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Pubblicato il 27/06/2014 09:09

Investimenti in cultura, l'Abruzzo destina lo 0,3 % del bilancio

abruzzo, cultura

Rapporto Istat-Cnel, in Italia cultura priorità non riconosciuta

L'Italia ''detiene uno straordinario patrimonio culturale e paesaggistico che non tutela e valorizza adeguatamente, confermandosi come uno dei paesi meno generosi d'Europa nel finanziamento della cultura''. La conferma alle tante denunce che si sono susseguite negli anni arriva dal rapporto Bes 2014 di Cnel e Istat sul benessere equo e sostenibile in Italia. Che torna a sottolineare anche il rischio a cui e' sottoposto il paesaggio, la parte piu' fragile del patrimonio culturale ''esposto alle pressioni del'attivita' edilizia e scarsamente tutelato nella sua componente rurale''.

 Fra le regioni, stando a dati medi 2009-2011, i piu' alti livelli di spesa si registrano in quelle a statuto speciale, con il primato della Valle d'Aosta che destina alla cultura il 2,8% della spesa totale, quasi il doppio della Sardegna (1,5%).

 Fra le regioni a statuto ordinario, il primato spetta invece alle Marche (1,1%) seguite da Piemonte (1%) e Lazio (0,9%) mentre fanalini di coda sono Emilia Romagna (0,3%) Abruzzo (0,3%) e Lombardia (0,2%). 

Gli esperti sottolineano le dimensioni enormi del nostro patrimonio culturale, ricordando i 49 siti Unesco ( diventati nel frattempo 50 con l'inserimento di qualche giorno fa delle Langhe) che fanno dell'Italia il paese con la maggiore concentrazione al mondo in termini assoluti ma anche relativi, di meraviglie 'patrimonio dell'Umanita'' con le aree di particolare pregio che coprono ''poco meno della meta' del territorio nazionale''. Dal nord al sud la concentrazione di monumenti e' tale, si sottolinea nel rapporto, che si puo' parlare di 33 beni ogni 100 chilometri quadrati (i dati sono in questo caso del ministero di beni culturali e turismo)con una prevalenza di siti archeologici nel Mezzogiorno e di beni architettonici nel centro nord. A fronte di tanta ricchezza, l'investimento del Paese in tutela e valorizzazione e' pero' minimo: 1,69 miliardi di euro nel 2012, pari allo 0,23 del totale. E la percentuale di riduce allo 0,17% se si escludono le spese del programma di ''sostegno e la valorizzazione del settore dello spettacolo.

La gestione del patrimonio culturale, sottolineano Cnel e Istat, ''ha dunque risentito dei tagli di bilancio in misura sensibilmente superiore alla media delle altre missioni , comprimendo ulteriormente una voce di bilancio dello Stato per il quale il nostro paese, a dispetto della eccezionale rilevanza quantitativa e qualitativa del suo patrimonio, si posiziona da tempo agli ultimi posti in Europa''. La spesa pubblica italiana destinata a ''tutela e valorizzazione beni e attivita' culturali e beni paesaggistici'' ammonta nel 2011 a 5,77 miliardi di euro di cui circa un terzo (1,87 miliardi comprensivi dei trasferimenti alle amministrazioni locali) provveduto dallo Stato Centrale. Un esborso che vale lo 0,37 del Pil, un livello molto inferiore a quello di Francia e Spagna (la cui spesa vale rispettivamente 0,75 e 0,67 punti) ma anche a quello della Germania (0,41) e solo di poco superiore a quello del Regno Unito 80,35). E il posizionamento dell'Italia non cambia se consideriamo l'incidenza della spesa per attivita' culturali sul totale della spesa pubblica. La spesa per la cultura ha retto invece meglio negli ultimi anni a livello locale con quella dei comuni in particolare che ha fatto fronte all'impatto della crisi economica, ma resta fortemente diseguale fra nord e sud.

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