In economia "bisogna investire in varie forme di struttura per garantire un percorso piu' sicuro, piu' solido. Federico Caffe' diceva si' va bene, pero' stiamo attenti anche alla protezione dei piu' deboli". Cosi' il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, parlando a Pescara a margine della serata evento dedicata all'economista Federico Caffe', scomparso il 15 aprile del 1987. Visco, in particolare, ha preso parte al convegno organizzato dal presidente della Regione Abruzzo, Luciano D'Alfonso, dal titolo "Federico Caffe': economista e maestro per le nuove generazioni". Visco fu allievo del professor Caffe', pescarese, esattamente come il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi. Per Marcello De Cecco, docente della Luiss, Caffe' riteneva che bisognasse "pensare con la propria testa uscendo dal rigore tecnico dell'economia per applicare il ragionamento dei problemi degli ultimi. Non sono stato un suo allievo - ha aggiunto - ma ho beneficiato della sua lezione in tutta la mia carriera". Caffe', uno dei maggiori economisti italiani del dopoguerra, ha sempre sostenuto che le idee alla lunga prevarranno sugli interessi costituiti e che gli ideali umani rappresentano una componente ineliminabile della personalita' dello studioso. Caffe' ha sempre messo al centro della sua attenzione la lotta alle disuguaglianze sociali.
Il governatore della Banca D'Italia, Ignazio Visco, ha definito Caffe' un "esempio di rettitudine, di attaccamento al dovere di grande capacita' di trasmissione delle conoscenze". Visco, pur riconoscendo il valore di un "grande economista e di un grande italiano, accademico dei Lincei", ha messo in guardia "dall'utilizzo meccanico del suo pensiero nell'interpretazione dei fatti attuali". La grave crisi economica, la necessita' di investire nel capitale umano, la sfida del processo tecnologico sono stati i temi affrontati dal Governatore della Banca D'Italia nel suo ricordo del professor Federico Caffe'. Secondo Visco molti problemi della nostra economia sono nati dopo il conflitto mondiale, ma e' indubbio - ha evidenziato - che progressi sono stati fatti, anche sul piano della lotta alla poverta', considerato che dalla scomparsa di Federico Caffe' la popolazione mondiale e' cresciuta di due miliardi. "Dobbiamo lottare ancora per ridurre i ritardi e le ingiustizie". La grave crisi economica, secondo Visco, ha messo in evidenza i limiti delle politiche economiche, della regolamentazione finanziaria e dell'autoregolamentazione dei mercati. Il prolungamento della crisi, secondo Visco ha molti nodi irrisolti come l'inefficienza amministrativa, la giustizia lenta, la corruzione e la criminalita' che non favoriscono la nascita delle imprese, la carenza nella dotazione delle competenze e delle conoscenze. Queste ultime causa dell'"analfabetismo funzionale".
"La bassa crescita della nostra economia gia' molto prima della crisi e le maggiori difficolta' a superare la prolungata fase congiunturale negativa, sono dovute a molti nodi irrisolti di questo Paese. Li conosciamo tutti, non c'e' soltanto l'inefficienza amministrativa, c'e' per esempio la poca cura dell'ambiente, una giustizia lenta, la corruzione, la criminalita'. Vi e', pero', anche in misura non trascurabile una carenza nella dotazione di capitale umano", ha detto ancora Ignazio Visco, che ha definito l'economista pescarese Federico Caffe' un "esempio di rettitudine, di attaccamento al dovere di grande capacita' di trasmissione delle conoscenze". Visco, pur riconoscendo il valore di un "grande economista e di un grande italiano, accademico dei Lincei", ha messo in guardia "dall'utilizzo meccanico del suo pensiero nell'interpretazione dei fatti attuali". La grave crisi economica, la necessita' di investire nel capitale umano, la sfida del processo tecnologico sono stati i temi affrontati dal governatore della Banca D'Italia nel suo ricordo del professor Federico Caffe'. "Molti problemi della nostra economia sono nati dopo il conflitto mondiale ma e' indubbio che progressi sono stati fatti, anche sul piano della lotta alla poverta', considerato che dalla scomparsa di Federico Caffe' la popolazione mondiale e' cresciuta di due miliardi".
