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Pubblicato il 31/07/2012 10:10

Le novità della Spending review

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Approvato dal Senato il provvedimento. Cosa cambia per università e farmaci

 Via libera dal Senato al decreto sulla spending review, la revisione della spesa pubblica, che ora passa all'esame della Camera. Il testo che e' confluito nel maxiemendamento su cui il Governo aveva posto la questione di fiducia contiene alcune novita' rispetto a quello uscito dalla Commissione Bilancio di palazzo Madama. Si va dalle rette bloccate per gli studenti universitari, in tempo con gli esami e con un redditi Isee fino a 40.000 euro, all'obbligo di indicare il principio attivo nelle ricette dei farmaci con il medico che dovra' decidere se scrivere anche il nome di uno specifico medicinale. Nel testo entra anche il decreto legge dismissioni, con le misure per unire le agenzie fiscali e per il finanziamento di Mps

Ecco di seguito le principali novita' del provvedimento: FARMACI DI MARCA: Spetta al medico la facolta' di decidere se inserire o meno il nome di uno specifico farmaco nella ricetta, insieme al principio attivo. L'indicazione del farmaco e' "'vincolante per il farmacista, ove in essa sia inserita, corredata da una sintetica motivazione, la clausola di non sostituibilita'". 
   TASSE UNIVERSITA': Retta universitaria bloccata per tre anni per gli studenti in corso con un reddito familiare Isee sotto i 40.000 euro. Per i prossimi tre anni accademici, a decorrere dal 2013-2014, l'incremento della contribuzione per gli studenti iscritti entro la durata dei rispettivi corsi di studio di primo e secondo livello, non puo' essere superiore all'indice dei prezzi al consumo dell'intera collettivita'". Gli studenti fuori corso pagheranno invece piu' tasse. La retta sara' piu' alta del 25%, 50% o del 100% a seconda del reddito Isee. Stop agli assegni 'ad personam' ai professori universitari che, se torneranno all'insegnamento dopo incarichi esterni, non potranno cumulare indennita'. 
   SALE IRPEF PER REGIONI IN DEFICIT SANITA': Potranno anticipare al 2013 lo sblocco dell'addizionale Irpef, previsto per il 2014. Le regioni interessate sono otto: Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Sicilia, Calabria, Piemonte e Puglia. Il Governatore Gianni Chiodi a questo proposito però ha già annunciato che non si avvarrà di questa possibilità

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