C'e' voluta una colletta spontanea dei genitori dei ragazzi di Vasto dove ieri, all'Acqualandia, il maestro Gianni Maddaloni ha organizzato una dimostrazione di judo, per evitare, almeno per un paio di mesi, la chiusura della palestra di Scampia dove il papa' di Pino Maddaloni, medaglia d'oro alle Olimpiadi di Sidney 2000, esercita la sua attivita' con una particolare, o quasi esclusiva, attenzione al sociale. I soldi raccolti in Abruzzo - circa 400 euro, la meta' dei quali versati da un imprenditore che intende conservare l'anonimato - serviranno per pagare la bolletta dell'Enel. Senza questo intervento 'straordinario' l'avventura di Gianni Maddaloni e del suo centro di aggregazione sportiva per i ragazzi di Scampia sarebbe finito. Ma il problema si riproporra' all' arrivo della prossima bolletta.
'Putroppo - spiega Maddaloni - l'imprenditore di Qualiano che opera nel settore dell'autodemolizione il quale sei mesi fa si era preso l'impegno di sponsorizzare il nostro centro sociale sportivo e' in difficolta' economiche non puo' piu' sostenerci.
Inizialmente ci siamo autotassati, ma ora le risorse sono davvero finite. Se non fosse stato per la sensibilita' e l'affetto dimostratoci a Vasto dove, durante la dimostrazione, ho spiegato le difficolta' nella quali ci stiamo dibattendo, la palestra avrebbe chiuso fra qualche giorno. Ora abbiamo un po' piu' di respiro, ma se non interverra' qualcuno il sogno finira' davvero per spezzarsi'.
'La nostra palestra - aggiunge Gianni Maddaloni - e' un avamposto di legalita' a Scampia. Il centro sportivo vive per il quartiere e rappresenta' un'oasi per i giovani che trovano nello sport un mezzo per migliorare le loro esistenze. Sono tantissimi i ragazzi di Scampia che sognano le Olimpiadi attraverso l'affermazione nel judo, ma il loro sogno purtroppo e' destinato a finire se non riceveremo qualche aiuto'.
'E non c'e' in ballo solo il futuro dei giovani a rischio - aggiunge il maestro Maddaloni - perche' nella nostra palestra sono tanti anche i ragazzi diversamente abili che si sono avvicinati allo sport e che fanno parte della nostra comunita''.
'L'amarezza che resta - conclude Maddaloni - e' che iniziative del genere dovrebbero essere sostenute innanzitutto dalle istituzioni, mentre a noi sembra di dare quasi fastidio.
Non mi resta che fare un appello alla solidarieta' dei veri napoletani. Aiutateci a mantenere in vita il nostro sogno che e' anche quello di tanti ragazzi della nostra periferia a rischio'.
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