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Pubblicato il 10/10/2012 18:06

Processo Grandi Rischi, difesa al contrattacco

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Per un avvocato la ricostruzione dei pm è "fantasiosa e bizzarra"

 "Bizzarra, fantasiosa, con acrobazie normative. Un'analisi confusa, discutibile e scoordinata con risultati aberranti". E' questa secondo l'avvocato Alessandra Stefano, la tesi accusatoria dei pm Fabio Picuti e Roberta D'Avolio. La Stefano assiste Gian Michele Calvi, insieme ad Enzo Musco. "Non vorrei infierire sulla Procura - ha aggiunto - ma il timbro sul verbale della presidenza del consiglio dei ministri - che il Pm porta come validazione della convocazione - e' lo stesso che si trova sui miei documenti perche' e' il simbolo della loro conformità".

"E' la Procura a tirare fuori i conigli dai cilindri e non gli avvocati della difesa. Quella riunione era semplicemente un ampliamento dell'oggetto del fax di convocazione. Il punto e' che non sarebbero bastati mesi per fare le valutazioni di rischio". Per la Stefano "sono stati decontestualizzati dei passaggi dalla bozza per rafforzare la propria posizione". Poi parlando della sismicita' dell'Aquila e della scossa di magnitudo 4 del 30 marzo 2009, sempre l'avvocato ha asserito: "Se le parole hanno un senso si ha una strumentalizzazione della Procura delle parole che ha pronunciato il professore Calvi". Il legale di fiducia di Gian Michele Calvi, ha anche parlato del sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente: "Il sindaco dell'Aquila ha sentito quello che hanno detto gli esperti, perche' non lo ha detto? Perche' lo addebitiamo alla commissione? Addebitiamolo a chi uscito da quella riunione ha rilasciato dichiarazioni pur avendo sentito gli esperti".

Questa mattina  era toccato al professor Franco Coppi prendere la parola, dicendo che "Bertolaso e' in questo processo il grande assente e in tanti altri, ognuno conosce la sua fortuna". Coppi, noto penalista, nel corso della sua arringa nell'ambito del processo ai sette membri della Commissione Grandi Rischi che si sta svolgendo oggi all'Aquila. Coppi, insieme all'avvocato Antonio Pallotta, assiste l'imputato Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti, di cui ne ha chiesto l'assoluzione con formula piena. 

Coppi ha poi proseguito: "Da nessuno degli scienziati presenti nella riunione della Commissione Grandi Rischi, e' stato espresso un giudizio tranquillante e rassicurante. Tutti i presenti hanno sostenuto che il rischio di un terremoto era insito all'Aquila che e' un territorio ad alta sismicita' e che quindi non sarebbe stato possibile prevedere (non sarebbe stato serio) di li' a un giorno, a dieci giorni, ugualmente non si poteva escludere la verificazione di un terremoto". "Che cosa avrebbe dovuto dissentire Selvaggi? - ha aggiunto il professore Coppi - non c'era nulla di cui dissentire. Selvaggi non era membro di diritto della Commissione e non aveva diritto di voto, era stato invitato da Enzo Boschi (anche lui imputato nello stesso processo, quale ex direttore dell'Ingv) e lui per senso istituzionale ha accettato. Non spettava a lui lanciare eventuali allarmi o raccogliere le espressioni in sede di Commissione. Nessuno ha lanciato messaggi rassicuranti, lo stesso Pm non indica neppure una frase in cui veniva lanciato un messaggio rassicurante. l'Unica certezza era la sismicita' della zona. Se qualcuno ha male interpretato lo dovete cercare ma non all'interno della Commissione". 

 "Il verbale della Commissione Grandi Rischi -prosegue Coppi -  non e' una prova, non sostituisce come prevede la Legge la deliberazione. Nella riunione del 31 marzo 2009, si sono descritti pareri e fenomeni. La Commissione non era formata, l'invio degli esperti all'Aquila aveva l'obiettivo di fornire elementi per spiegare cosa stava accadendo alla luce delle conoscenze". "Proprio perche' non vi e' stata delibera - ha aggiunto - ognuno e' responsabile della propria condotta e anche se ci fosse stata non si poteva escludere la presenza di pareri dissenzienti per cui non si puo' parlare di posizione unanime".

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Avvocati diversi, richiesta uguale: assoluzione. Nel processo alla Commissione Grandi Rischi a L'Aquila gli avvocati degli imputati hanno puntato il dito contro la mancanza di nesso - a loro giudizio - tra le presunte rassicurazioni fornite prima e dopo la riunione della Cgr alla popolazione e il terremoto del 6 aprile. Domani, 10 ottobre, parleranno gli ultimi quattro avvocati della difesa prima della sentenza del giudice Marco Billi. 

