Si è concluso dopo oltre sei ore l'incidente probatorio in Questura, a Pescara, sull'omicidio dell'ultrà Domenico Rigante, avvenuto il primo maggio scorso. Dopo avere riconosciuto Massimo Ciarelli, con in mano il revolver calibro 38, e poi anche il nipote Domenico, i testimoni (presenti nell'abitazione di via Polacchi la sera dell'omicidio) sfilati oggi in Questura per l'incidente probatorio sull'omicidio di Domenico Rigante, hanno riconosciuto anche i tre fratelli Luigi, Antonio e Angelo Ciarelli. L'avvocato dei tre, Ruggero Romanazzi, all'uscita dalla Questura ha però fatto delle precisazioni: "C'e' stato qualche riconoscimento, ma tutti i testimoni hanno anche affermato di avere rivisto le facce degli indagati, così come sui giornali e in televisione.
"I miei tre assistiti sono stati riconosciuti, anche se con delle contraddizioni. Questo riconoscimento - ha detto ancora il legale dei fratelli Ciarelli - lascia per noi il tempo che trova. Per noi non era necessario che il Pubblico Ministero facesse fare questo incidente probatorio, ma prendiamo atto di quello che e' accaduto oggi e andiamo avanti". L'avvocato difensore di Luigi, Antonio e Angelo Ciarelli ha poi aggiunto: "Non sappiamo al momento se ci sarà un processo ordinario o con rito abbreviato. Il processo servira' a chiarire le diverse responsabilità degli indagati. L'unico dato certo e' la morte di Domenico Rigante".
Di diverso avviso Fiastra Ranieri, legale della famiglia Rigante, l'ultimo a lasciare la Questura di Pescara. Sull'incidente probatorio svoltosi dinanzi al Gip presso il Tribunale di Pescara Maria Michela Di Fine e il Pubblico Ministero Salvatore Campochiaro, oltre che al capo della Mobile Pierfrancesco Muriana, si è così espresso: "Sono stato presente a tutti i riconoscimenti e posso dire che tutti i testimoni (otto persone) hanno riconosciuto gli indagati. E questo gia' prima dell'incidente probatorio odierno".
Il riferimento è a quanto dichiarato dagli avvocati difensori dei Ciarelli (Metta, De Marco e Romanazzi): "Le foto apparse sui giornali e nelle televisioni nei giorni seguenti l'omicidio non hanno assolutamente inquinato le prove. Nessuno dei testimoni ha avuto mai dubbi e questo anche prima di questa mattina quando ci sono stati ventuno riconoscimenti".
All'esterno della Questura di Pescara c'era anche Pasquale Rigante, il padre di Domenico: "Mi sono trovato di fronte per la prima volta queste persone - ha detto - E' stato molto duro, ma lo dovevo a mio figlio. I riconoscimenti dei testimoni rappresentano una ulteriore prova nei confronti di queste cinque persone. Purtroppo - ha proseguito Pasquale Rigante - ho avuto anche conferma di quelle voci circolate dopo la morte di Domenico e su quello che sarebbe accaduto i quei minuti con mio figlio a terra'.
Pasquale Rigante ha raccontato poi un particolare sul riconoscimento effettuato questa mattina dai testimoni: "Sono stati riconosciuti anche i due gemelli Ciarelli (due dei tre fratelli) e questa è una cosa importante. Chi ha sbagliato deve pagare, ma deve pagare veramente".
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