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Pubblicato il 28/04/2013 22:10

Sparatoria a Palazzo Chigi, feriti due carabinieri

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Ha confessato l'uomo che ha aperto il fuoco

Un'arma con matricola abrasa di cui nulla si sa e che potrebbe aver gia' sparato in altre occasioni, un movente che non e' ancora del tutto chiaro, una azione pianificata nei dettagli. Sono ancora molti i dubbi ai quali gli investigatori che indagano sulla sparatoria davanti a palazzo Chigi stanno cercando di dare risposte. La confessione di Luigi Preiti, e i successivi accertamenti, hanno permesso di escludere una matrice politica o terroristica, ma mancano ancora dettagli importanti per capire un'azione che, in molti, definiscono "anomala".

Preiti ha detto ai magistrati di esser venuto a Roma per compiere un "gesto eclatante", per colpire i "politici", senza pero' specificare se avesse un obiettivo chiaro o se la sua intenzione fosse di colpire nel mucchio. E ha raccontato di aver pianificato tutto 20 giorni fa, mentre la pistola se la sarebbe procurata 4 anni fa, al mercato nero di Alessandria.

E proprio quest'ultimo dettaglio e' quello che convince meno gli investigatori. Quasi nessuno, infatti, crede che sia vera la storiella che la beretta 7,65 provenga da Alessandria e, anzi, si ritiene molto piu' plausibile che l'uomo se la sia procurata a Rosarno. E' chiaro che una volta capita la provenienza dell'arma potranno essere chiariti anche gli altri dubbi.

"Preiti era lucido e freddo, si e' mosso con grande precisione. Ha sparato, poi ha tentato di scappare e quando e' stato bloccato ha detto solo di allentargli le manette. E' rimasto in assoluto silenzio" racconta uno di quelli che erano in piazza quando c'e' stata la sparatoria. Ma non solo: "era vestito come un poliziotto in borghese, il suo intento di passare inosservato era chiarissimo. E c'e' riuscito in pieno".

Versione confermata anche da un testimone in ospedale. "Era freddo e strafottente - ha raccontato - era infastidito, come se pensasse: 'se mi date una pistola lo rifaccio'. Secondo alcune fonti investigative, inoltre, Prieti non avrebbe finto i colpi ma la pistola si sarebbe inceppata. Ed e' questo che gli avrebbe impedito di sparare ancora, verso gli uomini che lo stavano per bloccare o verso se stesso.

La disoccupazione, i soldi buttati nei videopoker, la fine del matrimonio, hanno sicuramente contribuito a far precipitare la situazione psichica di Prieti, ragionano gli investigatori.

Ma finche' non saranno chiariti questi dubbi non sara' possibile archiviare la sparatoria come un gesto criminale di un disoccupato disperato.

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Durante la cerimonia di giuramento del governo Letta, un uomo ha sparato davanti a Palazzo Chigi - sede della presidenza del Consiglio - colpendo due carabinieri. Ad aprire il fuoco un uomo in giacca e cravatta che all'improvviso ha sparato. I due carabinieri avrebbero risposto al fuoco. 

L'attentatore è Luigi Preiti, nato nel 1964 in Calabria.

 

Il brigadiere, Giuseppe Giangrande, è il militare ferito più gravemente, un colpo di poiettile alla gola, ricoverato all'Umberto I in progonosi riservata, anche se non sembrerebbe in pericolo di vita.

L'altro militare ferito è il carabiniere scelto Francesco Negri, raggiunto da colpi di pistola alle gambe e ricoverato al San Giovanni. I tre passanti coinvolti nella sparatoria sono ricoverati con lievi ferite al Santo Spirito: la mamma incinta ferita è stata colpita al braccio da una scheggia, il padre nella caduta subita scappando ha riportato una contusione lombare mentre il figlio ha una contusione allo zigomo, a causa anche lui della caduta.

L'attentatore è piantonato all'ospedale San Giovanni di Roma in attesa di essere interrogato dal pm di turno, Antonella Nespola. L'uomo risulta incensurato e non avrebbe avuto neanche il porto d'armi.

La pistola usata, una 7,65, sarebbe stata acquistata al mercato nero dall'uomo che, incensurato, non ha porto d'armi. La pistola infatti ha la matricola abrasa e il modello di piccolo calibro è quello comunemente usato, data la sua scarasd potenza di fuoco, dai rapinatori e non dai killer.

 

Preiti è tornato a vivere in Calabria dopo aver trascorso molti anni ad Alessandria, dove è stato sposato ed ha un figlio di dieci anni.

Preiti - che non ha precedenti penali ed ha agito da solo - ha sparato diversi colpi di pistola e ha poi tentato di fuggire, ma è stato ferito durante una colluttazione con le forze dell'ordine e arrestato. 

Dopo essersi trasferito in Piemonte negli anni novanta, Luigi Preiti si è sposato e la coppia ha avuto un figlio. Due anni e mezzo fa Preiti si è separato dalla moglie ed ha scelto di tornare a vivere a Rosarno, con i genitori; la moglie ed il figlio sono rimasti in Piemonte e vivono a Predosa.

 

Accertamenti di rito e perquisizioni in corso a Pedrosa, in provincia di Alessandria, sia nella casa dell'ex moglie che in quella del fratello di Luigi Preiti, l'autore della sparatoria di questa mattina davanti a Palazzo Chigi. Accertamenti di rito anche in Calabria, a Rosarno, dove risiede la sua famiglia e dove negli ultimi tempi era domiciliato lo stesso Preiti.

Secondo fonti investigative, gli accertamenti tesi ad escludere che non si trattasse di un gesto isolato come risulta dalla dinamica e dai primi rilievi degli investigatori, hanno dato esito negativo.


C'e' anche una donna tra le persone ferite davanti alla sparatoria a Palazzo Chigi. La passante e' stata ferita di striscio da un proiettile, non sarebbe in pericolo di vita ed e' stata soccorsa dal 118 e trasportata in ospedale.

 

 

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