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Pubblicato il 07/08/2012 10:10

Il credit crunch strozza imprese e famiglie

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177 milioni di euro in meno erogati dal sistema creditizio in Abruzzo. I dati forniti dalla Cna

In Abruzzo il credit crunch si fa sentire meno, rispetto alla media italiana ma questo non consola gli operatori economici, alle prese con una stretta sull'erogazione di fondi da parte delle banche. La Cna abruzzese ha diffuso i dati sull'andamento del credito nei primi tre mesi dell'anno: tra gennaio e marzo del 2012 - questa la sintesi della ricerca realizzata da Aldo Ronci su dati elaborati dalla Banca d'Italia - il temuto "credit crunch" ha infatti eroso pesantemente le risorse destinate al mondo delle imprese e alle famiglie, con ben 177 milioni di euro erogati in meno rispetto all'ultimo trimestre del 2011: 24 miliardi e 899 milioni, contro 24 miliardi e 545 milioni. Scenario ben diverso solo dodici mesi fa, quando, al contrario, lo stesso periodo aveva fatto registrare un saldo attivo pari a 487 milioni di euro. A presentare il saldo piu' negativo e' stata proprio la quota-parte destinata al sostegno delle attivita' produttive: all'appello mancano infatti ben 139 milioni di euro, contro i 38 "sottratti" alle famiglie. Sul piano territoriale, sono le province di Pescara (-79) e Teramo (-48) quelle che hanno fatto segnare i risultati peggiori, in generale, nell'erogazione del credito. Un dato negativo, quello del territorio adriatico, che si conferma in pieno nella quota-parte di credito erogato alle imprese, con la flessione pesante del Pescarese (-63), ma cadute consistenti anche all'Aquila (-45); con Teramo (-25) e Chieti (-6) che contengono le perdite, come conferma anche la percentuale piu' bassa rispetto alla media nazionale

Significativo, ancora, il dato riguardante il credito erogato per operazioni che superino il breve termine: al lieve incremento per acquisto di beni strumentali (+11) fa da contraltare la caduta di finanziamenti per la costruzione di abitazioni (-58) e di altre attivita' (-252), una voce, questa, all'interno della quale compare tuttavia anche il consolidamento delle passivita', ovvero uno dei capitoli piu' dolorosi per l'attuale stato finanziario delle piccole imprese. Tra i settori, infine, sorride solo l'area dei servizi (+53), mentre penalizzazioni pesanti hanno subito industria (-142), edilizia (-42), artigianato (-8). Si presenta un po' meglio, il quadro riguardante le cosiddette "sofferenze", ovvero i crediti che le banche non riescono piu' a recuperare dai propri clienti: tra gennaio e marzo hanno infatti subito una flessione di 49 milioni di euro: una positiva contro-tendenza rispetto all'andamento nazionale (8,35% contro 6,29%. nel rapporto tra sofferenze e credito) che tuttavia non impedisce alle banche abruzzesi di prestare denaro alle imprese con un tasso di interesse assai superiore alla media nazionale. Tornano infine a crescere i depositi (+0,63%), ma con una percentuale che e' meno della meta' di quella nazionale (+1,49%). E meno male che, a garantire un minimo di ossigeno al sistema produttivo ci pensano le piccole banche: nello stesso periodo, infatti, grazie a loro e' stato erogato alle imprese il 51% del totale dei finanziamenti (media Italia, 20%), con una caduta dello 0,09% (media Italia -1,79%)

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