Il gruppo di Forza Italia alla Regione torna a puntare il dito contro la riforma del trasporto pubblico locale in Abruzzo, cioe' la fusione di Arpa, Sangritana e Gtm, che lunedi' prossimo approdera' in consiglio regionale. Secondo i consiglieri regionali Lorenzo Sospiri, Mauro Febbo e il deputato Fabrizio Di Stefano, non ci saranno risparmi relativamente ai costi della politica "perche' - hanno sostenuto in conferenza stampa - il Cda, che sara' composto da cinque membri, costera' di piu' rispetto agli attuali tre Cda di Arpa, Sangritana e Gtm. Il costo attuale - hanno precisato- e' di 296 mila euro, mentre con la riforma l'unico Cda costera' 396 mila euro". Nel mirino di Forza Italia anche il costo del biglietto unico "che - hanno evidenziato - costera' il 5 per cento in piu' rispetto all'attuale prezzo dei biglietti". I rappresentanti dell'opposizione hanno posto anche la questione della equiparazione degli stipendi del personale di tutte e tre le societa' "se non ci sara' una razionalizzazione - ha sottolineato Di Stefano - i costi schizzeranno all'infinito. Si fanno invece bandi per assumere 240 persone. Ben vengano nuovi posti di lavoro, ma in una clima di calcolo ponderato altrimenti tra qualche anno il trasporto pubblico abruzzese gestito dalla Regione arrivera' al collasso ed entreranno i colossi privati da fuori". Gli esponenti di Forza Italia, dopo aver ricordato la vicenda delle parcelle per 700mila euro dei due professionisti esterni incaricati di mettere a punto gli atti per arrivare alla fusione, hanno detto che non si tratta di "una riforma epocale" e che "alla fine pagheranno gli utenti".
La replica di Camillo D'Alessandro
"Il centro destra non ha diritto alla parola sulla societa' unica dei trasporti. Ci troviamo di fronte a persone che nel 2011 avevano approvato in Giunta il progetto di fusione, diventato poi legge nel 2012, guardandosi bene dal realizzarla, con il risultato di aver portato al fallimento Arpa, e per la stessa via le altre societa'". E' la risposta polemica del consigliere delegato, Camillo D'Alessandro, alle affermazioni dei consiglieri regionali di Forza Italia. "Di tutto cio' - riprende D'Alessandro - e' consapevole il consigliere regionale, Emilio Iampieri, che oggi fa conferenze stampa e ieri il componente del cda dell'Arpa, all'epoca in cui si scrivevano crediti falsi che diventavano debiti veri e si acquistavano autobus senza copertura finanziaria che, oggi, incidono per 89 milioni di euro l'anno sul bilancio di Arpa". Sulla questione dei costi del Cda, D'Alessandro avverte che "e' stato proprio il consigliere Febbo, in Commissione, con tanto di verbale alla mano, che ricorderemo a tutti lunedi' in Consiglio, a evidenzare che il presidente di una societa' con 1600 dipendenti - perche' questo sara' la societa' unica - dovesse avere uno stipendio adeguato. La maggioranza ha accolto quella osservazione ed in Commissione si e' arrivati ad un testo condiviso. Appare strano che oggi si imputino costi eccessivi del Cda, anche se Febbo ne e' stato il primo proponente".
D'Alessandro procede spiegando che "Arpa era tecnicamente fallita, Sangritana non lo era solo perche' ogni chilometro veniva retribuito dalla Regione con circa 11 euro, mentre Gtm con 4 euro, Arpa con due euro. Se solo si fosse applicato un rimborso uguale per tutti Arpa avrebbe avrebbe migliorato i conti e Gtm e Sangritana sarebbero immediatamente fallite. Tanto e' vero - spiega D'Alessandro - che e' stata la Sangritana a chiedere pubblicamente, negli anni passati, di essere parte e dentro il progetto di un'unica societa', proprio perche' l'esclusione dal ferro avrebbe comportato, nel giro di pochi mesi, il fallimento dell'azienda". Il consigliere delegato si sofferma poi sul personale. "Abbiamo avviato con le organizzazioni sindacali un confronto che ha l'obiettivo di arrivare alla definizione di un nuovo contratto unico, per la futura societa' unica, in modo da superare i tre attuali. Per garantire i lavoratori faremo in modo di incidere non sulle competenze economiche a loro spettanti ma sulla produttivita', ovvero sulla riorganizzazione del lavoro. Non ci saranno esuberi, saranno salvaguardati i livelli occupazionali e la retribuzione, ma tutti saranno chiamati a lavorare di piu' e allo stresso modo, ponendo fine a disparita' tra le tre societa', oggi non piu' sostenibili. Fatto questo dovremo arrivare al 2019 ad avere una societa' organizzata ed efficientata, capace di vincere le gare o di poter gestire un affidamento diretto e non certo agli attuali costi ma a quelli standard che il legislatore ci impone". Infine D'Alessandro: "La societa' unica di fatto ha salvato 1600 posti di lavoro, ora si deve occupare dell'utenza. Le riforme si fanno per i cittadini e questo sara' il nostro scopo ultimo. Di tutta questa storia da un lato, con il Centro destra, rimarra' traccia della spartizione di poltrone e potere, cause del fallimento del sistema trasportistico abruzzese; dall'altro, tra qualche anno, a nostro favore, sara' chiaro il coraggio di oggi che produrra' risultati. Lunedi' - conclude D'Alessandro - in Consiglio mi divertiro' a raccontare verita' nascoste a cui loro saranno chiamati a rispondere, ben sapendo che hanno gia' da scontare la condanna di non aver fatto cio' che potevano fare".
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