Il presidente del Consiglio comunale dell'Aquila, Carlo Benedetti, ha inviato una lettera al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al Premier Enrico Letta, a vari ministri e sottosegretari per informarli dell'esito della seduta di ieri pomeriggio sulle problematiche della ricostruzione. A larga maggioranza, l'Assise - fa' sapere - ha votato di non voler recedere dalla protesta innestata dal sindaco Cialente all'unisono con la Giunta dell'Aquila, impegnando il Primo cittadino a non rimettere le bandiere tricolori sugli edifici pubblici del Comune e a non indossare la fascia.
'Il Consiglio Comunale ha ripercorso tutte le fasi di questi drammatici quattro anni, prendendo atto che se non dovesse arrivare il finanziamento col meccanismo della Cassa depositi e prestiti di un miliardo e mezzo per il cratere, il centro storico; destinato a non ripartire neanche nel 2013 - scrive Benedetti - Il Consiglio comunale e' consapevole della gravita' della forma di protesta. L'Assise civica - informa ancora il Presidente - avrebbe anche potuto chiedere al Sindaco di tornare indietro sui suoi passi ma non lo fara' mai, sotto la minaccia di essere mandato a casa come un'Assise mafiosa, nel momento in cui sta difendendo la Comunita', la Citta' e l'intero cratere, abbandonati a se stessi non tanto da scelte politiche quanto da apparati burocratici ministeriali che con ingiustificabili atteggiamenti si sono schierati contro la nostra disperazione'.
Quindi 'il Consiglio comunale sa che quei 17.500 italiani sono oggi con L'Aquila nella battaglia per la sopravvivenza; non possiamo sentirci condannati a vivere il resto della nostra vita tra le macerie di quella che e' stata una delle citta' piu' belle d'Italia'. 'Del resto - conclude Benedetti - e' competenza del Consiglio decidere se e come, in base alla legislazione vigente, esporre la bandiera e l'obbligo di esporla ci sarebbe solo nel Consiglio comunale'.
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