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Pubblicato il 26/02/2015 17:05

Sulmona, i medici dell'ospedale replicano alla partoriente

sulmona, medici

"La signora e' un soggetto considerato a rischio con una patologia che consiglia il taglio cesareo in un ospedale di secondo livello, dove puo' essere garantita un'assistenza migliore in caso di complicanze". I medici di Ginecologia dell'ospedale di Sulmona rispondono così alle notizie apparse su una donna che non accettava di partorire in un ospedale fuori dalla sua citta'. I medici, in pieno accordo con la paziente che questa mattina e' andata a chiarire, hanno preso accordi con altra struttura ospedaliera di secondo livello che la prendera' in carico e le assicurera' l'assistenza ostetrica necessaria. "E' bene precisare - aggiungono i sanitari - che tutto e' stato deciso solo ed esclusivamente per la salute della paziente e del bambino e non perche' il reparto sta chiudendo. Il nostro reparto e' perfettamente funzionante e lo sara' fino a quando non arriveranno direttive diverse". La donna ha riferito ai medici che non si aspettava che le sue affermazioni sul social network potessero suscitare polemiche. Sulla vicenda e' intervenuto anche il Tribunale del Malato. Il responsabile regionale, Edoardo Facchini, ha spiegato che la signora e' stata invitata a raggiungere "una struttura di secondo grado che avrebbe potuto garantire maggiore sicurezza nel suo caso specifico. Le dottoresse del reparto di Ostetricia - prosegue - mi hanno assicurato che nessuno ha vietato alla signora di poter dare alla luce il suo secondo figlio a Sulmona. Le e' stato detto di andare via solo per maggiore sicurezza. Un consiglio che i medici le avrebbero suggerito anche prima di oggi, probabilmente per scongiurare eventuali rischi, non di certo perche' il reparto chiude". Sull'episodio il manager della Asl Avezzano L'Aquila Sulmona, Giancarlo Silveri, aveva gia' disposto ieri l'apertura di un'indagine interna, specificando che "il Punto Nascita di Sulmona e' e resta aperto fino a quando non ci sara' una direttiva precisa della direzione". "Ci stiamo battendo per dire che il reparto e' aperto e funziona bene - precisa il responsabile del Tribunale del malato - Abbiamo difficolta' a far comprendere alle persone che le battaglie non sono concluse e che, nonostante la firma del decreto, per il punto nascita dell'ospedale sulmonese non e' scritta la parola fine". 

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