"I membri del governo non debbono scendere in piazza contro la magistratura dimenticandosi della divisione di poteri. Ma anche la magistratura deve avviare una riflessione profonda. E' capitato che abbia rinunciato a parlare solo con i provvedimenti giudiziari e che lo abbia fatto con inopportune dichiarazioni pubbliche. Serve un riserbo che spesso manca". Lo afferma il presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda in un'intervista al quotidiano Avvenire. E aggiunge: "Ci sono state inchieste che la magistratura avrebbe dovuto condurre con maggiore prudenza. L'arresto di Ottaviano Del Turco ha cambiato ingiustamente le vicende politiche in Abruzzo. E questo non doveva succedere".
Per Zanda e' necessaria una riforma della giustizia. "C'e' il capitolo dei processi civili: la loro lentezza - dice - uccide l'economia nazionale. E c'e' il tema delle carceri: sono diventate l'universita' del crimine, generano criminalita'. Ma mi spiego: l'affollamento disumano non garantisce un recupero, ha un effetto contrario, chi entra in carcere anche con pene lievi ne esce troppo spesso trasformato in peggio. Allora servono proposte. Nuove carceri, depenalizzazione di alcuni reati". Amnistia e indulto, per il presidente dei senatori democratici, "hanno un senso solo se sono legate a misure strutturali. Perche' ogni volta che sono state concesse senza riformare il sistema delle pene e senza intervenire sul processo, chi e' uscito dal carcere c'e' troppo spesso tornato".
© Riproduzione riservata
Utenti connessi: 2
Condividi: