"Se alle Regioni dovesse essere sottratta anche la competenza sui Fondi europei, lasciando loro solo la competenza sulla sanita', che comporta tante rogne, tanto vale chiuderle!". Lo ha detto il governatore dell'Abruzzo, Gianni Chiodi, chiudendo il suo intervento al convegno "Fondi Ue 2014-2020: i programmi per crescere e contare in Europa", promosso da Fasi.biz ed Euractiv.it. "Non si puo' sottrarre alle Regioni quella che e' una competenza specifica loro, come ha puntualizzato anche l'Ue", ha precisato Chiodi."Le Regioni - spiega Chiodi - si stanno riducendo esclusivamente a gestire la sanita', importantissima per i cittadini, ed i Fondi Ue, non hanno altri margini di operativita' per garantire lo sviluppo, tanto piu' quando siamo chiamati ad uno sforzo nazionale di riduzione della spesa pubblica. Lo Stato userebbe i Pon, Programmi operativi nazionali, per programmazioni ordinarie, sottraendo risorse al sistema delle Regioni. Noi chiediamo che anche sui Pon si concordino i modelli di governance, che anche le Regioni siano presenti nella programmazione. Non deve diventare un esproprio, ma deve esserci una collaborazione, proporremo un livello di governance diverso rispetto a quello che si sta delineando"
"Garantire un efficace utilizzo dei fondi, concentrare le priorita' di intervento considerando che le Regioni rappresentano il perno della programmazione finanziaria . L'Abruzzo tra le prime regioni per investimenti in ricerca e innovazione". Lo ha detto il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, intervenendo oggi, a Roma, alla tavola rotonda su "Fondi Ue 2014-2020. I programmi per crescere e contare in Europa". Chiodi e' intervenuto nella duplice veste di delegato dall'Assemblea delle Regioni europee e della Conferenza delle Regioni italiane. Nel corso dell'incontro si e' parlato della definizione dei programmi operativi per utilizzare al meglio i fondi europei, come contare di piu' in Europa con una nuova programmazione che si sta rinegoziando e una corretta gestione delle risorse. In questo contesto gioca un ruolo chiave la nuova Agenzia per la coesione territoriale incaricata del monitoraggio dei programmi operativi, degli interventi della politica di coesione e di assistenza alle Amministrazioni che gestiscono i programmi. "Attraversiamo un momento storico molto particolare in cui - ha aggiunto il presidente Chiodi - molto dipende dall'uso dei fondi europei nella nuova programmazione. Un'opportunita' unica. I programmi devono diventare davvero operativi mettendo bene in chiaro i risultati. Il sostegno dell'Unione europea puo' essere decisivo per uscire dalla crisi. Attualmente - ha proseguito - non c'e' un quadro sufficientemente chiaro. Il modello di governance proposto risulta troppo sbilanciato su programmi nazionali e penalizza di fatto le politiche di sviluppo territoriale. Come Regioni confermiamo la disponibilita' ad una strategia condivisa ma occorre concordare i contenuti essenziali. Su queste tematiche vogliamo aprire un confronto serrato con il governo. Oggi - ha quindi spiegato Chiodi - sono qui anche in rappresentanza dell'Aer che e' la piu' grande rete di autorita' regionali in tutta Europa. Riunisce quasi 230 Regioni e 35 Paesi di cui 10 Regioni italiane e 15 organizzazioni interregionali. Le risorse dei fondi strutturali europei e quelle nazionali sono fondamentali per rispondere in maniera efficace, equilibrata e duratura alla crisi economica e sociale che sta attraversando il Paese. In questa situazione - ha concluso il presidente - bisogna rafforzare il tessuto produttivo, accrescere l'occupazione e favorire l'inclusione sociale".
Il ciclo di programmazione comunitaria 2007-2013 e' stato gestito malissimo, ma e' vero che l'intero Paese in questi anni e' andato indietro. Tuttavia non siamo sempre andati cosi' male, in alcune programmazioni l'Italia ha perso cifre infinitesimali. E soprattutto i correttivi per far meglio ci sono". Questo, in sintesi, il pensiero dell'ex ministro per la Coesione Territoriale, Fabrizio Barca, che ha chiuso la prima parte dei lavori della tavola rotonda "Fondi Ue 2014-2020: i programmi per crescere e contare in Europa" a Palazzo Altieri. "L'Italia ha sempre speso molto in ritardo ed e' sempre riuscita a spendere, in due anni, una cifra pari a circa il 50% dell'intera dotazione della programmazione. E'straordinario il silenzio del Paese sulla nuova programmazione siamo cosi' schiacciati dal quotidiano che non riusciamo a discutere della programmazione di una cifra che, tra fondi europei e cofinanziamento nazionale, sara' superiore ai 50 miliardi di euro", ha aggiunto Barca. L'ex ministro ha indicato le strade per una corretta gestione e spesa delle risorse: programmi operativi cogenti, che vedano indicati nel dettaglio i progetti, i bandi, le misure e i tempi di realizzazione ("altrimenti non partiranno per Bruxelles, e' inutile copiare quelli dell'anno prima!", ha detto); un presidio per l'attuazione, che sara' in mano alla nuova Agenzia per la Coesione territoriale, che verra' incaricata del monitoraggio dei programmi operativi e dell'assistenza alle amministrazioni che gestiscono i programmi, anche con l'obiettivo di combattere gli sprechi e l'"Open Coesione", ovvero rendere noto ai cittadini come avanzano progetti e lavori. "Le Regioni rimangono il perno della programmazione comunitaria, sono d'accordo con il governatore Chiodi, no alle sbandate", ha concluso Barca, che tuttavia ha ricordato come, durante il governo Monti, si sia ragionato con le Regioni sull'esigenza di una programmazione specifica che riguardi le Citta' metropolitane.
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