Il ministero della Giustizia deve rispondere dei fatti commessi dai custodi nominati dagli uffici giudiziari sia in sede penale sia in sede civile. Per questo la Corte di Cassazione, confermando la decisione della Corte d'appello dell'Aquila, ha condannato il ministero a risarcire i familiari di Olga Silvestrelli Santoni, docente di matematica al Liceo Rinaldini di Ancona, morta l'11 gennaio 2002.
La decisione rende irrevocabile anche la condanna inflitta dalla Corte d'appello dell'Aquila a Lorenzo Marinelli, custode dell'eredita' nominato dal Tribunale di Ancona: i giudici gli avevano comminato tre anni e sei mesi di reclusione per truffa aggravata e falso. L'accusa era di aver tratto in inganno il giudice istruttore, anche redigendo atti falsi, per distrarre circa 272 mila euro dai conti della defunta e farli confluire nei propri. La Corte d'appello, ribaltando il verdetto del Tribunale sul risarcimento, aveva gia' riconosciuto alle parti civili Luca e Maurizio Silvestrelli, assistiti dall'avv. Riccardo Leonardi, il diritto ad essere risarciti dal ministero con una provvisionale di 30 mila euro ciascuno.
La decisione era stata impugnata dal ministero tramite l'Avvocatura di Stato per sostenere l'assenza di responsabilita' in caso di custodia civile e per il fatto doloso del pubblico dipendente o equiparato, laddove la sua condotta fosse finalizzata a soddisfare esigenze personali. La Cassazione ha respinto il ricorso, confermando il principio secondo cui lo Stato risponde anche per le condotte dolose dei propri ausiliari che abbiano cagionato danni nell'esercizio delle loro funzioni, seppure dolosamente distorto, senza alcun limite, come ne rispondono i soggetti privati.
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