Sembra destinato a sfumare definitivamente il piano di 21 consiglieri comunali di far "saltare" l'amministrazione comunale guidata da Luigi Albore Mascia. Sarebbe emerso nel corso di una riunione di maggioranza convocata dal sindaco che ha fatto interrompere i lavori del consiglio. Non tutti i 21 sarebbero disposti a firmare le dimissioni, anche se 17 lo hanno gia' fatto ieri dinanzi al notaio Massimo D'Ambrosio. Avrebbero posto condizioni ben precise all'amministrazione Maurizio Acerbo e Fausto Di Nisio sulle attivita' da portare avanti nell'ultimo scorcio di mandato. I due ieri non hanno firmato e avrebbero intenzione di mantenere questa linea. Ieri e' mancata anche la firma di Massimiliano Pignoli e Daniela Arcieri Mastromattei che pure hanno raggiunto il palazzetto D'Ambrosio. Non c'era neppure il presidente del consiglio Roberto De Camillis.
"Non firmero' la decadenza del sindaco", ha spiegato in aula Fausto Di Nisio (indipendente) alla ripresa dei lavori evidenziando che doveva accadere prima, come peraltro si e' tentato di fare nei mesi scorsi. "Non voglio che si dia la sensazione di una pugnalata alle spalle - ha aggiunto -. Io non pugnalo il sindaco alle spalle e lui ha preso atto che questa consiliatura e' interrotta". Di Nisio ha anche sottolineato "la inadeguatezza dell'amministrazione" e ha parlato della "situazione finanziaria gravissima". Anche Acerbo (Rifondazione comunista) ha detto la sua a proposito parlando della necessita', da qui in poi, di "fare alcune cose che sono nell'interesse della citta'", considerato che non esiste piu' una maggioranza, e "150 incarichi da attribuire non rientrano nell'interesse della citta'. E neppure la nomina dei vertici dell'Ente manifestazioni rientra nell'interesse della citta', ne' altre iniziative di una maggioranza che non c'e' piu'". Polemico Enzo Del Vecchio (Pd), uno dei consiglieri che ieri ha firmato dinanzi al notaio. "La sospensione dei lavori del consiglio - ha detto in aula - ha prodotto qualche risultato o qualche inciucio. Io sono stato sempre coerente e ritengo che questa amministrazione debba andare a casa. In tre mesi, da qui alla fine del mandato, si possono produrre effetti deleteri pazzeschi. Chi consente che cio' avvenga e' da ritenersi responsabile. Non ci vuole molto per un commissario ad essere meglio di questa amministrazione".
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