"Dobbiamo lottare ancora per ridurre i ritardi e le ingiustizie". La grave crisi economica, secondo Visco, ha messo in evidenza i limiti delle politiche economiche, della regolamentazione finanziaria e dell'autoregolamentazione dei mercati. Il prolungamento della crisi, sempre secondo Visco, "ha molti nodi irrisolti come l'inefficienza amministrativa, la giustizia lenta, la corruzione e la criminalita' che non favoriscono la nascita delle imprese, la carenza nella dotazione delle competenze e delle conoscenze. Queste ultime causa dell'"analfabetismo funzionale"
"Una piccola regione non e' costretta a piccole funzioni". Lo ha detto il presidente della Giunta regionale, Luciano D'Alfonso, concludendo i lavori del convegno dedicato all'economista Federico Caffe', svoltosi al teatro Circus di Pescara, alla presenza del governatore della Banca D'Italia, Ignazio Visco, allievo del professor Caffe'. D'Alfonso, come orientamento nella sua pratica ammnistrativa, ha detto di "voler prendere a prestito l'atteggiamento del liberale adulto di Caffe', che mai sconfina nel liberismo". "Caffe', dice D'Alfonso, e' anche riformista e lo si sente quando si pone le domande sul progetto di vita di ciascun individuo". Qui, secondo il presidente, entra in campo, "con potenza il valore della conoscenza e della formazione". Il "riformista - ha detto D'Alfonso - rifiuta l'immagine dell'autorappresentazione della realta' ma l'analizza segmentandola". "E' giusto - ha annunciato nel concludere - che nasca una continuita' di occasioni di ritrovamento sul pensiero di Federico Caffe': abbiamo la necessita di simboleggiare un luogo; che l'Abruzzo realizzi una narrazione di questa grandezza".
"Fino ad alcuni anni fa non vi era consapevolezza sufficiente sul sistema giudiziario, fonte di freno per l'economia, fonte di problemi, fonte di diffidenza per gli investitori stranieri. Da poco tempo ma in modo deciso, in tutti i documenti di programmazione economica finanziaria di cui mi sono occupato fino a qualche mese fa, il tema della riforma della giustizia, in particolare di quella civile, e' uno di quelli prioritari nel nostro Paese". Cosi' a Pescara il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, nel corso di un incontro per ricordare l'economista Federico Caffe'. Presente anche il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco. Legnini ha parlato del "peso dell'economia sommersa e dell'economia illegale. Pensate se l'intero apparato pubblico fosse nelle condizioni migliori di recuperare una fetta di questa economia. Pensate al peso che questa economia ha sul sistema giudiziario, sul bilancio pubblico e, quindi, sulla vita delle persone".
"Mi piace citare un pezzo attualissimo sull'Europa e sulle autorità comunitarie di Federico Caffè, che diceva 'non aspettatevi molto dall'esterno, pensiamo a ciò che dobbiamo fare noi.' Lo dico non da Euroscettico, ma da chi è per più Europa, ma forti delle nostre conquiste e del nostro lavoro dobbiamo agire per poi confrontarci in Europa dopo aver fatto il nostro lavoro, compreso quello delle conquiste istituzionali e normative e la riforme della giustizia". Lo ha detto il vice presidente del Consiglio superiore della Magistratura Giovanni Legnini, intervenuto a Pescara al convegno "La lezione Continua", in ricordo dell'economista e docente abruzzese Federico Caffè, voluto dal presidente della Giunta regionale Luciano D'Alfonso. Il convegno, moderato dal direttore del quotidiano Il Centro, Mauro Tedeschini, ha visto l'intervento del Governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco, allievo di Federico Caffè ed è iniziato con un video del regista Stefano Falco sulla vita del grande economista pescarese e proseguito con gli interventi del Presidente della Fondazione Pescaraabruzzo (e neo presidente dell'aeroporto d'Abruzzo) Nicola Mattoscio; Marcello De Cecco, economista e docente universitario; Giacinto Della Cananea, componente del Consiglio di presidenza della Corte dei Conti. Con le conclusioni affidate al Presidente della Giunta regionale Luciano D'Alfonso
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