Il prefetto dell'Aquila, Francesco Alecci, su richiesta del sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, ha convocato per il primo luglio prossimo una riunione del tavolo della ricostruzione, per "stabilire un percorso che porti al varo da parte del Governo di norme certe e chiare sulla ricostruzione privata". La cosiddetta ricostruzione privata e' al centro dell' inchiesta della procura distrettuale antimafia dell'Aquila che ha portato all'arresto di sette imprenditori, tra cui quattro della provincia dell'Aquila e tre "contigui al clan dei Casalesi", che procacciavano ai colleghi del cratere del terremoto manovalanza a basso costo per massimizzare i profitti nei cantieri privati. L'annuncio e' stato fatto dallo stesso sindaco dell'Aquila in una conferenza stampa che si e' svolta nel pomeriggio. Il primo cittadino ha sottolineato che stamani ha scritto per l'ennesima volta al governo nazionale per chiedere con forza l'approvazione di regole sulla ricostruzione privata la cui assenza "e' stata segnalata a gran voce, la stiamo invocando da anni, avendo evidenziato il pericolo di gravi violazioni, ma sulle quali in particolare l'ex ministro Trigilia non ci ha mai preso in considerazione", denuncia Cialente. "Ho chiesto che al tavolo partecipi anche il governo nazionale e in questo senso ha formulato una istanza al sottosegretario Legnini, referente del governo per la ricostruzione - continua Cialente - Devo dire che a differenza del precedente governo, l'attuale risponde alle nostre istanze, ma ora e' urgente operare". "Chiediamo di essere ascoltati per fare chiarezza e trasparenza", conclude Cialente. Secondo l'assessore alla ricostruzione Pietro Di Stefano, si devono introdurre criteri per la scelta dell'impresa da parte del cittadino legati "alla sicurezza, al contenimento energetico e alla riduzione dei tempi dell'intervento per la ristrutturazione della casa danneggiato dal sisma del 6 aprile 2009".
"La ricostruzione privata e' fatta con criteri privati ma con soldi pubblici, quindi bisogna stabilire delle regole". "L'indennizzo e' stato un mezzo per ricostruire piu' rapidamente e con maggiore risparmi, con i bandi pubblici si sarebbe speso il 20% in piu' oltre a correre il rischio che la longa manus degli affaristi mettesse le mani sulla ricostruzione facendo diventare l'Aquila come il Mose o l'Expo' Milano 2015". Il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, difenda la scelta di considerare "indennizzo" il finanziamento pubblico per la ricostruzione della case private, fatto questo che permette ai proprietari di affidare senza gara quindi direttamente, gli appalti, molto spesso milionari. Se dopo il terremoto si fosse deciso che la natura del finanziamento dovesse essere considerato "contributo", anche per la ricostruzione privata sarebbero stati necessari gare pubbliche. "L'errore e' stato quello di non stabilire neppure le linee guida, piu' volte denunciato dal Comune - ha spiegato ancora Cialente - e di consentire cosi' a chi vuole fare il furbo di aver spazio". Cialente ha annunciato che "su alcune vicende che non ci convincono il Comune avvia indagini interne prima di consegnare gli atti alla procura, in modo tale che per colpa di pochi non ci rimettano tutti gli aquilani".
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