Nel 1926 fu l'indiano Rabindranath Tagore il primo poeta a piantare un albero sulle rive del Balaton. Tagore nel 1913 fu insignito del premio Nobel per la letteratura.A lui fece seguito Salvatore Quasimodo, che vi piantò un tiglio, lo stesso tipo di albero di Tagore, nel 1961. Dopo Quasimodo, numerosi altri poeti, di varia nazionalità, ma anche, a poca distanza, scienziati, filosofi,perfino astronauti, hanno piantato alberi che adornano un florido giardino della poesia, della scienza e della creatività.
Quest'anno, in occasione dell'anno della cultura italiana in Ungheria, il privilegio di piantare l'albero, per la prima volta una quercia, è stato riservato al poeta italiano Dante Marianacci, giunto con non poche difficoltà dall'Egitto, dove attualmente è direttore dell'Istituto Italiano di Cultura del Cairo e consigliere culturale dell'Ambasciata d'Italia. Il sindaco di Balatonfüred, deputato al Parlamento ungherese, István Bóka ha parlato dei forti legami di Marianacci con la città diBalatonfüred e con la cultura ungherese.
Dante Marianacci, dopo aver tenuto un breve discorso sui suoi trascorsi in Ungheria e sul suo attaccamento alla città, che frequenta ormai da dieci anni, accennando anche grande valore simbolico che l'albero di rovere ha per lui, mito della sua infanzia, davanti all'alberello appena piantato, ha letto una sua poesia dedicata la città di Balatonfüred che si intitola "La Statua del Vento del Balaton", di cui è stata anche data lettura nella versione in lingua ungherese.
Marianacci ha poi aggiunto la sua firma con dedica alla gloriosa lista del registro d'onore della Città.
Dante Marianacci è molto noto in Ungheria, dove ha trascorso cinque anni, dal 2003 al 2008, quando è stato direttore dell'Istituto di Cultura e coordinatore per l'area centro-orientale della cultura italiana, e dove sono stati finora pubblicati dodici suoi libri, tra raccolte di poesie, testi di saggistica, opere narrative. L'ultimo romanzo, tradotto in ungherese da B.Szirti e M.Haas, appena uscito presso la casa editrice budapestina Mobilkiadó, con il titolo Caffè Hungaria e dedicato alla Rivoluzione ungherese del '56: "in cui sfilano personaggi, scrittori, artisti, giornalisti, musicisti, donne fascinose, del passato e del presente, che si intrecciano con la vita del protagonista e con i suoi amori, vissuti o rivissuti, come in un grande sogno romanzato." Il libro è stato presentato la sera il 5 settembre all'Istituto Italiano di Cultura di Budapest, dalla direttrice Gina Giannotti, dal Prof. Laszlo Csorba, direttore del Museo Nazionale Ungherese, oltre che storico ed esperto di cultura italiana e dal Prorettore e capo del Dipartimento di Italiano dell'Università di Szeged, Prof. Joszef Pál.L'attore Alessandro Quasimodo, figlio del poeta Salvatore Quasimodo, eil giornalista e docente universitario Béla Somraki, già direttore della radio di stato ungherese, hanno letto brani del romanzo, in lingua italiana e in lingua ungherese. Il romanzo è stato poi presentato, sabato 7 settembre, nel giardino di Villa Vaszary, dal presidente del Pen Club ungherese, Geza Szőcs, fino a qualche mese fa Segretario di Stato e ora consigliere per la cultura del primo ministro e delegato ungherese per l'esposizione di Milano del 2015. Erano presenti numerosi poeti, narratori e intellettuali ungheresi.
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