Secondo l'accusa l'assessore De Fanis avrebbe costretto Andrea Mascitti, impegnato nell'organizzazione di un evento culturale nell'ambito del Salone del Libro di Torino del 16-20 maggio 2013, a promettergli indebitamente la somma di circa 1.000-1.150 euro, con la minaccia della mancata elargizione di fondi regionali di cui alla LR n 34/1973. Nello specifico l'assessore De Fanis, "abusando dei propri poteri - si legge nell'ordinanza - attraverso diversi incontri e contatti telefonici avvenuti anche con la Zingariello poneva Mascitti di fronte alla scelta perentoria di seguire le sue indicazioni oppure rinunciare ad organizzare l'evento, e quindi lo costringeva a promettergli la dazione di circa 1.000-1.150 euro e a rinnovare tale promessa a seguito di presentazione all'associazione "Abruzzo Antico" di fattura gonfiata. Nello specifico la Giammarco, complice consapevole del meccanismo illecito di gestione dei finanziamenti per la cultura, liquidava a favore di suddetta associazione Abruzzo Antico la somma indicata dal Mascitti nella fattura, ed il De Fanis in data 11.9.2013 consegnava a questi un assegno di euro 4.400,55, firmato da Falone, tratto sul c.c. intestato all'associazione chiedendogli di monetizzarlo e di consegnargli la somma pretesa"
Secondo il gip di Pescara che ha disposto le misure cautelari esistono gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati. Per quanto riguarda pero' la simulazione di una maggiore spesa sostenuta per la stampa degli opuscoli prodotti dalla tipografia Grafidea di Atessa e la simulazione di maggiori spese per il compenso delle due hostess utilizzate per l'evento di Torino, tra l'altro una baby sitter e l'altra amica di Lucia Zingariello, il gip esclude tali ipotesi "le quali - si legge nell'ordinanza - pur supportate dal contenuto delle conversazioni telefoniche indicate necessitano ancora di idonea riscontro di natura documentale"
L'assessore De Fanis "risulta, per come sopra dimostrato, dedito a strumentalizzare la propria carica a fini illeciti, predisponendo complesse strategie di procedure amministrative, denotando, pertanto, una pervicace abitualita' delittuosa di talche' è altamente probabile che compirà altri reati della stessa specie di quelli posti in essere" . E' uno dei passaggi dell'ordinanza cautelare del gip di Pescara per motivare le esigenze cautelari a carico dell'assessore regionale Luigi De Fanis.
Per quanto riguarda la segretaria Lucia Zingariello il gip scrive che la donna "svolge mansioni da intermediaria nella attivita' illecita posta in essere da De Fanis stesso; anche per lei appare concreto il pericolo di reiterare condotte delittuose analoghe a quelle gia' accertate a suo carico". Rosa Giammarco, responsabile dell'Agenzia per la Promozione Culturale della Regione Abruzzo, viene descritta come "funzionaria infedele ai propri compiti d'ufficio - si legge nell'ordinanza - consapevole del ruolo di De Fanis dietro l'associazione Abruzzo Antico, si e' adoperata per far ottenere i finanziamenti in favore dell'Assessore conoscendo le sovrafatturazioni e potrebbe continuare nella condotta e, anche per lei, concreto, allo stato appare il pericolo di inquinamento probatorio, non apparendo la Giammarco occasionale complice, ma concorrente abituale di De Fanis".
Stando sempre all'accusa, l'assessore De Fanis, agendo in preventivo accordo con Lucia Zingariello, dipendente a tempo determinato della Regione Abruzzo con compiti di segretaria, avrebbe posto l'imprenditore Andrea Mascitti, impegnato nell'organizzazione dell'evento culturale "Mario Nascimbene Award", "di fronte alla scelta perentoria di seguire le sue indicazioni oppure rinunciare ad organizzare tale evento, e quindi lo costringeva, con la minaccia della mancata elargizione del richiesto contributo regionale, a farsi promettere una dazione di circa 4000 euro".
Sempre secondo l'accusa, l'assessore De Fanis, la sua segretaria Lucia Zingariello, Rosa Giammarco, responsabile per la promozione culturale della Regione Abruzzo, e Ermanno Falone, amministratore dell'associazione "Abruzzo Antico, "associazione di fatto gestita da De Fanis nonche' destinataria di contributi in base alla legge regionale 43/73 per l'organizzazione dell'evento del Salone del Libro" ponevano in essere "artifizi e raggiri consistiti nel simulare maggiori spese sostenute dall'associazione "Abruzzo Antico" per ottenere un maggior contributo regionale e nello specifico: simulare la spesa di 4400 euro (compreso di IVA) sostenuta nei confronti della Societa' Italiana di Cultura del Mascitti, mentre il costo reale era di 2.100 euro; simulare una maggiore spesa sostenuta per la stampa degli opuscoli prodotti dalla tipografia Grafidea di Atessa; simulare maggiori spese per il compenso delle due hostess utilizzate per l'evento di Torino, tra l'altro una baby sitter e l'altra amica di Lucia Zingariello".
"Le dichiarazioni rese da Andrea Mascitti sono da ritenersi credibili in quanto il suo narrato si palesa logico, coerente, dettagliato, verosimile, reiterato, costante ed univoco, sostenuto da numerosi riscontri esterni di tipo documentale e dal contenuto delle conversazioni". E' uno dei passaggi dell'ordinanza cautelare del gip di Pescara per motivare le esigenze cautelari a carico dei quattro indagati. "L'esposizione dei fatti - prosegue l'ordinanza - e' ricca di dettagli ed e' apparsa significativa della volonta' precisa di fornire una esposizione completa, precisa, e particolareggiata, indice di lealta' e di assenza di qualsiasi sospetto manipolatorio e calunniatorio da parte della parte offesa che spontaneamente ha fornito ogni collaborazione agli inquirenti".
"La terminologia utilizzata dagli indagati nel corso delle numerose attivita' tecniche disposte non lascia adito a dubbi circa il tipo di attivita' dagli stessi svolta e denota una particolare disinvoltura dei soggetti coinvolti a porre in essere le condotte specificamente indicate". E' uno dei passaggi dell'ordinanza cautelare emessa dal gip di Pescara nell'ambito dell'operazione denominata "Il Vate". "Sono state intercettate, numerose conversazioni sia telefoniche che ambientali durante le quali gli indagati (in special modo Luigi De Fanis) hanno specificato i termini dei loro accordi, con un linguaggio che ha denotato in modo chiaro un comportamento a dir poco "spregiudicato" di gestione della cosa pubblica".
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