La spesa sanitaria nelle regioni continua ancora a essere troppo spostata sull'assistenza ospedaliera. Secondo l'analisi del Centro studi Fnomceo del Rapporto Istat sui servizi sanitari, solo Piemonte, Emilia-Romagna e Toscana rispettano la ripartizione delle risorse fissata nel Patto della Salute 2010-2012, cioe' 5% all'assistenza collettiva in ambiente di vita e lavoro, il 51% all'assistenza distrettuale, e il 44% a quella ospedaliera. I principali squilibri tra regioni si osservano, rileva l'analisi, nei servizi preposti alla presa in carico di pazienti cronici e la gestione della post acuzie, principalmente rivolti ad anziani e disabili. Il numero di anziani per 100 residenti over65 trattati con assistenza domiciliare integrata (adi) e' comunque raddoppiato nel tempo, passando da 2,0 nel 2001 a 4,1 nel 2010.
Negli 'Obiettivi di servizio' previsti nel Quadro strategico nazionale 2007-2013 per le regioni del Mezzogiorno, la quota di anziani beneficiari di adi dovrebbe diventare di 3,5 ogni 100 residenti di 65 anni e oltre. Ma, ad eccezione di Abruzzo e Basilicata, tutte le regioni meridionali presentano valori al di sotto del target: in Puglia e Sicilia gli anziani trattati in adi sono circa la meta' rispetto all'obiettivo fissato.
Nel 2010 il Servizio sanitario nazionale ha speso 111.168 milioni di euro, pari a 1.833 euro pro capite. A livello regionale c'e' uno scarto di circa 500 euro pro capite tra la provincia autonoma di Bolzano, che spende mediamente 2.191 euro per ogni residente, e la Sicilia, che ne spende 1.690.
In alcune regioni le risorse risultano invece ancora troppo spostate verso l'assistenza ospedaliera (soprattutto Lazio, Abruzzo e Sicilia) a discapito delle attivita' di promozione della salute e dell'assistenza distrettuale.
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