gestionale telefonia Gestionale Telefonia
HOME » PRIMO PIANO » ESPLODE DEPOSITO DI UNA FABBRICA DI FUOCHI D'ARTIFICIO NEL PESCARESE
Pubblicato il 26/07/2013 07:07

Esplode deposito di una fabbrica di fuochi d'artificio nel pescarese

pescara, città sant'angelo, picciano, florindi, di giacomo, fabbrica fuochi d'artificio, villa cipressi

Quattro morti nello scoppio

Un boato terrificante di centinaia di chili di polvere pirica che ha subito ammazzato tre persone della famiglia Di Giacomo, il titolare Mauro e il fratello Federico, piu' l'altro parente Roberto. L'esplosione della fabbrica di fuochi d'artificio di Villa Cipressi a Città Sant'Angelo ha investito anche Alessio che arriva di corsa insieme ai soccorritori, che gli dicono di allontanarsi, di stare attento. Il ragazzo invece si butta tra le macerie per tentare di salvare padre e zio ma viene investito da una seconda e potente esplosione lo colpisce in pieno.

Anche 4 vigili del fuoco vengono feriti da questo scoppio bis, uno in modo serio. Alessio per ora e' l'unica vittima riconosciuta all'obitorio della tragedia di Villa Cipressi: dei tre Di Giacomo non c'e' ancora traccia, spariti nel fungo 'atomico' creato da almeno 10 tonnellate di polvere da sparo. Per una vittima accertata ecco poi il miracolo della nonna dei Di Giacomo: a 92 anni e' uscita miracolosamente illesa dall' abitazione attigua alla fabbrica esplosa, ma non si sarebbe resa conto di quanto stesse avvenendo. In un primo momento era stata data per dispersa nel crollo seguito allo scoppio.

Ma Gilda Tauro, la decana della famiglia Di Giacomo, e' in condizioni cliniche discrete, considerato che soffre di una forma di demenza senile. E non sara' facile per le forze dell'ordine se e come proseguire nella ricerca dei dispersi, in quanto c'e' il forte pericolo di nuove esplosioni per la presenza di polvere nera e fuochi di artificio inesplosi. L'enorme area del cratere - campi coltivati, boschi, uliveti, colline e dirupi - e' ancora interdetta e dovra' essere bonificata dagli artificieri, perche' come hanno spiegato i carabinieri ''con la deflagrazione in tutta l'area si sono disseminati gli ordigni, le bombette con le quali si fanno i fuochi d'artificio''.

La Procura di Pescara ha gia' aperto un fascicolo con l'ipotesi di reato di disastro colposo e omicidio plurimo colposo a carico di ignoti: l'inchiesta e' nelle mani del pm Anna Maria Giusti.

********

Nell'esplosione della fabbrica di fuochi artificiali a Citta' Sant'Angelo e' rimasto ucciso Alessio Di Giacomo, figlio di uno dei proprietari dell'impresa 'Fratelli Di Giacomo'. Alessio Di Giacomo, figlio del titolare della ditta, Mauro, attualmente disperso, e' stato soccorso dopo la prima esplosione dal personale del 118, racconta Emanuele Cherubini. Gli e' stato detto di stare lontano dalla zona interessata al boato ma lui ha comunque voluto raggiungere l'area ed e' stato investito dalla seconda esplosione che lo ha travolto.

Oltre allo stabilimento, la ditta ha subito ingenti danni alle vicine attivita' commerciale e abitazioni.

Dopo la prima violenta deflagrazione, ne sono seguite altre. La seconda e' stata quella piu' violenta che investito una squadra dei Vigili del Fuoco ferendone uno in modo piu' serio. La prima grande esplosione avrebbe avuto un raggio di quattro chilometri, provocando l'incendio di alcuni ettari di terreno circostante. Nella zona l'incidente ha destato dolore, ma anche stupore perche' la famiglia Di Giacomo e' conosciuta come una delle piu' professionali e affermate nel campo dei fuochi pirotecnici

Otto, secondo fonti ospedaliere, sono i feriti che risultano essere stati accompagnati nei nosocomi di Pescara e di Penne dopo le prime cure nel posto medico avanzato allestito nei pressi del luogo dell'esplosione. Due di loro sono in prognosi riservata a Pescara. I rimanenti, meno gravi, a Penne. Sia nell' ospedale pescarese sia in quello di Chieti i reparti di rianimazione sono pronti per accogliere eventuali feriti gravi.

La ricostruzione dell'esplosione che ha ucciso Alessio Di Giacomo

E' andato incontro alla morte per disperazione e con incoscienza: Alessio Di Giacomo, 22 anni a settembre, figlio del titolare Mauro, non era al lavoro insieme agli altri familiari, ma e' corso subito sul luogo del disastro di Villa Cipressi, dove pochi minuti prima, intorno alle 10,30, una deflagrazione aveva raso al suolo la fabbrica di fuochi d'artificio della famiglia. Gli operatori del 118 appena arrivati hanno tentato di fermarlo, ma lui voleva andare verso il cratere per provare a salvare il padre e lo zio, ma proprio in quell'attimo la seconda terrificante esplosione lo ha centrato in pieno.

