E' morto per annegamento Cristian Dell'Osa, l'armatore di 40 anni deceduto ieri mattina a seguito del naufragio della sua imbarcazione su cui si trovava con tre marinai, tutti superstiti.
Lo ha stabilito l'esame autoptico eseguito oggi pomeriggio dal medico legale Cristian D'Ovidio su incarico del pm del tribunale di Pescara Giuseppe Bellelli. Nel corso dell'esame, che e' durato tre ore, sono stati prelevati i tessuti per il completamento delle indagini di laboratorio da espletare presso l'istituto di Medicina legale dell'Universita di Chieti.
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E' iniziata l'autopsia di Christan Dell'Osa, l'armatore di 40 anni morto ieri mattina a seguito del naufragio della sua imbarcazione su cui si trovava con tre marinai, tutti superstiti. Ad eseguire l'esame autoptico e' Cristian D'Ovidio che stamani ha ricevuto l'incarico dal pm che si sta occupando delle indagini, Giuseppe Bellelli. Sul naufragio della "Vikingo secondo" e' stata aperta un'inchiesta per naufragio colposo, al momento senza indagati. Un'altra inchiesta, amministrativa, e' in corso da parte della Capitaneria di porto. Dell'Osa e' uscito in mare con l'equipaggio per riprendere le reti, ma il mare grosso e il vento hanno reso la navigazione impossibile.
Appena partito l'allarme lanciato da due testimoni che si sono accorti delle difficolta' della piccola imbarcazione da pesca, sono scattati i soccorsi. I tre marinai sono stati recuperati anche grazie all'intervento di tre pescherecci, che hanno affiancato Capitaneria di Porto e Polmare, ma per Dell'Osa non c'e' stato niente da fare.
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Un pescatore di 40 anni Christian Dell'Osa è morto nel naufragio della barca "Vikingo 2" avvenuto questa mattina davanti all'imboccatura sud del porto di Pescara. Dell'Osa, 40 anni, era il capitano dell'imbarcazione per la piccola pesca che e' affondata e faceva parte della cooperativa di Gianni Papponetti "La rinascita", acquistata circa un anno fa. L'incidente sarebbe avvenuto a circa un miglio e mezzo dalla costa. Dell'Osa e l'equipaggio erano usciti per pescare ma le condizioni del mare e il forte vento hanno provocato la tragedia. Dell'Osa lascia un figlio di 14 anni.
E' stato il mare grosso (oltre al forte vento di maestrale) a provocare probabilmente la tragedia costata la vita all'esperTo marittimo che da anni andava in mare. Il medico legale Luisa Spagnolo ha certificato il decesso per annegamento.
Il dieci metri da 280 Cc rovesciatosi in mare era uscito al largo per una battuta di pesca (nonostante il fermo biologico esiste infatti una deroga per le piccole imbarcazioni) intorno alle 5.30 quando le condizioni meteo non erano ancora proibitive. L'improvviso peggioramento prima delle 9, con la tragedia materializzatasi pochi minuti dopo quando ad un miglio dal porto di Pescara l'imbarcazione si e' improvvisamente rovesciata. Ci sarebbero stati anche alcuni testimoni che dalla banchina avrebbero visto inabissarsi il Viking 2.
Il corpo senza vita dell'uomo è stato recuperato dagli uomini della Capitaneria di porto. L'uomo e' arrivato cadavere alle 11.30 sulla banchina del Marina di Pescara dove i sanitari hanno proseguito le manovre rianimatorie che erano iniziate gia' al largo, ma senza successo. Gli altri tre marinai sono stati invece salvati. Uno di questi, Andrea Giannetti, 22 anni, di Pescara è stato recuperato dalla motovedetta della Guardia costiera, mentre gli altri due marinai sono stati recuperati da uno degli armatori pescaresi usciti in mare per coadiuvare le ricerche.
Dei tre feriti ricoverati in ospedale, due si sono gia' ripresi e il terzo, un cittadino eritreo, Girmai Teklay di 26 anni, e' in gravissime condizioni avendo ingerito molta acqua. Fabrizio Silvestri, 36 anni, e Andrea Giannetti, di 21 sono stati dimessi dall'ospedale, con una prognosi rispettivamente di dieci e tre giorni. E' invece ricoverato per sindrome da annegamento l'eritreo, Girmai Teklay, che ora si trova nel reparto di Medicina con una prognosi di venti giorni.
In una nota la Capitaneria di porto, che si e' occupata dei soccorsi insieme alla Polmare, spiega che l'allarme e' pervenuto da due persone che hanno intravisto, nei pressi dell'imboccatura sud del porto di Pescara, una piccola imbarcazione scomparire in mare. Alle ricerche dei naufraghi hanno preso parte tre motopescherecci locali. Sono in corso gli accertamenti finalizzati a stabilire le cause del naufragio
La Capitaneria di Porto di Pescara ha avviato ricerche del peschereccio "Vikingo 2". Una motovedetta, con il personale della Capitaneria sta scandagliando le acque nella zona portuale per tentare di capire dove si trovi il relitto, anche se non e' detto che sara' possibile recuperarlo. Proprio per capire le cause dell'accaduto e accertare eventuali responsabilita' sono state avviate due inchieste sul naufragio, una amministrativa della Capitaneria di porto e una penale. I naufraghi non hanno avuto ne' modo ne' tempo di chiedere aiuto: dalla barca non sono stati usati ne' la radio ne' il cellulare per cui si ritiene che sia accaduto tutto in maniera "repentina", dice il comandante della Capitaneria, Luciano Pozzolano.
"E' positivo -aggiunge- che sia avvenuto a poca distanza dalla costa perche' gli interventi sono stati immediati e i tre sopravvissuti sono stati tirati su in fretta. Per il quarto si deve indagare sulle cause del decesso". Pozzolano esclude che l'incidente di oggi sia collegato con l'interramento del porto: i fondali bassissimi rendono impossibile la navigazione, e ingresso e uscita dal porto sono praticamente un'impresa ma questo non ha nulla a che vedere con il naufragio. "Anche se - conclude Pozzolano - ci saranno riflessi negativi su una situazione gia' difficile".
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