Si sentivano ed erano patrioti, senza altri colori che non fossero quelli della bandiera italiana: erano gli uomini della Brigata Maiella, la cui epopea, a settanta anni dalla nascita, viene ricostruita e raccontata nel libro "Patrioti - Storia della Brigata Maiella alleata degli Alleati" di Marco Patricelli. Un libro che "potrebbe mettere tutti d'accordo sulla Resistenza e sui suoi valori ideali". Il 5 dicembre 1943, nel castello di Casoli l'avvocato Ettore Troilo stringeva 15 uomini in un patto d'onore per contribuire alla rinascita dell'Italia, libera e democratica. La Brigata Maiella si sarebbe sciolta a Brisighella nel 1945, forte di oltre 1.500 uomini, tutti volontari, dopo aver lottato nell' intera campagna d'Italia dalle montagne abruzzesi all'altopiano di Asiago. "I maiellini sono patrioti - spiega l'autore - non partigiani: ognuno la pensa come vuole anche se tutti sono repubblicani, infatti non fanno parte del Corpo Volontari della liberta' e non possono essere pertanto considerati partigiani; non combattono dietro al fronte, ma in prima linea al fianco dei britannici del 5/o Corpo d'armata e dei polacchi del 2/o Corpo del generale Wladyslaw Anders; hanno il tesserino militare del ricostituito esercito italiano, ma prendono ordini solo dagli Alleati i quali per primi hanno dato ai volontari un credito di fiducia. Ben ripagata in tutte le battaglie vittoriose condotte dall'unita' col piu' lungo ciclo operativo dell'intera Campagna d'Italia e l'unica decorata di medaglia d'oro al valor militare". La Brigata Maiella entro' per prima a Bologna il 21 aprile 1945: nella sua storia non c'e' macchia e non c'e' ombra, come racconta Patricelli. "Una storia di uomini e di umanita' - aggiunge l'autore - non una storia d'eroi, che pure furono, considerando le numerose decorazioni al valore italiane, inglesi e polacche. E che puo' fare finalmente tabula rasa delle stantie polemiche e delle strumentalizzazioni sul 25 aprile e sulla lotta partigiana".
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