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Pubblicato il 21/05/2015 18:06

Wwf, recepimento direttiva trivelle offshore e' farsa

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"Uno schema di decreto legislativo farsa": cosi' il Wwf commenta il recepimento, da parte del Consiglio dei ministri, della direttiva comunitaria sull'offshore, alla vigilia della maxi manifestazione organizzata dagli ambientalisti per sabato pomeriggio a Lanciano contro il progetto Ombrina mare al largo della costa abruzzese e piu' in generale contro la petrolizzazione. "Un recepimento - dicono al Wwf - che rimuove di fatto dalla storia il gravissimo disastro del Golfo del Messico del 2010, non fornendo un quadro di garanzie e controlli indipendenti adeguati per evitare che le trivellazioni degli idrocarburi mettano a rischio l'ambiente dei nostri mari e delle nostre coste. Contro questo recepimento il Wwf fara' subito arrivare la voce dei manifestanti di Lanciano, il prossimo sabato, a Bruxelles". "E' questo l'impegno che l'associazione del Panda portera' avanti nei prossimi giorni, con segnalazioni alla Commissione Europea e al Parlamento - aggiungono gli ambientalisti - insieme alle altre associazioni. Si dovra' in particolare contestare l' ennesimo avallo del Governo alle posizioni insostenibili del ministero dello Sviluppo Economico determinato a non recepire norme e strumenti scomodi per i petrolieri, contenuti nella Direttiva.

"Non si capisce - afferma il responsabile Ufficio relazioni istituzionali del Wwf Italia, Stefano Lenzi - come sia stato possibile che il ministero dell'Ambiente non abbia fatto valere le sue ragioni, rinunciando a far prevalere l'interesse a tutelare l'ambiente marino e costiero, chiaramente dichiarato dalla Direttiva 2013/30/UE che, approvata dopo il disastro del Golfo del Messico del 2010, deriva direttamente dall'articolo 191 del Trattato europeo nel quale si chiede il pieno rispetto dei principi di precauzione e chi inquina paga".

Il Wwf ricorda che ancora una volta "si mettono a rischio i mari italiani che danno lavoro alle centinaia di migliaia di persone che nel nostro Paese operano nei settori e nell'indotto del turismo e della pesca, per consentire ai petrolieri liberta' di trivellazione, quando tutte le riserve certe di petrolio in mare, stando ai consumi attuali, coprirebbero il fabbisogno nazionale per appena 7 settimane"

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