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Pubblicato il 30/06/2012 14:02

Teramo - Nuovo suicidio in carcere

teramo, suicidio

A meno di 24 ore dal precedente episodio si toglie la vita Tereke Lema Alefech etiope di 55 anni

 

Nuovo suicidio in carcere a Teramo, a distanza di 24 ore dal precedente analogo drammatico evento. Come racconta Donato Capece, segretario del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe “Questa mattina verso le 11.30 circa una detenuta si e' suicidata impiccandosi con un lenzuolo alla finestra della sua cella nel penitenziario abruzzese, a sole 24 ore dal suicidio di un altro ristretto sempre a Teramo. La donna, Tereke Lema Alefech etiope di 55 anni, era stata condannata a 18 anni per omicidio della badante eritrea Gabriela Baire ed il suo fine pena era nel 2030”.

La condanna le era stata inflitta nel marzo scorso con il rito abbreviato: su di lei pesava la responsabilità del delitto della nota cittadina eritrea ma teramana di adozione Gabriela Baire, 62 anni, massacrata a colpi di spranga nel sottotetto di un condominio di via Pannella nell'ottobre del 2010.

Il gesto estremo della donna era stato anticipato già all'indomani del delitto, quando fu ricoverata in ospedale per ferite da autolesionismo. La presenza di una patologia psichiatrica era stata sottolineata con forza dalla sua difesa nel corso del processo. Una perizia medica specialistica aveva però stabilito che la donna era capace di intendere e volere, nonostante la tesi della difesa che l'ha definita inadeguata rispetto alle condizioni psichiche della donna: una contestazione che oggi sa come di presagio funesto.

Resta il problema della difficile situazione detentiva nel penitenziario teramano, in condizioni di sovraffollamento (430 detenuti contro una capienza di 270) e di grave carenza di personale di custodia (178 agenti contro una pianta organica, vecchia di dieci anni, che ne prevedeva 202).

Il sindacato rilancia l'allarme: “La questione dei frequentissimi suicidi in carcere ci allarma e rinnoviamo le nostre preoccupazioni al riguardo. Ci allarma tanto più perché non vediamo provvedimenti concreti per fronteggiare questa costante e frequente criticità penitenziaria. Il triste episodio è l'ennesima dimostrazione dei drammi umani che quotidianamente si compiono nei sovraffollati penitenziari italiani”.

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