Nel biennio 2015-2016 il fatturato delle imprese crescera' del 3%: queste le previsioni del Rapporto Industrie e Filiere" di Prometeia per il 2014. Guardando al 2013 e all'anno in corso, lo studio fa presente che gli ultimi tre mesi del 2013 "hanno visto un generale rallentamento della crescita del fatturato sul fronte interno come su quello delle esportazioni, anche per via di un ciclo internazionale meno dinamico". Per quest'anno prometeia prevede che "la crescita a prezzi correnti delle filiere si assestera' su un livello di 1.8% in piu' rispetto al 2013, un risultato favorevole che arriva dopo un biennio di flessione. Rimane tuttavia ampio il gap rispetto a prima della crisi: 4 punti il dato medio, 30 per l'automotive, 17 per i prodotti per costruzioni, quasi 10 per metalli e legno arredo".
Sul fronte della redditivita' per la fine del 2014 viene stimato un Roi (return on investiment, n.d.r.) al 3.8%, meno della meta' di quello del 2007. "La mancata redditivita' condiziona l'entita' e la qualita' della ripresa, privando di fatto le imprese delle risorse necessarie a far ripartire il volano degli investimenti, una variabile ormai sempre piu' necessaria per tenere il passo delle competitivita' globale. Nel 2006, durante l'ultima fase espansiva degli investimenti tecnologici nelle filiere italiane, '3d manufcturing' (stampanti tridimensionali, n.d.r.) ed energie alternative erano una frontiera tecnologica per pochi; oggi sono un'opportunita' diffusa e concreta di cambiamento strategico nel modo di fare industria, capaci inoltre di rispondere a nuovi bisogni. I social media, un tempo praticamente inesistenti in Italia e poco diffusi a livello globale, rappresentano oggi una realta' importante. Se Facebook fosse una nazione sarebbe, al pari dell'India, il secondo mercato piu' popoloso, invogliando le migliori imprese a investire risorse dedicate per sviluppare la customer experience attraverso i nuovi canali.
"Considerevoli opportunita' continueranno poi a passare - si legge nel rapporto - per il processo di internazionalizzazione, considerando che il premio all'export per le filiere (il differenziale fra domanda interna ed estera) si manterra' oltre i 3 punti per il periodo 2014-'16. Si tratta di spazi di sviluppo crescenti, ma sempre piu' complessi da gestire. Lo scenario inoltre, se da un lato vede il grande ritorno degli Stati Uniti (e quindi di una clientela ricca, ma sofisticata, e di concorrenti agguerriti nel mercato), dall'altro deve far fronte a maggiori e numerosi rischi geopolitici. La crisi russo/ucraina, ma anche la crescente instabilita' nel mondo arabo e le tensioni intorno alle isole del Mare Cinese Meridionale rappresentano un possibile elemento destabilizzante della fragile ripresa globale. L'indice di competitivita' sostenibile delle filiere italiane e' in peggioramento, mostrando come il prolungarsi dei tempi di una piu' solida ripresa possano avere conseguenze importanti sullo stato di salute dell'industria. In qualche filiera la buona performance dell'export sostiene il posizionamento dei beni finali che a cascata incide sulla catena del valore (meccanica, chimica, elettrotecnica i casi piu' virtuosi). In altre, l'assenza di domanda finale crea delle tensioni che si ripercuotono inevitabilmente lungo tutta la filiera (metalli, legno arredo e prodotti costruzioni in particolare) soprattutto agli estremi della catena del valore (sourcing e distribuzione le fasi piu' penalizzate)".
"Un consolidamento della ripresa (almeno tre punti all'anno la crescita attesa per il fatturato nel biennio 2015-'16) - conclude lo studio - rappresenta, insieme a ritrovati orgoglio e visione industriale del paese, il principale strumento per alleggerire gran parte di queste criticita'".
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