Unica l'idea, quella di due trentasettenni pescaresi rientrati in Abruzzo da tre anni, Andrea Fabrizii e Giuseppe Spinozzi. Otto i tentacoli, quelli della piovra, simbolo dell'Octopus Festival che si terrà al Museo Michetti Mu.Mi. di Francavilla il 4, 5, 6 luglio. Il tema principale, come un filo sottile ed invisibile che collega ambiti differenti quali cinema, musica, letteratura, collezionismo, auto e moto d'epoca, food e territorio, è la chiave dello sviluppo dell'animo umano: la cultura. Quel fermento di menti creative che nell'espressione della loro essenza lasciano da sempre un patrimonio fatto di crescita, bellezza e unicità.
"L'Octopus Festival nasce dal fatto che entrambi ci siamo occupati per più di dieci anni di organizzazione di eventi. Tornati in Abruzzo dopo le nostre esperienze a Bologna, Ravenna, Ferrara, Roma, Milano e Firenze, abbiamo pensato che fosse il caso di sfruttare le nostre capacità anche a Pescara" spiega Andrea. "Ovviamente siamo alla prima edizione e stiamo affrontando tutti i lati positivi e negativi che possono esserci" continua Giuseppe. E dalla difficoltà di reperire fondi, alla creazione di un'equipe di persone che lavorasse all'organizzazione del festival, i due ragazzi sono riusciti a creare partnership con commercianti e aziende del food and wine abruzzesi, e ad avere il patrocinio del Comune di Francavilla che ha accolto il loro progetto.
I Cinedelika
Un'iconografia vincente, quella del piovra, affascinante, sinuosa, imprevedibile e legata spesso al mondo artistico (basti pensare al film James Bond operazione octopussy). E forte è la motivazione di Andrea e Giuseppe di voler abbracciare diversi ambiti perfettamente inseriti nel contesto territoriale. "Abbiamo molte possibilità di sviluppare la nostra regione, di migliorare la situazione ormai drastica in cui riversa l'Abruzzo che da quasi dieci anni finisce sui giornali solo per avvenimenti negativi" spiega Giuseppe. "La nostra è una terra meravigliosa, con mare, montagne, parchi, artisti, cinema, musica. Potenzialmente abbiamo tutto, bisogna solo capire come tirare fuori le cose dal cilindro".
Tutte le tematiche dell'Octopus Festival saranno in bilico tra presente e passato, tra gli anni della creazione rivoluzionaria e quelli della tecnologia. "Il periodo storico tra gli anni '50 e '70 ci appassiona molto. Non puntiamo al revival, ma bisogna essere consapevoli che le cose belle durano nel tempo" afferma Andrea. "Dopo la seconda metà degli anni '90, se prendiamo ad esempio la musica, potremmo sicuramente notare come ci siano generi ormai morti. Non si può affermare lo stesso della musica degli anni '70 o '80 che vive ancora oggi. L'House è morta nel 1995, ma la Dance e il Funk ritornano sempre nelle nostre orecchie! Il passato ci circonda ancora, ed è forse per questo motivo che non esiste una vera arte contemporanea".
I Farabutti
"Ci sono dei capisaldi che si evolvono, oggi si tende a reinterpretare tutto in maniera continua. Sicuramente manca una rivoluzione di stile perché nulla, nel presente, sta cambiando la storia com'è successo in passato. L'unica vera arma è la tecnologia che gioca un ruolo fondamentale" aggiunge Giuseppe.
L'Octopus Festival avrà inizio alle ore 18 di venerdi 4 luglio con i Pollok Project, la presentazione del libro di Alessandro Tordini, considerato da molti l'enciclopedia della musica e del cinema degli anni '60, '70 e '80. Si esibiranno i Cinedelika e si parlerà di calcio e Mondiali con Mario Cantarelli. Il giorno seguente inizierà con la presentazione del documentario di Germano Scurti, Elagia per la vita, incentrato sullo sviluppo artistico di Pescara negli anni '60 e '70. Si passerà poi alla musica dell'Orchestra Criminale, dei Farabutti e ad esposizioni di modernariato e oggetti da collezione. E' prevista la partecipazione di giovani abruzzesi che si occupano di editoria musicale con le etichette Sonor Edition Music e la Digitmovies, molto nota in ambito internazionale. Tutti in piscina domenica con un bikini party esclusivo a Villa Marini a Francavilla che da mattino a notte fonda segnerà la conclusione del festival.
L'Orchestra Criminale
"E' importante dare spazio ai giovani" spiega Andrea, "e al di là dell'intrattenimento credo sia fondamentale stimolarli, dare loro input validi e testimonianze. In Abruzzo sembra sempre che gli eventi siano organizzati per le solite persone, come se si avesse paura della novità, di rischiare, di mettersi in gioco. Questo è un limite che non porta niente al nostro territorio e non lascia alcun segno".
"Noi siamo tornati a Pescara perché ci piace la nostra città, e la nostra regione è piena di potenzialità. Ovviamente, crescendo abbiamo iniziato ad apprezzare una certa qualità della vita e sentivamo il bisogno di avere vicine le nostre famiglie" conclude Giuseppe. "Pescara deve crescere e lo farà, e noi vorremmo dare il nostro contributo. Stiamo cercando di promuovere la nostra idea, anche se è molto difficile. L'Octopus Festival è il biglietto da visita per le edizioni future e per lo sviluppo della nostra terra".
I Pollok Project
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