La delegazione imprenditoriale della Solvay Chimica di Bussi e i sindacati confederali Cgil, Cisl, Uil e della Rsu aziendale sono stati ricevuti oggi, in Provincia, dall'assessore al Lavoro Antonio Martorella e dai funzionari dell'ufficio crisi aziendali. Ne e' venuto fuori, si legge in una nota della Provincia, "un piccolo passo avanti nella delicata questione dello stabilimento di Bussi". Oggetto dell'incontro, riconvocato dopo una precedente riunione che si e' svolta nel luglio scorso, l'avvio della procedura di mobilita' per 22 degli 89 lavoratori dello stabilimento. Una procedura che ha colto di sorpresa sindacati, lavoratori e istituzioni, e per la quale oggi hanno scioperato per 8 ore i dipendenti di Bussi. La discussione e' ripartita proprio dalla notizia dell'avvio della procedura di mobilita'. Nel corso dell' incontro, l'assessore Martorella ha invitato piu' volte la Solvay a riconsiderare la cassa integrazione al posto della mobilita', e dopo ampia discussione, le parti hanno raggiunto un accordo, mediato dalla stessa Provincia, che ha portato l'azienda a valutare, durante la fase di trattativa sindacale, l'utilizzo di un ammortizzatore sociale che dia un sostegno piu' lungo ai lavoratori. Le parti si rivedranno nei prossimi giorni nella sede di Confindustria, per definire la possibilita' di questo nuovo percorso. "Sembrava tutto perduto per i lavoratori - ha dichiarato Martorella al termine dell' incontro - e invece si e' riacceso un barlume di speranza. Se, infatti, si esclude la mobilita', i 22 dipendenti potranno giovarsi anche di nuovi strumenti di riqualificazione e reinserimento lavorativo che il mio assessorato avra' cura di erogare. Auspico quindi che il senso di responsabilita' delle parti possa portare ad un accordo che sia la sintesi dei vari interessi contrapposti". E' stato fissato per lunedi' 16 ottobre, invece, il "Tavolo di crisi" organizzato dal presidente delal Provincia Guerino Testa con Cgil, Cisl e Uil sui problemi occupazionali della provincia, che prevede un focus particolare sulla crisi industriale della val Pescara.
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