Il pm Salavatore Campochiaro ha chiesto l'ergastolo per Massimo Ciarelli, accusato dell'omicidio di Domenico Rigante. Ora sta parlando l'avvocato della parte civile.
L'accusa ha chiesto 18 anni per Luigi Ciarelli; 17 anni e 4 mesi per Domenico Ciarelli; 16 anni e 4 mesi per Angelo Ciarelli; 17 anni e 4 mesi per Antonio Ciarelli. Il pm ha contestato la premeditazione solo a Massimo Ciarelli e inoltre non ha riconosciuto le attenuanti a nessuno dei cinque imputati
Ammonta a circa 4 milioni di euro la richiesta di risarcimento avanzata, oggi, nel corso del processo, dalla famiglia di Domenico Rigante, tramite l'avvocato Ranieri Fiastra. Particolarmente dura la requisitoria del pm Salvatore Campochiaro, che durante la ricostruzione dei fatti in aula ha parlato di "commando", "spedizione punitiva" e "lezione definitiva". Il pm, che ha parlato per un ora, ha chiesto la premeditazione solo per Massimo Ciarelli: "per gli altri - ha detto l'avvocato Fiastra - ha ritenuto che non ci fosse questa volonta'. A nostro giudizio c'e' anche per gli altri sodali. Secondo me - ha proseguito - anche gli altri concorrenti rispondono a pieno titolo non solo di omicidio, ma di omicidio premeditato verso Domenico Rigante e di tentato omicidio premeditato verso Antonio Rigante e Fabio Di Clemente". La decisone del gup Gianluca Sarandrea e' prevista per il prossimo 3 febbraio.
"Noi ci aspettiamo giustizia, e' quello che abbiamo sempre voluto". Sono le parole di Pasquale Rigante, padre di Domenico, al termine dell'udienza preliminare riguardante l'omicidio del figlio. "Il pm - ha aggiunto - ha interpretato in maniera abbastanza pesante e giusta i fatti come sono avvenuti. Ciarelli dice quello che vuole, ma noi sappiamo che i fatti sono diversi. Aspettiamo le decisioni del giudice e mi auguro nel modo piu' corretto, anche se Domenico non c'e' piu'".
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Non ho sparato volontariamente, ma accidentalmente durante la colluttazione". Si e' difeso cosi' , oggi, a Pescara, nel corso dell'udienza preliminare, Massimo Ciarelli, accusato dell'omicidio di Domenico Rigante, il tifoso biancazzurro ucciso con un colpo di pistola la sera del primo maggio 2012, a Pescara. E' stato lo stesso Ciarelli a chiedere di essere interrogato dal gup del Tribunale di Pescara, Gianluca Sarandrea. L'imputo, difeso dall'avvocato Carlo Taormina, e' accusato di aver sparato a Rigante. "Massimo Ciarelli - ha detto ai cronisti l'avvocato Taormina - ha messo in luce soprattutto quello che e' successo la sera precedente al delitto. Ha parlato della rissa, di tutto quello che e' accaduto, del comportamento che ha avuto e dei rapporti che ha avuto con le forze di polizia per rappresentare quello che era successo". Il difensore ha evidenziato che Ciarelli e' stato aggredito da oltre 20 persone e alla domanda se l' omicidio e' quindi la risposta all'agguato, ha detto Taormina: "questo e' un altro discorso". Per l' omicidio sono imputati anche Domenico Ciarelli, nipote di Massimo, e i cugini Luigi, Antonio e Angelo Ciarelli. I cinque devono rispondere di omicidio volontario premeditato e porto abusivo di arma. Sempre oggi Domenico Ciarelli ha chiesto al gup di rendere dichiarazioni spontanee. "Ero presente - ha detto - ho fatto a botte, ma non sapevo che Massimo era armato". Dopo l' intervento del pm Salvatore Campochiaro e della parte civile, il processo riprendera' il prossimo 3 febbraio con l'arringa della difesa. Al processo e' presente anche la famiglia di Rigante. In occasione dell'udienza presente in Tribunale un notevole dispiegamento di forze dell'ordine
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