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Pubblicato il 13/09/2013 16:04

Credito, in Abruzzo persi 306 milioni di euro

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Lo studio completo della Cna

Il credito abruzzese perde, nel primo trimestre del 2013, ben 306 milioni, a tutto svantaggio di attività produttive e famiglie. Un record negativo, con le piccole banche, per la prima volta dal 2010, al di sotto della media nazionale del settore. Lo rivela uno studio realizzato da Aldo Ronci per la Cna regionale, sul primo trimestre del 2013. A fare le spese di questa ennesima dimostrazione di quanto il credit crunch mini alla base il nostro sistema produttivo, secondo i dati diffusi dalla Banca d'Italia, sono soprattutto le imprese, con ben 254 milioni di euro in meno erogato, con penalizzazioni a raffica per tutti i settori: in particolare l'industria (-115 milioni), l'edilizia (-58) e i servizi (-60), le famiglie produttrici (artigiani, commercianti e micro imprese fino a tre dipendenti) con -17. In percentuale, la variazione negativa - sempre per quel che riguarda il mondo delle imprese - è stata dell'1,62%, cifra nettamente superiore alla media nazionale (-1,12).
Sul piano territoriale, il decremento del credito alle imprese è stato pesante ed omogeneo, con punte massime a Chieti e Teramo (-75; -70) e leggermente più contenute all'Aquila (-53) e Pescara (-56). Anche in questo caso, valori percentuali medi nettamente superiori alla media nazionale, con la provincia aquilana in testa negativamente: -2,25%.
Elevata, come detto, anche la perdita registrata dalle famiglie consumatrici, con 52 milioni di euro in meno, ma per gli acquisti diversi dall'acquisto di abitazioni da parte delle famiglie consumatrici si è verificata una restrizione di 125 milioni di euro.
Nel trimestre nero del credito abruzzese, spicca dopo anni di protagonismo la caduta delle piccole banche: «Tra gennaio e marzo di quest'anno - illustra Ronci - il decremento percentuale è stato per la prima volta peggiore di quello medio italiano dal 2010. Si potrebbe ipotizzare che le vicende che interessano istituti oggetto di incorporazione da parte dei grandi gruppi nazionali abbiano già determinato un calo della sensibilità verso le esigenze della sofferente economia abruzzese».
Il confronto negativo tra credito abruzzese e nazionale si estende anche alle operazioni bancarie. Sulle operazioni "a revoca", ad esempio, il tasso praticato dal sistema bancario abruzzese è stato dell'8,62%, a fronte del 6,88% nazionale, con uno spread di 1,74 punti percentuali.
Luci ed ombre, al contrario, per quel che riguarda le cosiddette "sofferenze", ovvero i crediti diventati inesigibili: nel primo trimestre del 2013 hanno registrato un incremento di 9 milioni di euro, con una crescita sì dello 0,34%, ma di gran lunga inferiore a quella media italiana (+ 3,46%). Tuttavia, sempre nello stesso periodo, il rapporto tra "sofferenze" e credito erogato è schizzato a quota 10,45%, a fronte del 7,68% nazionale: con una differenza di ben 2,77 punti percentuali in quanto la bassa crescita delle sofferenze non è riuscita a compensare il forte decremento del credito.
Salgono, infine, i depositi e il risparmio postale, che hanno registrato una crescita di 151 milioni di euro: in valore percentuale, i depositi abruzzesi hanno segnato una crescita dello 0,62%, valore molto inferiore all'incremento nazionale (3,59%).

Lo studio completo

«Un bollettino di guerra che si ripete, ogni tre mesi, senza soluzione di continuità». Così il presidente della Cna abruzzese, Italo Lupo, ha commentato i dati relativi all'andamento del credito nella nostra regione nel primo trimestre dell'anno, e presentati questa mattina alla stampa, insieme al curatore della ricerca, Aldo Ronci, e al direttore della confederazione artigiana, Graziano Di Costanzo. Tra gli elementi più preoccupanti sottolineati da Lupo, la progressiva contrazione del credito erogato dai piccoli istituti: «Erano la nostra migliore ancora di salvezza, anche in forza del solido rapporto con il territorio e con il mondo delle piccole imprese. Ma ora, i processi di fusione e di aggregazione che stanno investendo l'Abruzzo rischiano di correggere in negativo questo circuito virtuoso. Oltretutto, il fatto che i depositi restino elevati rischia di spostare altrove, in altri territori, quanto raccolto qui».
Dito puntato verso il sistema bancario anche da parte del direttore della Cna abruzzese, Graziano Di Costanzo: «A livello nazionale il sistema bancario impiega una cifra astronomica, oltre 165 miliardi di euro, più di quanto raccolga. In Abruzzo avviene il contrario esatto, con impieghi inferiori alla raccolta per ben 416 milioni; le banche, insomma, non hanno alibi legati alla raccolta per giustificare il loro scarso interesse verso il territorio e le attività produttive».
Qualche ragione di speranza, dopo anni di attese e nonostante i tempi lunghi per l'elaborazione delle domande, arriva grazie all'imminente assegnazione, da parte della Regione, dei fondi del bando Por-Fesr per il sostegno ai confidi. Una boccata d'ossigeno di 18,5 milioni di euro, cui si aggiungeranno altri 14 individuati dai Fondi Fas: «Ma i confidi - avverte Di Costanzo - sono allo stremo, dopo essere stati lasciati soli, in questi anni, a far fronte alla domanda di credito da parte delle imprese»

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