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Pubblicato il 31/01/2015 18:06

Sergio Mattarella è il nuovo presidente della Repubblica

mattarella

Grandi elettori in piedi e un lungo applauso dell'aula della Camera hanno accolto il superamento del quorum da parte del nome di SergioMattarella per l'elezione del nuovo presidente della repubblica.

Piu' volte ministro, deputato per venticinque anni, oggi giudice costituzionale, in politica da sempre. Sergio Mattarella, siciliano, nato a Palermo il 23 luglio del 1941, e' il nuovo presidente della Repubblica. Figlio di Bernardo, politico democristiano piu' volte ministro tra gli anni Cinquanta e Sessanta, e fratello minore di Piersanti, che nel 1980 fu assassinato da Cosa Nostra mentre era presidente della Regione Siciliana, Sergio Mattarella in gioventu' milita tra le file della Gioventu' Studentesca di Azione Cattolica e della FUCI, poi diventa docente di Diritto parlamentare all'Universita' di Palermo. Deputato dal 1983 al 2008, prima per la Democrazia Cristiana e poi per il Partito Popolare Italiano e la Margherita, e piu' volteministro, dal 2011 e' giudice costituzionale di nomina parlamentare. Tutti lo conoscono per la legge che il politologo Giovanni Sartori ha ribattezzato "Mattarellum". Nella XII Legislatura, Mattarella e' infatti relatore della legge di riforma elettorale della Camera e del Senato che, recependo l'esito del referendum del 1993, introduceva una preponderante componente maggioritaria. Vicino per tradizione familiare alla corrente morotea della Democrazia Cristiana, dopo la morte del padre nel 1968 e l'assassinio del fratello, alle elezioni politiche del 1983 viene eletto alla Camera nella circoscrizione della Sicilia Occidentale.

Rieletto deputato nel 1987 si mantiene vicino alle correnti di sinistra del partito ed in particolare al segretario politico Ciriaco De Mita. Nello stesso anno e' nominato ministro dei Rapporti con il Parlamento nel governo Goria e confermato nell'incarico l'anno successivo nel governo De Mita. Nel 1989, con la formazione del governo Andreotti VI diventa ministro della Pubblica Istruzione. Si dimette dall'incarico il 27 luglio 1990, insieme ad altri ministri della corrente di sinistra della DC, per protestare contro l'approvazione della legge Mammi' di riassetto del sistema radiotelevisivo che avrebbe legittimato la posizione dominante del gruppo televisivo di Silvio Berlusconi. Privo di incarichi di governo, e' rieletto alla Camera nel 1992 e nello stesso anno gli viene affidata la direzione del quotidiano della Democrazia Cristiana Il Popolo. Mai sfiorato dalle inchieste su Tangentopoli, Mattarella e' uno dei protagonisti del rinnovamento della DC che avrebbe condotto nel gennaio 1994 alla fondazione del Partito Popolare Italiano. Nel 1995, al culmine dello scontro interno al PPI, apostrofa l'allora segretario Rocco Buttiglione, che cercava l'alleanza con la destra, "el general golpista Roquito Butillone..." e definisce "un incubo irrazionale" l'ipotesi che Forza Italia potesse essere accolta nel Partito Popolare Europeo. Nel 1996, con l'affermazione elettorale de L'Ulivo, e' di nuovo deputato e viene eletto capogruppo dei popolari alla Camera. Durante il governo D'Alema I assume la carica di vicepresidente del Consiglio, mentre nei successivi Governo D'Alema II e Governo Amato II e' Ministro della Difesa. Gia' nel 2013 il suo nome era stato proposto dall'ex segretario Pier Luigi Bersani come candidato alla presidenza della Repubblica.

Sergio Mattarella ha ottenuto alla quarta votazione il 65,9% dei voti dei grandi elettori, 665 su 1009 disponibili. E' nono nella 'classifica' dei presidenti della Repubblica per percentuale di voti, guidata da Sandro Pertini (83,6% al sedicesimo scrutinio), Francesco Cossiga (77% al primo) e Giuseppe Gronchi (74,5% anche lui al quarto). Per numero assoluto di consensi, invece, la terza piazza e' occupata da Giorgio Napolitano al secondo mandato (738, dopo gli 832 di Pertini e i 752 di Cossiga). Solo tre presidenti della Repubblica sono stati eletti alla prima votazione (De Nicola, Cossiga e Ciampi), mentre il maggior numero di elezioni e' avvenuta, come oggi, al quarto scrutinio: Luigi Einaudi, Gronchi, Napolitano al primo mandato e Mattarella). Il record degli scrutini necessari per eleggere un presidente tocca a Giovanni Leone con 23 votazioni, seguito da Giuseppe Saragat con 21 e da Pertini e Oscar Luigi Scalfaro con 16. Ecco la 'classifica' con i numeri dei 12 presidenti e delle 13 elezioni: - Sandro Pertini 83,6% 832 voti su 995 16/o scrutinio - Francesco Cossiga 77,0% 752 voti su 977 1/o scrutinio - Giuseppe Gronchi 74,5% 658 voti su 883 4/o scrutinio - Giorgio Napolitano(2) 74,0% 738 voti su 997 6/o scrutinio - Enrico De Nicola 72,8% 405 voti su 556 1/o scrutinio - Carlo Azeglio Ciampi 71,4% 707 voti su 990 1/o scrutinio - Giuseppe Saragat 68,9% 646 voti su 937 21/o scrutinio - Oscar Luigi Scalfaro 67,1% 672 voti su 1.002 16/o scrutinio - Sergio Mattarella 65,9% 665 voti su 1.009 4/o scrutinio - Luigi Einaudi 59,4% 518 voti su 872 4/o scrutinio - Giorgio Napolitano(1) 54,8% 543 voti su 990 4/o scrutinio - Mario Segni 52,6% 443 voti su 842 9/o scrutinio - Giovanni Leone 52,0% 518 voti su 996 23/o scrutinio

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