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Pubblicato il 26/04/2014 22:10

Elezioni Regionali, consegnate 4 candidature

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Gianni Chodi, Luciano D'Alfonso, Sara Marcozzi e Maurizio Acerbo

Quattro aspiranti Governatori per la Regione Abruzzo e 14 liste: otto per Luciano D'Alfonso (Partito Democratico, Regione facile e veloce, Valore Abruzzo, Italia dei valori, Sel, Partito socialista, Centro democratico, Abruzzo civico); quattro per il governatore uscente Gianni Chiodi (Forza Italia, Ncd-Udc, Fratelli d'Italia-An e Abruzzo Futuro); una per Sara Marcozzi (Movimento 5 Stelle) e una per il Prc Maurizio Acerbo (Un'altra regione con Acerbo). Alle 12 si e' chiuso il termine, alla Corte d'Appello dell'Aquila, per la presentazione degli schieramenti per le elezioni regionali del 25 maggio prossimo in concomitanza con le Europee. Semplice, potrebbe sembrare, ma la sfida a quattro e' tra polemiche su nomi e vicende giudiziarie .

Pesano su D'Alfonso anche le questioni poste dagli alleati su alcuni nomi: l'ex assessore della Giunta Chiodi, Angelo Di Paolo (candidatura fallita all'ultimo momento), risultata indigesta se non altro perche' pescata dalla parte avversaria; Giorgio D'Ambrosio, al centro di un'inchiesta a Pescara per la gestione dell'acqua in relazione alle vicende della megadiscarica a Bussi. "Nessuno ha diritto di veti sulla mia persona e' stata la sua risposta. La mia candidatura non e' ritirabile. Vogliono fare uscire il Centro Democratico dalla coalizione? Cosi' perdono le elezioni". L'ufficio di presidenza nazionale del Cd, guidato da Bruno Tabacci, in una nota afferma: "Il Cd non e' vassallo del Pd. Sulla questione morale non accettiamo lezioni da D'Alfonso". A fronteggiarli, l'unica candidata donna, Sara Marcozzi del M5S. "Gli altri candidati - dice rappresentano dal primo all'ultimo il vecchio che avanza e il clientelismo". Infine, Maurizio Acerbo, candidato Prc, forte delle battaglie ambientaliste che da anni promuove sul territorio, tra tutte il progetto petrolifero Ombrina Mare, a largo della Costa dei Trabocchi e Bussi, e tra i primi firmatari di leggi innovative per l'Abruzzo, come quella sull'uso terapeutico della cannabis.

Un terzo dei consiglieri regionali uscenti non sara' ricandidato alle elezioni del prossimo 25 maggio. E' quanto emerge da uno screening delle liste con 30 degli uscenti che proveranno a tenersi il posto a palazzo dell'Emiciclo mentre 15 sono rimasti fuori dalle liste. Per tutti sara' piu' difficile ottenere la riconferma, visto che il numero di posti scende da 44+1, il governatore, dell'ultima tornata, a 30+1 con il nuovo assetto. Tra chi si e' fermato al palo, casi politico-giudiziari, come quello dell'ex assessore Luigi De Fanis, arrestato per un'inchiesta e da poco tornato in liberta', chi ha deciso di fare solo il consigliere comunale e il medico, come il vice presidente uscente Giorgio De Matteis, chi si candida sindaco, chi e' vittima del gioco delle liste e cosi' via. Per quanto riguarda la Giunta regionale, gli assessori consiglieri sono tutti ricandidati mentre tra i due esterni Mauro Di Dalmazio si' e Federica Carpineta no. I ricandidati sono: Maurizio Acerbo, Nicola Argiro', Franco Caramanico, Alfredo Castiglione, Riccardo Chiavaroli, Gianni Chiodi, Camillo D'Alessandro, Giovanni D'Amico, Walter Di Bastiano, Giuseppe Di Pangrazio, Mauro Febbo, Paolo Gatti, Gianfranco Giuliante, Emilio Iampieri, Carlo Masci, Antonio Menna, Nicola Mincone, Giandonato Morra, Emilio Nasuti, Nazario Pagano, Lucrezio Paolini, Alessandra Petri, Antonio Prospero, Luca Ricciuti, Marinella Sclocco, Lorenzo Sospiri, Daniela Stati, Luciano Terra, Lanfranco Venturoni, Nicoletta Veri'. I non ricandidati, invece, sono Walter Caporale, Carlo Costantini, Cesare D'Alessandro, Luigi De Fanis, Giorgio De Matteis, Giuseppe Di Luca, Emiliano Di Matteo, Angelo Di Paolo, Gino Milano, Paolo Palomba, Berardo Rabbuffo, Claudio Ruffini, Antonio Saia, Camillo Sulpizio, Giuseppe Tagliente.

Rifondazione Comunista, che partecipa con il proprio candidato alla Presidenza della Regione Abruzzo, Maurizio Acerbo, schiera tra i candidati consigliere nel collegio di Teramo, Davide Rosci. Il giovane teramano, leader della formazione di estrema sinistra Azione Antifascista, e' attualmente agli arresti domiciliari perche' sta scontando la condanna, confermata anche in Appello, a sei anni di reclusione per l'assalto al blindato dei carabinieri negli scontri a Roma, il 15 ottobre 2011. Rosci, che ha subito anche un processo per scontri politici a Teramo ed e' stato assolto in primo grado, nonostante il procedimento giudiziario aperto, non ha carichi pendenti, per cui la sua candidatura e' possibile. Piu' difficile poter svolgere una regolare campagna elettorale, visto che agli arresti domiciliari gli e' vietato tenere contatti con persone diverse dai famigliari. Per Rosci non e' la prima esperienza elettorale. Cinque anni fa si candido' a consigliere comunale e sfioro' per poco l'elezione, risultando il primo dei non eletti, sempre con Rifondazione Comunista

 

 

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