''Cresco Abruzzo chiede alla Regione di riconoscere concretamente il lavoro che le realta' culturali indipendenti da anni svolgono in tutto il territorio regionale, a stretto contatto con i cittadini della regione, con grandi difficolta', ai limiti della clandestinita' ma, nonostante cio', in modo professionale, attento e virtuoso. La scelta di una nuova legge inclusiva che ne regolamenti e sostenga le attivita' e' vitale per la sopravvivenza di queste realta' e una tale scelta potrebbe avere una ricaduta davvero importante sul territorio''. E' quanto afferma il coordinamento C.Re.S.Co Abruzzo, (coordinamento Realta' della scena contemporanea che comprende 13 compagnie e oltre 70 operatori del settore) che da mesi ha avviato un dialogo con la Regione Abruzzo, e che nei giorni scorsi e' stato ricevuto in audizione presso la conferenza dei capigruppo presieduta dal Presidente del Consiglio Regionale Nazario Pagano per presentare le proprie istanze tese a migliorare la normativa del comparto spettacolo. Gli operatori teatrali abruzzesi spiegano che ''E' giunto il momento di credere nella cultura come potenziale di sviluppo della Regione. Le leggi abruzzesi per lo spettacolo non fotografano piu' la mutata realta' - spiega il Cresco - In un momento di crisi strutturale come quello attuale, e' necessario ripensare l'intero sistema con una nuova legge organica che sappia uscire dalla mera salvaguardia delle rendite di posizione per accogliere criteri di meritocrazia, di sostenibilita' economica , di ricaduta reale nei territori delle quattro province''.
''Le maggiori criticita' delle leggi vigenti (L.R. 5/1999,per le attivita' teatrali L.R 15/2000 per le attivita' musicali) risiedono nell'essere leggi nominali ossia di indicare i nomi delle realta' beneficiarie del finanziamento. Tali leggi non prevedono criteri e requisiti trasparenti e meritocratici per regolamentare i nuovi ingressi sia di realta' storiche fino ad ora escluse sia di nuove realta' del territorio abruzzese. Rispetto al disegno di Legge di accorpamento tra T.S.A. e L'Uovo, pur comprendendo le necessita' organizzative ed economiche di due grandi enti nell'ottica della razionalizzazione, Cresco Abruzzo rileva un aspetto molto preoccupante nell'accentramento di funzioni e nell'identificazione di un ente che e' beneficiario diretto di finanziamenti regionali e che nel contempo si profila come intermediario di distribuzione di risorse ad altri enti culturali operanti nel territorio regionale, con il conseguente rischio di creare un sistema ancora piu' forte di monopolio culturale, a discapito dall'equilibrio territoriale e della pluralita' delle realta' esistenti', chiudono gli operatori.
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