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Pubblicato il 22/08/2012 09:09

Fucino, i sindaci chiedono lo stato di calamità

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Febbo: ci siamo mossi per tempo

 "Come anticipato nei giorni scorsi, mi sono mosso già da tempo nelle sedi opportune, sia come assessore regionale sia come coordinatore della cabina di regia permanente costituita tra i colleghi delle altre regioni del Mezzogiorno, per affrontare in modo adeguato l'emergenza siccità nella nostra regione che sta causando notevoli difficoltà soprattutto nel Fucino". Così l'assessore regionale alle Politiche agricole, Mauro Febbo riguardo la richiesta, presentata dai sindaci di alcuni Comuni dell'area, affinché si attivino tutte le procedure per la richiesta dello stato di calamità. "La struttura - aggiunge Febbo - si era attivata ancor prima di questa richiesta e, del resto, lo stesso Ministro Catania si era messo al lavoro, visto il perdurare della siccità appesantita da questi giorni di gran caldo, per accelerare le procedure volte alla dichiarazione dello stato di calamità naturale per far fronte ai danni arrecati al settore agricolo. La dichiarazione dello stato di calamità naturale infatti, rappresenta la condizione necessaria per consentire l'attivazione del Fondo di solidarietà nazionale e quindi l'attribuzione dei fondi necessari ad affrontare l'emergenza. Lavoriamo a stretto contatto con gli uffici ministeriali per attivare tutte le procedure necessarie per giungere nel più breve tempo possibile ad una soluzione positiva". 

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Il sistema agricolo fucense è in sofferenza per l'emergenza idrica ed il sindaco di Avezzano, Giovanni Di Pangrazio, con i colleghi di alcuni comuni dell'area, tra cui Luco dei Marsi, Trasacco, Gioia dei Marsi, Aielli e Pescina raccoglie l'allarme di Coldiretti, Confagricoltura e Cia e lancia un appello alla Regione, affinché attivi le procedure per lo 'stato di calamita'".

"Quel riconoscimento - affermano i sindaci - è indispensabile per consentire agli operatori del mondo dell'agricoltura, già duramente provati dalla grave crisi di mercato, di chiedere le agevolazioni e gli eventuali contributi a fronte dei pesanti danni subiti a causa della riduzione delle produzioni agricole e zootecniche derivanti anche dall'assenza di un sistema idrico efficiente". Carenza, quest'ultima, che con il radicalizzarsi delle situazioni climatiche riporta in primo piano il vecchio progetto del sistema di irrigazione che, dopo oltre un decennio, nonostante il susseguirsi di governi regionali, ancora non arriva alla meta: la realizzazione segnerebbe una svolta epocale per la Marsica. "A oggi, purtroppo - continuano i primi cittadini - dopo anni di discussioni in materia, si continua ad assistere al rimpallo delle responsabilità mentre i terreni si allagano nei periodi invernali e soffrono la grave crisi idrica nei periodi di calura estiva. E' difficile pensare che si possa risolvere il problema con l'utilizzo dei pozzi per scopi irrigui e le ordinanze di divieto di irrigazione nei fine settimana cercando con le stesse di garantire un minimo di presenza di acqua nei canali del fucino almeno per quelle 48 ore".

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