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Pubblicato il 18/07/2013 16:04

Processo Sanitopoli, Caiazza: Del Turco innocente, non c'è la traccia di un solo euro

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L'avvocato difensore chiude la sua arringa dicendo: "La nostra pena l'abbiamo gia' subita, le nostre vite sono state stravolte, siamo qui camminando tra le macerie"

"Non c' e' la traccia di un solo euro o dobbiamo usare l'argomento che Del Turco e' stato ministro delle Finanze, come se il ministero delle Finanze fosse una scuola di criminalita' economica". E' uno dei passaggi salienti della parte conclusiva dell'arringa dell'avvocato Giandomenico Caiazza, difensore dell'ex governatore abruzzese, al processo su presunte tangenti nella sanita' abruzzese in corso al tribunale di Pescara. Caiazza ha chiesto l'assoluzione per Del Turco perche' i fatti non sussistono. "La nostra pena - ha detto - l'abbiamo gia' subita, le nostre vite sono state stravolte, siamo qui camminando tra le macerie. Noi abbiamo cercato di farvi vedere come era la nostra vita. La verita' di questa vicenda e' raccontata gia' dagli atti del processo, noi non dobbiamo convincere nessuno".

Caiazza ha evidenziato la storia personale e pubblica di Del Turco: "se fosse impazzito e avesse deciso di diventare un ladro l'avrebbe fatto per cambiare vita. Non c' e' la traccia dei soldi e la vita non si e' modificata nella sua notoria e leggendaria sobrieta' e semplicita'. Questo e' gia' un dato imponente". Durante l'arringa ha parlato anche delle foto relative alla presunta tangente consegnata dall'ex titolare di Villa Pini, Vincenzo Angelini, il 2 novembre 2007 a Del Turco a Collelongo.

Caiazza ha definito il racconto dell'ex imprenditore della sanita' "assurdità" e "prova di uno scienziato della calunnia materiale. Una mente quella di Angelini visionaria". Sempre sull'episodio del 2 novembre l'avvocato ha sostenuto che Angelini ha scelto di non documentare la dazione "lasciando indizi da cui si dovrebbe desumere che e' avvenuta". Caiazza inoltre ha evidenziato che "non esiste una sola immagine che ritragga una persona identificabile. E' singolare che i protagonisti non siano effigiati". A proposito della "famosa" busta delle mele ha detto che e' "il film di un calunniatore professionista". Il difensore ha inoltre aggiunto: "noi siamo vittime di una calunnia infame che ha fatto di Ottaviano Del Turco, persona di riferimento morale indiscusso nella vita delle istituzioni di questo paese, un satrapo impazzito dal desiderio di denaro. Questa e' una storia raccontata da chi doveva dare un senso alla spoliazione delle sue aziende con il prelievo di denaro contante".

''E' difficile parlare perche' sono molto toccato e soprattutto la parte finale dell'arringa mi ha turbato per i riferimenti fatti alla storia della mia vita e all'immagine che di me hanno milioni di italiani''. Lo ha sottolineato l'ex presidente della Regione Abruzzo, Ottaviano Del Turco, al termine dell'arringa difensiva del suo legale. Nel processo relativo all'inchiesta ''Sanitopoli'' e' accusato di associazione per delinquere, corruzione, abuso, concussione, falso. Per questi reati il 14 luglio 2008 fu arrestato. ''Sono grato all'avvocato Caiazza - ha proseguito - perche' la sua ricostruzione dei fatti ha una logica talmente stringente che non riesco a immaginare come una Corte possa dire no''. Riguardo all'episodio della presunta tangente che avrebbe ricevuto, il 2 novembre 2007, dall'ex patron di Villa Pini, ha sottolineato che il suo difensore ha fornito una ''spiegazione logica, razionale e bella anche dal punto di vista della narrazione''. ''E' la prima volta - ha aggiunto - che ho a che fare con un processo penale e questa volta ne esco con la convinzione che il lavoro che hanno fatto i miei legali puo' mettere la Corte nella condizione di esprimersi con grande serenita' su questa vicenda''.

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