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Pubblicato il 25/10/2012 01:01

Albanese ucciso, indagato per omicidio il ferito

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Il 23enne accoltellato è piantonato dai carabinieri in ospedale

 

Il 23enne albanese H.P., ferito da quattro coltellate e ricoverato in coma farmacologico all' ospedale di Teramo, e' indagato dalla procura locale con l'accusa di omicidio volontario aggravato in riferimento all'uccisione del connazionale Leven Ferra (30) avvenuta sabato scorso davanti ad un bar di Alba Adriatica.

Il giovane, che in un primo momento era considerato una delle vittime di una spedizione punitiva tra albanesi, e' piantonato dai Carabinieri nel reparto di Rianimazione in attesa del risveglio. Gli investigatori attendono di conoscere la sua versione dei fatti, anche se la procura ha elementi tali da sostenere un suo diretto coinvolgimento nel delitto: sarebbe stato lui a sparare a Ferra, uccidendolo con un colpo ravvicinato al volto, per una questione relativa allo spaccio di droga o alla prostituzione. Immediatamente dopo il giovane sarebbe stato colpito piu' volte all'addome con un coltello da un amico di Ferra, poi fuggito.

 

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L'albanese Leven Ferra, il 30enne ucciso sabato scorso davanti a un bar ad Alba Adriatica, e' stato raggiunto da un solo colpo di pistola calibro 7,65: lo ha accertato l'autopsia effettuata oggi dai medici legali Giuseppe Sciarra e Vittorio Fineschi. L'accertamento avalla l'ipotesi di una vera e propria esecuzione, circostanza che gli investigatori avevano da subito ritenuto piu' credibile rispetto ad una lite tra connazionali finita male.

Il colpo e' stato sparato da distanza molto ravvicinata e ha preso Ferra vicino alla bocca, attraversando il palato e uscendo dalla regione occipitale. La morte e' stata istantanea.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, Ferra, stava bevendo una birra al bar con il connazionale H.P., quando si e' trovato di fronte due o tre albanesi che volevano qualcosa da lui, e si trattava probabilmente di una richiesta legata allo spaccio di droga. Un breve parapiglia, poi l'uccisione. H.P. e' riuscito a sfuggire alla mattanza, ferito gravemente da almeno quattro coltellate, di cui due al torace e a un fianco.

Nella sede del reparto operativo dei carabinieri di Teramo, la caserma Porrani, prosegue l'ascolto di testimoni e persone informate sui fatti che vengono interrogate per capire meglio la dinamica dei fatti.

In mano agli investigatori, coordinati dal pm Davide Rosati, c'e' la pistola, una scacciacani modificata, che a quanto pare si sarebbe inceppata in mano al killer dopo avere esploso almeno tre colpi. Manca chi la impugnava, ma questo aspetto potrebbe essere chiarito a breve, quando i Ris di Roma daranno un responso ai kit dello stub inviati dai colleghi teramani per verificare i residui di sparo: sono stati prelevati almeno tre campioni da persone diverse, sospettate di aver sparato. Uno di questi e' il 23enne ferito, ricoverato nel reparto di rianimazione dell'ospedale di Teramo: e' in coma farmacologico e gli investigatori attendono il risveglio per ascoltarlo e sapere di piu' sul delitto. 

 

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