L'Abruzzo e' ancora in recessione. Ma nel quarto trimestre del 2014 e nel primo del 2015 registriamo segnali di ripresa nei fatturati, nell' occupazione e anche nell'erogazione del credito, e' un'inversione di tendenza incoraggiante rispetto alla situazione fotografata dal rapporto relativo al 2014". E' un quadro in chiaroscuro quello fornito da Antonio Carrubba, direttore della filiale regionale della Banca d'Italia nell'illustrare il rapporto 'L'economia dell'Abruzzo'. Nella regione il prodotto interno lordo ha perso 9 punti dal 2007 e nel 2014 si e' contratto piu' che nel resto d'Italia e, di conseguenza, e' calata l'occupazione del 2%, con un -8,4% tra 15 e 34 anni. Secondo il numero uno di Bankitalia in Abruzzo, "si consolidano poi due dati su cui riflettere: il principale motore dell'economia abruzzese, e' il caso di dire, sono i mezzi di trasporto. Mentre il settore piu' in sofferenza e' quello dell' edilizia, nonostante la ricostruzione post-sismica". Carrubba sottolinea che "a fine 2014 si sono registrate inversioni di tendenza nell'occupazione e l'export. Il credito e' diminuito dell'1%, meno del 2013". Annaspa il settore dell'edilizia nel quale non e' bastato nemmeno il cantiere della ricostruzione post-sisma aquilana: e' del 9% il calo del numero di ore lavorate. Per quanto riguarda il manifatturiero, invece, fanno registrare un calo le aziende con meno di 50 addetti mentre crescono le aziende con maggiori dimensioni, soprattutto verso l'Europa. Si registra un incremento dell'8,9% per l'export dei mezzi di trasporto. A contribuire al risultato e' l'automotive della Val di Sangro con la Sevel in testa, ma vanno bene anche i settori dei macchinari e prodotti farmaceutici. Altro dato preoccupante e' che calano le commesse pubbliche. Male anche il commercio, -4,5%. "Il problema e' che le aziende piccole sono quasi tutte dipendenti dal mercato interno - spiega ancora Carrubba - non hanno forza per esportare e percio' vanno resi forti ed efficienti i poli di innovazione, ce n'e' gran bisogno". Sul credito Carrubba spiega che "la qualita' resta problematica, la sofferenza e' elevata ed e' il portato dell'onda lunga della crisi. Per fortuna il trend si sta lentamente riassestando. Il 15 per cento delle aziende manifatturiere ha chiuso. La china e' dura da superare. Bisogna fare tesoro dei fondi europei, evitare i finanziamenti a pioggia e concentrarli dove si puo' creare valore". Quindi la ricostruzione: "Ha portato miliardi di euro e l' impatto c'e' stato per le aziende di tutta Italia, ma in Abruzzo e' un dato di fatto che non ha impedito la sofferenza del comparto edilizio. Si potrebbe ipotizzare un'occasione mancata per l'economia abruzzese"
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