Il premier albanese, Edi Rama, intervenendo al convegno che ha chiuso la due giorni dedicata alla conferenza sulla macroregione Adriatico-Ionica, organizzata dal presidente della Giunta regionale, Luciano D'Alfonso, si è detto soddisfatto, perché "l'Abruzzo rappresenta un importante punto di riferimento, partner sicuro nel percorso dell'integrazione nell'Unione europea". Un percorso, ha aggiunto Rama, che tanti albanesi, 13 mila in Abruzzo, il 18 per cento degli stranieri nella nostra regione, hanno già avviato spontaneamente. Rama ha citato D'Annunzio e Marciano ma soprattutto ha evidenziato la necessità di raccogliere la sfida del coordinamento tra le otto regioni transfrontaliere e sviluppare accanto alla pace, la ricchezza, i mercati, la tutela ambientale, le infrastrutture. Tratteggiare quale deve essere la nuova stagione della Dorsale Adriatica. La prima risposta è arrivata da Ivan Jakovcic, relatore al Parlamento europeo della macroregione Adriatico-Jonica che questa sera, a Pescara, ha dichiarato che inserirà nel suo piano d'Azione l'allungamento del tracciato ferroviario da Ancora fino a Bari, assicurando l'alta velocità per le regioni fino ad ora escluse, tra cui l'Abruzzo. Durante i lavori del convegno, che ha chiuso la due giorni dedicata alla conferenza sulla Macroregione, il presidente D'Alfonso ha accolto con favore la garanzia dell'eurodeputato Jakovic, "corteggiato" con l'obiettivo di recuperare la posizione minoritaria dell'Abruzzo e delle regioni Adriatiche. D'Alfonso ha rilanciato con forza la necessità che le "Istituzioni offrano convenienze". "Se c'è crisi nell'Ue - è stato il suo ragionamento - è perché non si danno risposte ai cittadini". Per il Presidente, le carenze infrastrutturali, ovvero tracciati che dovrebbero essere più lunghi degli Stati ed invece sono spezzettati, discontinui, sono una ragione di rottura di fiducia tra le istituzioni e le popolazioni. "Stasera sull'alta velocità abbiano ottenuto la declaratoria - ha detto il Presidente - ma la macroregione dovrà occuparsi anche di tutela dell'Adriatico, una cloaca bombardata dal ferro. D'Alfonso ha chiesto che sulle piattaforme petrolifere "si spenda una parola chiara e rigorosa: non è possibile che in Italia ci sia il rigore e in Croazia si rilascino 29 autorizzazioni. Ragionerò con la Croazia per un allineamento e di cosa deve essere il mare blu"
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