidere i nuovi assetti". Lo afferma il Presidente della Provincia di Chieti Enrico Di Giuseppantonio il quale torna ad auspicare un intervento in sede parlamentare. "Il decreto del Governo deve essere convertito in legge e mi auguro che a questo punto sia il Parlamento a fare giustizia. Per quanto riguarda la ripartizione che si e' determinata, la decisione del Governo ha di fatto accolto la proposta partorita dal CAL sulla quale solo il Consiglio regionale sarebbe potuto intervenire in maniera incisiva mentre, come sappiamo, ha deciso di non decidere proponendo un impraticabile azzeramento delle Province. A questo punto - sottolinea il Presidente Di Giuseppantonio - il Governo tenga conto che dovra' decidere se continuare ad assicurare la governabilita' degli enti e dunque l'erogazione dei servizi ai cittadini: sia chiaro, allora, che i paventati tagli nei trasferimenti di fondi agli enti locali, rispettivamente per 500 milioni e per 1,5 milioni di euro, finiranno solo per paralizzare definitivamente qualsiasi attivita' ed acuire a dismisura la crisi che gia' i territori vivono".

 

La posizione di Valter Catarra, presidente della Provincia di Teramo

'Una confusione pazzesca, in puro stile governo Monti': E' lapidario il giudizio del presidente della Provincia di Teramo Valter Catarra dopo le decisioni del governo. Catarra parla di 'Tecnici che nel chiuso delle loro stanze senza conoscere l'Italia nella sua essenza istituzionale, rappresentata da un'architettura territoriale di enti locali, prendono decisioni contraddittorie e con il rischio di innescare effetti paradossali'. E conclude dicendo:'Come era prevedibile non hanno affatto preso in considerazione la risoluzione del Consiglio regionale: Teramo viene accorpata all'Aquila, come e' sempre stato nelle intenzioni del Governo. Come ho sempre sostenuto sin dall'inizio, nessuna pregiudiziale nei confronti dei fratelli aquilani ma non c'e' dubbio che con questo decreto il territorio provinciale perdera' numerosi presidi istituzionali e la citta' di Teramo lo status di capoluogo'.

L'intervento di Antonio Del Corvo, presidente della provincia dell'Aquila

"Una conferma decisiva, che attesta la valenza dei lavori del CAL Abruzzo, contro alcune previsioni", ha dichiarato il Presidente Del Corvo. "Un risultato che ha tenuto conto dei pareri di tutti i protagonisti del territorio e che ha evidentemente trovato il pieno consenso, durante la seduta del Consiglio dei Ministri. Una soluzione che nasce dalle caratteristiche geografiche, economiche e sociali di due comprensori che presentano delle analogie, che unite possono fare leva sullo sviluppo e la valorizzazione della nostra terra".

Le critiche di Camillo D'Alessandro, capogruppo del Pd in Consiglio Regionale

"Una risata da Roma ha sepolto la buffonata votata dal Consilgio regionale. Una non decisone tipica di un non Presidente e' durata una decina di giorni. Ora Brucchi e Chiodi, che hanno ingannato, innazitutto i teramani e poi tutti gli abruzzesi, si dimettano e vadano a casa" Lo afferma il Capogruppo del PD in Regione Camillo D'Alessandro in merito all'approvazione del Decreto, da parte del Governo, di riordino delle Province. "Ora Chiodi - riprende D'Alessandro - come fara' ad essere credibile nella trattativia con il Governo? Gli diranno che l'Abruzzo non ha fatto nessuna proprosta, quindi arrivederci e grazie. La seconda risata se la faranno con la la seconda finzione, che spazzera' via la finta minaccia del ricorso alla Corte Costituzionale. Quando la Corte si pronucera' gia' sara' tutto fatto, deciso e chiuso. Ora gli abruzzesi - conclude D'Alessandro - sanno definitivamente di quale pasta e' fatto Chiodi, il Presidente al cui cospetto Ponzio Pilato era un decisionista".

