Da una guerra vissuta indirettamente, attraverso viveri scarsi e i racconti dei soldati che tornavano dai lontani fronti, a una guerra improvvisamente entrata in casa in quella terribile estate del 1943. Gli italiani si ritrovarono, quasi senza accorgersene, chiusi tra due avanzate, altrettanto nemiche. Da Sud gli anglo-americani, da Nord i tedeschi. Una tragedia che si consumava giorno dopo giorno, con la popolazione civile impreparata e letteralmente schiacciata da due spietate macchine belliche. Un'occupazione durata venti mesi difficili e devastanti, raccontati ora dallo storico Marco Patricelli in un volume ricco di spunti e di analisi assolutamente originali, oltre a una documentazione attenta e puntuale. In quel tremendo periodo, del quale ogni famiglia italiana ha pagato prezzo senza distinzione di appartenenza, il nemico non era sempre riconoscibile. In realta' cambiava continuamente volto, presentandosi spesso come amico per poi colpire ferocemente. Ed era ormai in ogni casa. D'altra parte Patricelli mette in luce alcuni aspetti spesso "nascosti" dalla storia ufficiale, ricordando ad esempio che "i primi crimini di guerra sul territorio italiano li commettono gli americani, che si propongono come amici e liberatori, ma non si fanno scrupolo di passare per le armi i soldati italiani che si sono arresi". Poi tocchera' ai tedeschi, che manterranno puntualmente fede alla fama di crudelta' gia' conquistata in vari Paesi europei. Cosi' gli italiani diventano facile preda, con l'Italia in balia degli eserciti stranieri, siano essi occupanti o alleati. L'orrore portato in Ciociaria dalle truppe dei 'goumiers' marocchini arruolati dal generale francese Alphonse Jouin ne e' esempio lampante. nella confusione piu' totale, molti italiani sono anche costretti a scegliere da che parte stare, portando cosi' una guerra nella guerra. E poi c'e' poi ancora un'altra guerra, quella della fame, della paura, delle sofferenze e della lotta per la sopravvivenza. E dopo il disastro arriva anche il peso del Paese sconfitto, con nuove tragedie che si consumano in territori come quello di Trieste e dell'Istria, gia' martoriate dall'occupazione nazista e poi teatro di altre vendette, carneficine, esodi e spartizioni, di occupazione anglo-americana da una parte e jugoslava dall'altra. Nelle pagine di Patricelli non mancano infine spunti di curiosita' storiche, come il poco conosciuto caso di Salvatore Paolini. Nato e cresciuto a Villa Santa Maria , Paolini divenne cameriere personale di Hitler al Berghof, il rifugio del Fuhrer nelle Alpi Bavaresi. "Herr kammer", come Hitler lo chiamava, era l'unico non tedesco all'Obersalzberg. Successivamente divenne anche sindaco del suo paese e, proprio per questo, mantenne per anni il silenzio sulla sua esperienza al Berghof.
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