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Pubblicato il 14/08/2013 22:10

Boschi: il processo Grandi Rischi è un pericoloso precedente

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L'ex presidente dell'Ingv ha lanciato un appello a difesa dell'indipendenza della ricerca scientifica

Il processo de L'Aquila nei confronti della commissione Grandi Rischi e' un pericoloso precedente, un processo alla Scienza e ai suoi principi: ne e' convinto Enzo Boschi, ex presidente dell'Istituto Nazionale di Geofisica (Ingv) e membro della commissione, condannato il 22 ottobre 2012 a sei anni di reclusione, che nel blog nato per iniziativa del gruppo di lavoro dell'Ingv per la gestione dell'informazione relativa al processo de L'Aquila ha lanciato un appello a difesa dell'indipendenza della ricerca scientifica. ''Le interpretazioni superficiali - spiega Boschi - date dal Pubblico Ministero di valutazioni e risultati scientifici per sostenere le sue tesi costituiscono un precedente gravissimo non solo per la Sismologia ma per molte altre discipline''. Condannato insieme agli altri membri della commissione Grandi Rischi che parteciparono alla riunione del 31 marzo 2009 a 6 anni di reclusione e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose con l'accusa di aver fornito informazioni 'imprecise e incomplete', Enzo Boschi ha voluto rispondere attraverso una 'memoria' difensiva. ''Per dimostrare la mia colpevolezza - scrive l'ex presidente dell'Ingv - il Pm si e' servito di un mio lavoro, pubblicato nel 1995 su una prestigiosa rivista di Sismologia, stravolgendone completamente il significato. Ha di fatto processato i metodi della Ricerca. Rivendico la validita' del metodo scientifico e sono pronto a sostenere le mie affermazioni fino a subirne anche pesanti conseguenze, come di fatto gia' mi sta accadendo''. ''La Scienza - prosegue - e' in continua evoluzione: risultati, validi nel passato, possono venir considerati del tutto obsoleti o errati alla luce di nuove evidenze. Ma gli autori di quei risultati non possono certo essere perseguiti dalla Legge. La Ricerca progredisce anche con tentativi che si rivelano, con il procedere delle conoscenze, inappropriati. Quando nel 1995 scrissi in lingua inglese il lavoro ''incriminato'' mi rivolgevo ai colleghi di tutto il mondo affinche' ne potessero eventualmente verificare i risultati come deve avvenire nella moderna Ricerca Scientifica se non si vuol tornare all''ipse dixit' pre-galileiano''

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