 

La difesa di Franco Barberi

 "La discussione e' stata faticosa e lunga. Difendere il professore Barberi che rappresenta un pezzo di storia della Protezione civile d'Italia era per me una responsabilita' che va al di la' della responsabilita' professionale. E' stato faticoso perche' il processo e' pieno di questioni molto complicate sotto il profilo tecnico, sotto il profilo della colpa, sotto il profilo del nesso causale ed era necessario discutere tutti questi profili magari anche a scapito della fluidita' del nostro discorso, credo che il giudice abbia compreso l'invito metodologico che noi cercavamo di rappresentargli". Lo ha detto oggi il legale di Franco Barberi, ex vicario della Commissione grandi rischi, nel processo in corso a L'Aquila

"Non c'e' colpa, non c'e' nesso causale - ha affermato l'avvocato Roberto Petrelli - la Commissione fece tutto quello che era possibile fare se l'analisi viene fatta non ex post ma sui dati disponibili in quel momento. C'e' un dato incontravertibile: che ci fu un flusso di informazioni dalle fonti piu eterogenee scientifiche e non scientifiche interne e non interne alle istituzioni che sostanzialmente creo' una situazione di sostanziale se non rassicurazione di non preoccupazione rispetto al fenomeno sismico che era in atto. La Cgr non ha mai in alcun momento posto in essere delle valutazioni che assecondassero questo flusso; e' come se questo flusso fosse andato avanti a dispetto di quelle che erano state le valutazioni fatte dagli esperti, le abbiamo rilette in aula ed il tenore era allarmante niente affatto rassicurante, poi perche' la stampa abbia preso una strada totalmente diversa questo riguarderebbe la ricostruzione di un fatto che pero' non ha piu' rilevanza penale ma sociologica, antropologica. Abbiamo parlato di un'intervista rilasciata dal professore Barberi all'uscita della riunione del 31 marzo e inequivocabilmente non conteneva alcun messaggio di rassicurazione"

La difesa di Enzo Boschi

"Nessuno ancora ha risolto il problema di chi e' stato ad avere rassicurato la popolazione aquilana che sicuramente e' stata rassicurata, io non metto in dubbio questo, ma certamente ne' dalla Commissione Grandi Rischi ne' in particolare dal professor Enzo Boschi, per questo ho chiesto l'assoluzione per il mio assistito per non avere commesso il fatto". Lo ha detto l'avvocato Marcello Melandri, legale di fiducia di Enzo Boschi.

"Il pubblico ministero - ha aggiunto - afferma che oltre all'autorevolezza dei partecipanti alla riunione che lui definisce i migliori scienziati, c'e' l'aspetto dell' apparato che sempre per il pm e' scenografico e amplificatore per influire maggiormente sulla popolazione aquilana. Boschi non ha partecipato a tutto questo. Ripeto che la popolazione sia stata rassicurata non lo metto in dubbio, io metto solo in dubbio che qualcuno della Commissione lo abbia fatto, come esito della Commissione; se poi uno lo fa per proprio conto e' un altro problema. Nessuno della Commissione, in fase della riunione degli esperti ha voluto rassicurare, la stampa dal canto suo ha travisato. Nel verbale c'e scritto che non si puo' dire se L'Aquila poteva essere interessata da altre scosse". 

La difesa di Gian Michele Calvi

 "Il professore Calvi e' innocente perche' ha espresso soltanto un giudizio scientifico sulla situazione che gli era stata prospettata all'iniizio della riunione della Commissione Grandi Rischi. Calvi da esperto ingegnere sismico ha detto che se le scosse fossero rimaste intorno a 4.8 ci sarebbero state solo lesioni per gli edifici piu' sensibili quindi al professor Calvi non e' stato chiesto nient'altro che questo". Lo ha detto l'avvocato Enzo Musco, che con Alessandra Stefano assiste Gian Michele Calvi. "Ribadisco che Calvi ha espresso un giudizio scientifico correttissimo sulla base dei dati che la Protezione civile gli aveva fornito. Da studioso di quella disciplina ha espresso un parere scientifico e chiamare a giudizio un professionista per avere espresso un parere scientifico e' tanto, troppo".

 

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E' iniziata la due giorni no stop con gli interventi della difesa nel processo ai sette componenti della commissione Grandi Rischi per il terremoto del 6 aprile 2009. Ad alternarsi gli avvocati degli imputati che proveranno a smontare le accuse della Procura dell'Aquila secondo cui la commissione in qualche modo avrebbe lasciato intendere che una forte scossa non ci sarebbe stata. Il primo a parlare e' l'avvocato Marcello Melandri, legale di fiducia di Enzo Boschi, ex Responsabile dell'Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia). A seguire sara' la volta del difensore di Franco Barberi, l'avvocato Luigi Petrelli.

Nel pomeriggio ci sara' l'arringa dell'avvocato Enzo Musco, che insieme all'avvocato Alessandra Stefano si occupa della difesa di Gian Michele Calvi. I sostituti procuratori Fabio Picuti e Roberta D'Avolio hanno invocato la condanna di tutti gli accusati a quattro anni di reclusione contestando l'accusa di omicidio colposo plurimo, disastro colposo e lesioni gravi. L'organo consultivo della presidenza del Consiglio e' accusato nella sua composizione del 2009 di aver compiuto analisi superficiali e aver dato false rassicurazioni agli aquilani prima del 6 aprile 2009. 

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