"Questa mattina ho chiesto alla presidente della V commissione Nicoletta Veri' di convocare per un'audizione il direttore generale della Asl di Chieti-Lanciano-Vasto Zavattaro in merito alla vicenda dell'Unita' di senologia di Ortona. Sulla questione ho predisposto un'interpellanza e proporro' nel prossimo Consiglio regionale una risoluzione di indirizzo per la revoca del provvedimento. Questo e' uno di quei casi in cui la politica, intesa nel senso piu' nobile della parola, deve far sentire la sua voce in materia sanitaria". E' quanto afferma in una nota il consigliere regionale di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo. "Il destino dell'Unita' di senologia di Ortona - prosegue - rientra in quel balletto di primariati innescato dalla Baraldi in attuazione delle direttive ministeriali. L'Abruzzo aveva ed ha troppi primariati quindi per accontentare quelli che devono conservarlo a tutti i costi e quelli a cui e' stato promesso, a qualcuno bisognava pur toglierlo. E' capitato a Cianchetti. La Asl non risparmia niente perche' il trattamento economico di Cianchetti dovra' essere conservato, mentre l'operativita' del reparto ne risentira' fortemente. Nessuno mette in discussione la necessita' di razionalizzare, ma la normativa stessa consente di valutare e scegliere. Il declassamento delle eccellenze - osserva Acerbo - smentisce nei fatti le pompose dichiarazioni di Chiodi che aveva annunciato una 'rivoluzione meritocratica' ma appare chiaramente che sta accadendo il contrario. L'Unita' di Senologia di Ortona rappresenta il Centro di riferimento regionale per la cura del cancro al seno e, appena un anno fa era stata annunciata l'iniziativa dalla Asl di Chieti di aver istituito nella Senologia ortonese la Breast Unit, equipe multispecialistica sulla patologia oncologica mammaria, che aveva fatto annunciare anche la richiesta della certificazione Eusoma (qualita' dei centri di senologia attestati dalla societa' europea di mastologia)". Il consigliuere di Rifondazione ricorda che "Il centro di Ortona e' uno dei poli con la piu' alta capacita' attrattiva anche fuori Abruzzo per l'eccellenza delle prestazioni erogate ai pazienti generando, peraltro, una mobilita' attiva economicamente vantaggiosa per i conti della sanita' abruzzese (il Centro ortonese richiama circa il 50% delle donne abruzzesi e fa registrare una mobilita' attiva di circa il 55%). Il problema, nella riorganizzazione delle Uoc, doveroso per legge - conclude la nota di Acerbo - e' quello di tener conto che esperienze ed organizzazioni sanitarie di eccellenza e che hanno bisogno di un'organizzazione complessa vadano conservate e messe nella condizione di ampliare l'offerta di salute offrendo possibilmente mezzi di ulteriore crescita".
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