Il processo Sanitopoli torna in aula dopo la lunga pausa estiva. Sul banco dei testimoni è salito Carlo De Benedetti, imprenditore della sanità e dell'editoria. "Non avevamo nessun interesse in Abruzzo", ha detto De Benedetti, "Dal 2002 incontrai a Chieti Enzo Angelini. Nel 2003 un mio amministratore delegato incontrò di nuovo Angelini, ma il gruppo era dissestato. Petruzzi cercò di farmi comprare Villa Pini insieme a lui ma la trattativa non andò a buon fine".
De Benedetti precisa anche i suoi rapporti con le Istituzioni: "La mia azienda non incontrò le istituzioni. Ci fu solo un pranzo con Del Turco nel 2008, al quale ribadimmo che non eravamo interessati a Villa Pini, Non volevamo comprarla perché era fallita. Non eravamo interessati e lo ribadimmo a Del Turco. In pochi minuti il discorso terminò e parlammo d'altro".
Nel corso della sua deposizione De Benedetti ha parlato in particolare di un pranzo al ristorante Il Bolognese di Roma, al quale non era presente, in cui suo figlio e l' amministratore di una società' del suo gruppo, dichiararono la loro indisponibilita' a Del Turco ad acquisire il gruppo Angelini. Il testimone ha parlato anche della colazione organizzata a casa sua. "Non so - ha detto- da chi fu sollecitato l'incontro. A me fu sollecitato dall'amministratore delegato di Hss. Ho accettato di vedere Del Turco di buon grado in quanto lo conoscevano sin dai tempi del sindacato. Il motivo dell'incontro era perche' Del Turco desiderava che investissimo nel settore della sanita' in Abruzzo, l'ex presidente era comunque al corrente che noi non eravamo interessati alle cliniche di Angelini. Questo argomento l'abbiamo trattato molto rapidamente, poi abbiamo parlato di altro"
Secondo l'ex imprenditore della sanita' Vincenzo Angelini, De Benedetti dice il falso e "dimostra la sua affinita' con Del Turco in quanto e' dimostrato che nel 2005 Villa Pini aveva zero debiti e 36 milioni sui conti". Le dichiarazioni di Angelini sono state rilasciate ai cronisti al termine della testimonianza in aula di Carlo De Benedetti.
'De Benedetti mente: e' evidente la condivisione di interessi tra lui e Del Turco'. Vincenzo Angelini e' uscito dall'aula del tribunale di Pescara per incontrare espressamente i cronisti e recitare la sua controaccusa alle dichiarazioni che ha reso in aula l'ingegnere. 'Come puo' dire che nel 2002 ero in prefallimento con il gruppo Villa Pini quando sulla bozza di preacquisto mi offri' 140 milioni, di cui 70 subito e 70 dopo cinque anni? De Benedetti mente perche' io nel 2002 stavo bene, e nel 2005 non avevo debiti e 36 milioni di euro liquidi in banca'. Vincenzo Angelini spiega che 'lui studio' bene 10 anni fa la situazione del gruppo, e siccome non e' stato mai uno che regala nulla se decise di portare dei soldi e' perche' sapeva che gli conveniva. E si e' ben guardato dal dire in aula che fui io a rifiutare l'affare non lui. Io rifiutai perche' nella bozza di contratto c'era scritto che sarei rimasto amministratore delegato del gruppo per tre e non cinque anni: cosa sarebbe successo ai conti di Villa Pini nei due anni successivi? Avrei ripreso alla scadenza del contratto quei 70 milioni? E' evidente - ha concluso l'ex patron di Villa Pini - l'adattamento di De Benedetti ad alcune tesi'.
"Questa udienza è importante come lo sono state tutte le altre da quando e' iniziato il processo". Lo ha detto l'ex presidente della Regione Abruzzo Ottaviano Del Turco, a margine del processo a Pescara su presunte tangenti nella sanita' abruzzese. "Le udienze - ha proseguito Del Turco - sono interminabil. Siamo quasi al quinto anno, stiamo arrivando quasi dentro il quinto anno. Mi auguro che questa udienza faccia luce su cose importanti. Ci sono state tante udienze nate all'insegna di un rafforzamento delle prove accusatorie: si sono rivelate preziose per la difesa di questo processo". Del Turco poi ha parlato delle occasioni in cui ha preso la parola in aula, come la volta in cui ha replicato alle dichiarazioni dell'ex autista di Angelini, Dario Sciarelli, che aveva sostenuto di esse andato tante volte a Collelongo.
"Ho chiesto - ha detto - la parola due o tre volte. La prima per precisare che non avevo mai incontrato un signore che diceva di essere stato a casa mia dieci o dodici volte, anzi, sempre portando chissà quanti milioni di euro. E' indimenticabile una faccia che viene molte volte a casa tua portandovi la befana ogni volta: non l'avevo mai visto. L'altra volta che sono intervenuto e' quando ho dovuto chiarire cose che erano importanti perché la corte sapesse anche la mia opzione e oltre quella del dottor Angelini".
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