Sono state oltre duemila, secondo Fisac Cgil, Fiba Cisl e Dicredito, le adesioni allo sciopero dei dipendenti di Banca Marche, indetto oggi per protestare contro il nuovo piano industriale che prevede un taglio di 700-800 posti di lavoro tra vendita di asset e attivazione del fondo di solidarieta'. Soddisfatte le tre sigle sindacali, per la partecipazione alla giornata di mobilitazione della rete delle filiali nelle varie regioni in cui BM opera. Nelle sedi delle direzioni generali di Jesi, Macerata e Pesaro molti addetti non si sono recati al lavoro. Ridotta fortemente, oggi, l'operativita' della Banca.
"Oggi la stragrande maggioranza dei 3.000 lavoratori di Banca Marche ha aderito allo sciopero indetto da alcune organizzazioni sindacali, e hanno cosi' manifestato la contrarieta' ad un piano industriale liquidatorio, che non da' prospettive ne' in termini di occupazione, ne' per l'autonomia e il radicamento territoriale della Banca''. Cosi' una nota di Marco Manzotti, della segretaria regionale della Cgil Marche e di Stefano Mastrovincenzo, della Cisl. ''E' necessario cambiare il piano, fermare le ipotesi di spezzatino dell'istituto, sostenere la ricapitalizzazione evitando rischi speculativi, attuare una diversa gestione del credito deteriorato, valorizzare le professionalita' interne e andare fino in fondo nell'accertamento delle responsabilita' della grave situazione finanziaria di Banca Marche'', dicono i due sindacalisti. ''Chiediamo alle istituzioni, al mondo delle imprese, all'opinione pubblica di continuare a sostenere i lavoratori e i sindacati impegnati a difendere il futuro di Banca Marche, patrimonio fondamentale per la nostra comunita' regionale e non solo".
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