Una lezione di economia internazionale davanti alla giunta regionale schierata quasi al completo. Piero Cipollone, direttore esecutivo della Banca Mondiale, è stato l'ospite d'onore del convegno "Economia del mondo, economia d'Abruzzo e parità di genere", al quale hanno preso parte anche il governatore Gianni Chiodi e la consigliera di Parità Regionale, Letizia Marinelli, con il coordinamento di Massimo Sargiacomo, dell'Università "d'Annunzio".
La premessa di Cipollone è stata lapidaria, nel primo giro di interventi: "Speriamo che il Fondo Monetario abbia indovinato le previsioni e la riduzione del Pil italiano si fermi al 2%". Non ha usato mezze misure, né giri di parole per segnalare i problemi di una economia, quella europea, che sta segnando il passo, seppur con le differenze tipiche dell'area Euro. La debolezza del Vecchio Continente, secondo Cipollone, è proprio nella mancanza di una risposta univoca alle tempeste finanziarie, con il destino dell'Europa che non è più nelle mani degli economisti. "Decisioni dei singoli paesi, in maniera poco coordinata non aiutano a uscire dalla crisi", ha detto Cipollone, "anche perché la perdita di fiducia non è un processo simmetrico". Una autentica lezione di economia che si è basata sui numeri, quelli del peso dell'Italia nel portafoglio degli investitori mondiali (3%) che è indice della complessità della sfida alla quale è chiamato a rispondere il governo Monti. Il trader infatti è poco interessato all'approfondimento delle questioni che riguardano paesi "marginali" del portafoglio ma si informa sui grandi quotidiani economici internazionali che non sempre offrono uno spaccato sereno della politica italiana, come dimostra anche il recente abbassamento di affidabilità, giunto quasi in contemporanea con il convegno.
A confortare però il pubblico è stata la dichiarazione che l'Italia, ma più in generale l'Europa, "è troppo grande per fallire, e previsioni di questo genere sono impossibili da fare, perché non ci sono modelli applicabili, né record storici da studiare".
Dal canto suo Gianni Chiodi, dopo aver mostrato il confronto tra la crescita costante del debito pubblico e la riduzione, anch'essa costante, del debito degli abruzzesi, ha espresso i suoi timori sull'arrivo della "tempesta perfetta" in finanza e ha stimolato le imprese a investire nella conoscenza, fornendo la sua personale ricetta per la crescita. "Senza l'incremento dei consumi e gli investimenti degli imprenditori non andiamo da nessuna parte", ha detto Chiodi.
"Sono aumentate anche le persone che cercano lavoro e questo ha 'peggiorato' i dati sull'occupazione", ha detto ancora Chiodi stimolando i presenti a sfruttare le opportunità concesse dalla Banca Mondiale in tema di investimenti esteri, opportunità di crescita per tutti.
Servirebbe forse un salto di qualità culturale da parte di tutti ma nel paese dei campanili (vedasi recenti polemiche su eventuali accorpamenti di enti) è forse questa la sfida più difficile da affrontare.
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