La posizione di Antonio Menna, consigliere regionale Udc

"Sono stato facile profeta, e del resto - commenta il capogruppo dell'Udc Antonio Menna - non potrebbe essere diversamente in questa Regione, quando sostenevo che l'Abruzzo avendo deciso di non decidere sul numero delle Province in Consiglio regionale avrebbe causato piu' danni che benefici per il nostro territorio. Ed ecco che la frittata e' stata fatta. Invece di poterne avere tre (L'Aquila, Pescara-Teramo e Chieti) - come avevo proposto, argomentando con fatti e numeri concreti, con la corretta interpretazione del decreto di riordino delle Province attraverso il lavoro della Conferenza delle autonomie locali (Cal) dell'Abruzzo - ora ce ne ritroviamo solo due. Come sempre - prosegue l'esponente politico - la superficialita' con la quale sono state affrontate le questioni cosi' importanti produce risultati che sono sotto i nostri occhi. Se ci fosse stato un diverso atteggiamento della Regione Abruzzo e dal suo governatore Chiodi sono certo che la situazione di partenza sarebbe stata sicuramente diversa e il governo avrebbe tenuto conto, come ha fatto con altre regioni italiane, delle preziose indicazioni arrivate dall'attivita' dei Cal e delle Regioni. Ma cosi' non e' stato e ora ci troviamo con questi risultati che a essere soprattutto penalizzata e' la Provincia di Chieti che aveva entrambi i requisiti: estensione del territorio e popolazione. Il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, deve ora ringraziare la maggioranza di centrodestra che governa il Consiglio regionale", afferma infine Menna

L'intervento del Sindaco di Pescara, Luigi Albore Mascia

"Il Governo ha deciso e ha approvato quest'oggi il Decreto legge sul Piano di riordino delle Province, adottando, come del resto ampiamente prevedibile, la decisione votata dal Comitato per le Autonomie locali, ossia l'accorpamento di Pescara con Chieti e di L'Aquila con Teramo. Ma soprattutto ha posto in capo alle Istituzioni locali, Comuni compresi, il rispetto di una fitta agenda di lavoro per la riorganizzazione di funzioni e servizi in vista dello scioglimento, addirittura per il prossimo gennaio 2013, dunque tra appena due mesi, delle giunte provinciali per avviare il percorso di riforma che, a questo punto, dovra' procedere a tappe forzate". Lo ha detto il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia commentando la decisione del Governo Monti che ha approvato il Decreto legge sul Piano di riordino. "Attendiamo di conoscere per intero il contenuto del Decreto - afferma il sindaco - che a questo punto, come del resto previsto dalla legge, assegnera' alle citta' piu' popolose, quindi a Pescara, il ruolo di capoluogo della futura Provincia, un ruolo che siamo pronti a svolgere senza pero' alcuna mortificazione degli altri territori coinvolti in questo delicato processo di riforma che ci chiede e ci impone un salto di qualita', superando campanilismi e provincialismi, una qualita' che gia' appartiene a Pescara. Il Decreto, ovviamente, ora dovra' essere convertito in legge, dunque mancano ancora alcuni passaggi fondamentali, che ci impongono di mantenere alto il livello d'attenzione - prosegue Albore Mascia - e purtroppo, cosi' come lo stesso Cal non e' riuscito ad arrivare a una posizione unanime, nonostante il dibattito ampio, approfondito e lungo che ha anticipato il voto, oggi non mancano dei 'distinguo' e delle divergenze sul provvedimento attuato. Comprendo personalmente i timori di vedere territori desertificati, a fronte di una Spending Review in cui la riduzione delle Province sembra essere solo il preludio di provvedimenti ben piu' impattanti e che potrebbero determinare la chiusura di altri uffici pubblici, come Prefetture, questure, Tribunali e altro ancora, in nome di quel risparmio che pero' potrebbe tradursi nel sacrificio di posti di lavoro e del relativo indotto"

L'intervento di Maurizio Brucchi, sindaco di Teramo

"Se fino ad oggi lo slogan era 'Tutti a L'Aquila', da adesso diventa 'Tutti a Roma'. La battaglia per salvaguardare la provincia di Teramo non si ferma, anzi ora trova un ulteriore impulso". Lo afferma il sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi. Il Governo, con la decisione odierna - aggiunge - ha innanzitutto mortificato i territori; e' grave, infatti, che abbia tirato dritto senza tener minimamente conto delle istanze presentate. Si tratta di una manifestazione di prepotenza che irrita perche' prevarica ragioni e motivazioni addotte con determinazione e diffusa consapevolezza. Debbo confessare - dice il sindaco - che trova conferma l'impressione da me avuta sin dall'inizio, e cioe' che il Governo avesse in realta' gia' preso la sua decisione. Cosi' abbiamo lavorato tutti questi mesi per nulla, organizzando riunioni e incontri, producendo documenti, avanzando proposte: tutto e' stato inutile e si conferma, appunto, cio' che per rispetto istituzionale, fino ad oggi avevo solo velatamente accennato. A questo punto, ritengo che la Regione Abruzzo, come da impegno assunto, dovra' presentare ricorso alla Corte Costituzionale. Il Decreto del Governo - evidenzia Brucchi - dovra' ora passare al vaglio di Camera e Senato. E sara' li' che faremo sentire la nostra voce. Intendo chiamare a raccolta da tutta Italia i Sindaci dei territori cancellati, affinche' ci si ritrovi assieme a Roma nei giorni in cui le Camere svolgeranno il dibattito per dare cosi' vigore ad una battaglia che andra' compiuta collegialmente. Ribadisco la posizione gia' espressa e nota: noi chiediamo la cancellazione di tutte le province con la conseguente redistribuzione delle funzioni nei territori"

