Un filo rosso lungo oltre 2000 anni che collega le popolazioni italiche che abitavano l'Abruzzo nel III-II secolo avanti Cristo e gli abitanti di oggi: le offerte votive (ex voto) nel culto religioso. Questo e' il tema della mostra 'Devozioni millenarie-Dai riti pagani di Oricola agli ex voto dell'Abruzzo medievale e moderno' che si apre domani alle 18 a Francavilla al Mare a cura della Soprintendenza per i beni archeologici dell'Abruzzo, della Soprintendenza BSAE dell'Abruzzo in collaborazione con la Regione Abruzzo, i Comuni di Oricola e Francavilla al Mare.
La mostra e' curata da Sandra Lapenna e Cinzia Cavallari della Soprintendenza beni archeologici e da Lucia Arbace e Antonella Lopardi della Soprintendenza BSAE.La mostra evidenzia l'ideale continuità tra i votivi del III-II sec. avanti Cristo rinvenuti nelle indagini archeologiche del santuario suburbano di Carsioli (Civita di Oricola - AQ) e alcune particolari tipologie di offerte di età moderna. Il percorso espositivo si sviluppa in sequenza diacronica dall'età romana all'età moderna, attraverso la selezione di reperti significativi del rapporto di reciprocità che si stabilisce tra dedicante e Dio, passando dai doni simbolici del santuario di Oricola (statue, parti del corpo umano, animali, frutti e oggetti d'uso quotidiano) alle attestazioni popolari degli ex voto pittorici e anatomici di età moderna (XVIII-XX secolo), ai manufatti della cereria De Rosa di Lanciano (CH), alle sculture di santi particolarmente venerati, fino all'espressione artistica di matrice aulica di un'icona della Vergine in trono con Bambino. Completano questo suggestivo itinerario i gioielli tradizionali, collocati a coronamento della sala in cui sono esposte le grandiose tele di Francesco Paolo Michetti, "Gli storpi" e "Le serpi" (1900), che ci conducono idealmente al passaggio dalla supplica individuale al rito collettivo, caratteristico delle cerimonie che agli inizi del Novecento si svolgevano a Casalbordino (CH) e a Cocullo (AQ). Nella sezione archeologica della mostra, dopo un accurato restauro, vengono esposti per la prima volta votivi in gran parte realizzati in terracotta e alcuni reperti in bronzo: doni simbolici (frutti, animali e pesi), monete, porzioni di statue di piccole e grandi dimensioni di devoti, mani e teste velate (a simboleggiare il fedele in preghiera), vasellame (inteso come contenitore di offerte), reperti legati alla sfera terapeutica (occhi, orecchie, placchette poliviscerali, arti superiori e inferiori) e a quella riproduttiva e della fertilità (organi sessuali maschili, uteri, mammelle e l'unica attestazione finora individuata di un bambino in fasce).
Le multivisioni lungo il percorso mostrano la rappresentazione di alcune tradizioni popolari, tuttora praticate, e ricreano un'eco sonora e visiva delle celebrazioni liturgiche dell'antichità.
Aperta dall'8 marzo al 23 giugno con ingresso gratuito
da martedì a domenica: ore 10,00-13,00 (su prenotazione) e 16,00-20,00
sabato e domenica ore 10,00-13,00 e 16,00-20,00 lunedì chiuso
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