''Siamo arrivati sette minuti dopo il primo lo scoppio - ha poi confermato il dottor Cherubini, il responsabile del 118 pescarese - e' stato come vedere una scena di guerra con lapilli e materiale ricaduto fino a quattro chilometri. Ho visto dopo l'esplosione un ragazzo che mi e' corso vicino e gli ho detto di allontanarsi. Dopo non l'ho visto piu'''. Si e' immolato cosi', mentre mezza provincia pescarese era rimasta attonita sia per il boato sentito a chilometri, sia per il fungo 'atomico' che campeggiava tra le campagne di Elice e Citta' S.Angelo e che si vedeva da ovunque alto nel cielo. Ma se c'e' un figlio che sconvolto si fa travolgere dall' esplosione e perde la vita, ecco un altro zio, Adriano, salvo per caso. E' attonito in lacrime dinanzi alla tragedia: la mattina, si era staccato dai fratelli Mauro e Federico per andare in centro a Citta' Sant'Angelo per una visita medica. ''Non avevamo operai - dice tra i singhiozzi - era un'azienda familiare la migliore d'Abruzzo''.

La testimonianza di Adriano Di Giacomo

Salvo per caso. Ora e' in lacrime dinanzi alla tragedia. Adriano oggi invece di stare a fianco ai fratelli Mauro e Federico era andato in centro a Citta' Sant'Angelo per una visita medica. ''Non avevamo operai - dice tra i singhiozzi - era un'azienda familiare la migliore d'Abruzzo''. Adriano non riesce a capacitarsi perche': ''Era il miglior laboratorio d'Abruzzo, avevamo rifatto tutto da capo, era tutto nuovo. Belle coperture, tutte coibentate, muri da 40 centimetri''

Ma cosa puo' essere successo? ''So che Mauro si stava preparando perche' doveva andare a Chieti, stava lavorando sulle 'bombe' gia' chiuse, ma il nostro era un ambiente fresco e all'avanguardia. Non so proprio darmi una spiegazione''. Sul luogo del disastro e' arrivato anche il genero di Federico Di Giacomo, Loris il quale conferma che ''la fabbrica era tra le piu' in regola per perfezione e pulizia. Anche io ho fatto questo lavoro, e tutti sappiamo che i discorsi sulle tragedie sono all'ordine del giorno: sai quando inizi - conclude - non sai se finisci''. 

Poche speranze di trovare i dispersi

 

Si sono fatte sempre piu' deboli, con il passare delle ore, le speranze di trovare vive le tre persone disperse a seguito dell'esplosione, avvenuta questa mattina a Villa Cipressi di Citta' Sant'Angelo, nella fabbrica di fuochi pirotecnici dei fratelli Di Giacomo. Le ricerche da parte dei carabinieri sono state sospese - e per i militari dell'Arma si tratta ufficilamente di dispersi - e riprenderanno domani mattina contestualmente alla bonifica dell'area da parte degli artificieri. Man mano che proseguivano le ricerche nella giornata di oggi, pero', si spegnavano le speranze di trovare in vita i tre, tutti componenti della famiglia Di Giacomo.

Per Alessio, il 22enne figlio di Mauro, che era il titolare, non c'e' stato niente da fare, e' morto sul colpo dopo la seconda deflagrazione, nonostante gli fosse stato consigliato di non avvicinarsi. Della stessa famiglia sono rimasti feriti un altro figlio del titolare, Gianmarco, ricoverato in prognosi riservata, e il nipote Giordano (30 giorni di prognosi), oltre alla madre, di 87 anni (8 giorni di prognosi). Illesa la bandante, anche lei della famiglia. Dei cinque vigili del fuoco feriti, il piu' grave e' in prognosi riservata in Chirurgia uno. L'area interessata a questo episodio, che e' stata sequestrata, e' ancora cosparsa di materiale inesploso per cui e' particolarmente pericolosa e potrebbe attivarsi in qualsiasi momento una nuova esplosione. Per questo sara' piantonata da parte delle forze di polizia e dai vigili del fuoco, anche per evitare l'ingresso dei curiosi. Due abitazioni - riferiscono i carabinieri della compagnia di Montesilvano, coordinati dal capitano Enzo Marinelli - sono state evacuate e sono state dichiarate inagibili mentre le abitazioni circostanti hanno subito danneggiamenti dei tetti e degli infissi, causati dai detriti dell'esplosione e dal notevole spostamento d'aria.

''Purtroppo non abbiamo piu' speranze che trovare solo i resti dilaniati dei corpi dei tre dispersi''. Lo ha detto il dottor Emanuele Cherubini, responsabile provinciale del 118 di Pescara che sta coordinando i soccorsi in collaborazione con le forze dell'ordine.