Il sindaco di Pineto, Luciano Monticelli, vuole passare con Pescara

 "Il Governo ha scelto di accorpare Teramo a L'Aquila e Chieti a Pescara: la Regione ha la responsabilita' di non aver fatto nulla per evitare questo". Cosi' il sindaco di Pineto Luciano Monticelli commenta la decisione del Consiglio dei Ministri, che ha sostanzialmente recepito in pieno la proposta del Consiglio delle Autonomie Locali decidendo di "azzerare" in questo modo le province teramana e teatina. Una scelta che ha scatenato numerose reazioni da parte del mondo politico, fra cui quella del primo cittadino pinetese. "Come componente del Cal - dice in proposito Monticelli - avevo fatto due proposte per salvare la nostra provincia, quella cioe' di ricorrere alla Corte Costituzionale per quanto riguarda l'articolo 17 della legge 135 e quello di abolire tutte le province, nessuna esclusa, convinto che il mantenimento di una o dell'altra avrebbe scatenato soltanto un'inutile guerra di campanile". Le proposte del sindaco di Pineto non sono state accolte dal Consiglio delle Autonomie Locali, ne' tanto meno dalla Regione Abruzzo, "che - precisa Monticelli -, mi duole dirlo, non ha fatto altro che lavarsi le mani lasciando scivolare la responsabilita' della scelta sul governo". A questo punto il primo cittadino immagina una nuova opportunita'. "Ho intenzione - precisa in merito - di iniziare un nuovo percorso per accorpare il mio capoluogo a Pescara e non a L'Aquila. Ne parlero' con gli altri sindaci perche' si faccia qualcosa in merito. Nel frattempo rinnovo il dialogo con i cittadini: chiunque voglia puo' scrivere nell'apposito link del sito istituzionale del Comune di Pineto o proporre suggerimenti anche tramite la mia pagina Facebook "

Il parere di Confindustria L'Aquila

"Apprendiamo con grande soddisfazione la decisione presa dal Consiglio dei Ministri sulla nuova organizzazione delle Province". Ad affermarlo e' il Presidente di Confindustria L'Aquila Fabio Spinosa Pingue, nel commentare la ridefinizione degli enti locali votata dal Governo che prevede due uniche Province, ovvero L'Aquila-Teramo e Chieti-Pescara. "Ora - aggiunge - adeguiamoci tutti, privati, Enti e categorie, a questa risoluzione e facciamola nostra: bisogna andare compatti verso lo stesso obiettivo per perseguire il bene dell'intero Abruzzo". Per Spinosa Pingue "e' solo il primo passo verso una Regione virtuosa, che deve diventare un 'Unicum' - magari anche attraverso una prossima fusione dei Comuni - e che dovra' avere una P.A. piu' efficiente, non autoreferenziale e autenticamente funzionale allo sviluppo del Territorio. Nel nuovo mondo anche la P.A. deve essere maledettamente virtuosa, non solo i privati, per due buoni motivi: non fa Pil e deve cessare di ragionare per compartimenti stagni. Ora si remi tutti insieme nella stessa direzione - conclude Spinosa Pingue - e anche chi si era opposto, con ragionate quanto legittime ragioni, proponendo soluzioni alternative a quella decisa dal Cal e confermata dal Governo, acquisisca come propria una determinazione che fara' il bene dell'intera Comunita'. Questo e' il momento di dare grande prova di maturita', soprattutto nella ripartizione degli uffici sul territorio per la quale bisogna agire con spirito di condivisione e scevri da spinte colonizzatrici da parte di una Citta' sull'altra. Finalmente, dunque, siamo chiamati a mettere da parte gli interessi locali e a ragionare fuori da ogni forma di dannoso campanilismo. Sarebbe magistrale completare l'opera con il Collegio Unico Regionale per l'elezione dei Consiglieri"

 

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