 ''Siamo arrivati sette minuti dopo lo scoppio - ha detto il dottor Cherubini - E' stato come vedere una scena di guerra con lapilli e materiale ricaduto fino a quattro chilometri. Ho visto dopo l'esplosione un ragazzo che mi e' corso vicino e gli ho detto di allontanarsi. Dopo non l'ho visto piu'''. ''Credo - conclude - che prima di domani sara' difficile provvedere al recupero dei tre dispersi perche' al momento le condizioni nei pressi dei resti della fabbrica esplosa sono ancora molto difficili''

I soccorritori e le forze dell'ordine stanno decidendo se e come proseguire nella ricerca dei dispersi, in quanto c'e' il forte pericolo di nuove esplosioni per la presenza di polvere nera e fuochi di artificio inesplosi. L'enorme area del cratere - campi coltivati, boschi, uliveti, colline e dirupi - e' interdetta e dovra' essere bonificata dagli artificieri, perche' come hanno spiegato i carabinieri ''con la deflagrazione in tutta l'area si sono disseminati gli ordigni, le bombette con le quali si fanno i fuochi d'artificio''. Sara' molto difficile recuperare i corpi, o di quello che resta, dei tre dispersi perche' l'epicentro della devastante esplosione sentita nel raggio di chilometri, e' avvenuta proprio all'interno del corpo fabbrica dove stavano lavorando i tre Di Giacomo


Uscita illesa la 92enne

E' uscita miracolosamente illesa dall'abitazione attigua alla fabbrica esplosa, ma non si sarebbe resa conto di quanto stesse avvenendo, la 92enne (e non 85enne come scritto prima) in un primo momento data per dispersa nel crollo seguito allo scoppio. Gilda Tauro e' la decana della famiglia Di Giacomo. Le e' stato riscontrato un forte stato d'ansia ma condizioni cliniche discrete. Ora e' nel reparto di Geriatria del San Massimo di Penne.

La prima ricostruzione

Le persone disperse dopo l'esplosione nel pescarese sono Mauro Di Giacomo, 45 anni, titolare della fabbrica e padre della vittima, Federico Di Giacomo, fratello del titolare, e Roberto Di Giacomo, di cui al momento non si conosce il grado di parentela con il proprietario dell'azienda. Tra le persone messe in salvo dai soccorritori la nonna della vittima e la badante. Quest'ultima e' stata portata in salvo dai carabinieri del radiomobile di Montesilvano prima della seconda esplosione. La nonna e' stata recuperata subito dopo ed e' stata trasportata all'ospedale di Penne. La donna, malata di alzheimer, ha riportato ferite lievi. Tra le persone che si sono salvate Gian Marco Di Giacomo, fratello della vittima, e Giordano Di Giacomo, che si e' rifugiato nel bunker.

Per spegnere i roghi che da questa mattina sono in corso a Villa Cipressi di Citta' Sant'Angelo dopo l'esplosione della fabbrica di fuochi d'artificio, stanno lavorando anche elicotteri e un Canadair, per far arrivare l'acqua direttamente sulla zona interessata. Sul luogo dell'incidente e' arrivato anche il pm di turno, Annalisa Giusti.Per appurare cosa sia accaduto a Villa Cipressi di Citta' Sant'Angelo e cosa abbia determinato l'esplosione della fabbrica di fuochi artificiali, con annessa vendita di articoli pirici, stanno arrivando sul posto i carabinieri del Ris di Roma. Nella zona interessata alle tre esplosioni (la prima simile a un fungo) ci sono i carabinieri della compagnia di Montesilvano, coordinati dal capitano Enzo Marinelli, quelli del Nucleo Investigativo, con il capitano Eugenio Stangatone, e il personale della questura di Pescara, con il dirigente delle volanti Alessandro Di Blasio.

E' stato creato un punto di raccolta per amici e parenti della famiglia Di Giacomo e una tenda e' stata allestita per i soccorsi. Il raggio di azione dei 'botti' e' stato di cinque chilometri. Quando si e' diffuso il nome del giovane deceduto a Villa Cipressi e' tornato il sindaco di Citta' Sant'Angelo, che aveva raggiunto il Comune per collaborare con la Protezione civile provinciale.

A Villa Cipressi, dopo l'esplosione della fabbrica di fuochi d'artificio "Fratelli Di Giacomo", c'e' anche il prefetto Vincenzo D'Antuono, che si e' avvicinato alla zona dove si e' verificato l'incidente. "Tutta la zona sara' circoscritta, transennata e sottoposta a tutela e sara' bonificata" ha detto ai giornalisti. "Ci sono ancora delle fonti di rischio per i cittadini e sono a lavoro artificieri e vigili del fuoco. Saranno necessari giorni, probabilmente. I focolai di incendio sono motivo di attenzione - ha aggiunto - considerato che alla base di tutto c'e' la polvere pirica. La sala della protezione civile in prefettura e' stata attivata immediatamente e sara' chiusa quando sara' conclusa la situazione, cioe' quando non ci sara' piu' alcun rischio - ha proseguito. Solo allora metteremo la parola fine - ha detto sempre D'Antuono - a questa tragica, drammatica situazione". Quanto alle cause "sono in corso accertamenti tecnici. Sono diverse le ipotesi ma non si puo' arrivare a nessuna conclusione".

 

Foto Credit Adamo Di Loreto/BuenaVista/*photo

© Riproduzione riservata

Condividi:

Articoli Correlati



Utenti connessi: 2